Per iniziare il nostro viaggio alla scoperta del razzismo non potevamo non iniziare da Radici.
Romanzo del 1976, ispirato dalle storie che l’autore aveva sentito dalla nonna sulle origini africane della sua famiglia.
Soltanto partendo dall’Africa e dalla vita, lingua, cultura a cui il protagonista è violentemente allontanato, potevamo cercare di comprendere lo spiazzamento, la violenza e l’orrore della schiavitù.
La drammatica storia di Kunta Kinte strappato dal suo villaggio in Gambia, marchiato e fatto viaggiare in una stiva come una bestia, del suo arrivo negli Stati Uniti disorientato e con una terribile nostalgia verso la sua patria, la sua famiglia, gli usi e costumi della sua gente. E poi del suo necessario adattamento alla nuova vita, la famiglia che come nuova radice, decide di costituire e tutti i rami che da essa derivano.
Un romanzo che è una storia familiare, un’odissea e un memento a ciò che è successo. Una storia che parla di schiavitù, di orgoglio, di rinascita, ma anche di delusione, di fallimenti, di sofferenza. Una storia potente e commovente, assolutamente da leggere.
E per comprenderne ancora di più il significato sono andata a cercare i tanti significati della parola RADICI.
Dal latino radix-īcis
Scorrendo:
il primo significato ovviamente è legato alla botanica: “organo delle piante cormofite che solitamente si addentra nel terreno e ha funzione di sostegno e di assorbimento degli alimenti”, “detto di una pianta, sviluppare le radici nel terreno e in questo modo vivere; detto di un’idea, di un sentimento, di un’usanza, penetrare in profondità, affermarsi saldamente; detto di persona, sistemarsi in modo stabile in un luogo”;
Vi sono poi significati legati:
all’origine, causa: ad es. “trovare la radice del problema”;
associato alle proprie origini, la propria cultura: ad es. essere alla ricerca delle proprie radici”;
ma anche un senso anatomico “la parte che costituisce il tratto iniziale di un organo, specialmente in quanto si trovi all’interno di un altro organo o tessuto: la radice del dente…”;
e infine progenitore, capostipite: io fui radice de la mala pianta / che la terra cristiana tutta aduggia (DANTE Par. XX, 43-44)
Tutto questo per dire che mai titolo fu più azzeccato, perché Radici parla proprio di tutto questo, della necessità di radicarsi per poter trovare sostentamento, ma anche di origine, di cultura, di parte che costituisce il tratto iniziale e di progenitore.
Radici di Alex Haley – Rizzoli Bur (2018) – pag. 506