Dopo aver visto la serie Bridgerton, trasmessa da Netflix, che racconta le appassionanti trame matrimoniali di una serie di personaggi della buona società inglese di inizio ottocento, e avendo bisogno di letture leggere, ho approfittato degli sconti Mondadori per comprare i primi due volumi della serie scritta da Julia Quinn da cui la serie tv è tratta.
Lo sceneggiato Brigerton – ulteriore colpo da maestro della produttrice americana Shonda Rhimes, fondatrice della casa di produzione Shondaland – si basa proprio sulle storie scritte da una delle autrici più conosciute ed amate di romanzi rosa ad ambientazione storica, Julia Quinn, e fonde le atmosfere inglesi di Downton Abbey con i balli raccontati da Jane Austen, aggiungendoci pepe e sensualità, una società multietnica, intrighi, colpi di scena, rivalità, pettegolezzi, amori, nonché una regina annoiata e un po’ impicciona e uno strano giornale che racconta tutti i segreti, che non andrebbero mai rivelati, scritto da una alquanto misteriosa, Lady Whistledown.
Ambientata in una società rigida come quella della Londra ottocentesca – quella del periodo Regency – dove il matrimonio è un obbligo e le ragazze da marito devono essere presentate in società al fine di accaparrarsi i migliori scapoli sulla piazza, mette da parte l’aderenza storica, per dare un maggior risalto alle donne, vere protagoniste, che cercano l’amore più che la convenienza e desiderano essere qualcosa in più che solo mogli e madri.
La serie tv, incentrata sulla famiglia Bridgerton, composta dalla madre vedova e da ben otto figli di età diversa, quattro maschi e quattro femmine chiamati in rigoroso ordine alfabetico dalla A di Anthony il primogenito alla H di Hyacinth, l’ultima della covata, intreccia le vicende della famiglia con le storie di tanti altri personaggi: dalla famiglia Featherington, composta da una madre intrigante e tre figlie, sempre abbigliate in modo variopinto e inadatto alla loro carnagione, alla perspicace Lady Danbury, da Lady Cowper con la figlia da accasare Cressida alla modista francese Genevieve Delacroix, da Will Mondrich, il pugile che aprirà un club per gentiluomini, alla cantante lirica amante di Anthony nella prima stagione, fino a Marina Thompson, inguaiata e costretta a scelte poco desiderabili. Tanti personaggi, ampio spazio ha ognuno dei fratelli Bridgerton, tanti intrecci e tante linee narrative che rendono la serie ben riuscita, allegra e scaccia pensieri, al punto che, anche se a tratti appare eccessiva, e forse un po’ sopra le righe, comunque diverte, e diventa, puntata dopo puntata, un imperdibile “guilty pleasure”, al punto da desiderare una macchina del tempo per poter far parte di quel coloratissimo vortice di amori passionali, scandali e segreti, fatta di balli sfarzosi e pettegolezzi scambiati a bassa voce tra una tazza di tè ed una fetta di torta.
La serie ha poi, l’ulteriore e non scontato valore aggiunto della perfetta incarnazione degli attori nelle parti che interpretano: ognuno di loro rende perfettamente il personaggio che incarna.
Lunghissima premessa per dire che la serie tv, ottimo prodotto di pura evasione, ha qualcosa in più dei romanzi di Julia Quinn da cui è tratta.
Se la storia principale – l’amore tra Daphne e Simon nella prima e quello tra Anthony e Kate nella seconda – sono la traccia che ispira entrambe le serie, i romanzi non si soffermano su tutto il mondo che circonda i protagonisti. Vengono citati molti dei personaggi presenti nella serie tv, ma sono pure e semplici comparse: l’attenzione e il focus è tutto sulla coppia oggetto del romanzo e sui traumi, che almeno per i primi due romanzi, hanno subito i due giovani aristocratici che li hanno resi assolutamente allergici all’amore.
Riassumendo lo sceneggiato tv è più variegato, sfaccettato e intrecciato del romanzo, che comunque consiglio a chi cerca un romanzo d’amore leggero e godibile, da divorare sotto l’ombrellone. Nessuna pretesa di grande letteratura, pura evasione e ottimo riposo per il cervello.
Il duca e io di Julia Quinn – Oscar Bestsellers (2021) – pag. 341
Il visconte che mi amava di Julia Quinn – Oscar Bestsellers (2021) – pag. 319