Impossibile ma anche scorretto raccontare Quel che scorre velocissimo. Un romanzo puzzle, fatti di continui rimandi, di storie che si intrecciano, di personaggi che ricompaiono in altra veste e in altre storie.
Un libro emozionante e profondo che si sviluppa su due piani temporali distinti, svelando a poco a poco i suoi misteri.
Se la parte “passata” pare in alcuni punti una favola nera – quella in cui eccellevano i fratelli Grimm, originari proprio di queste terre, valli e montagne bavaresi – fatta di storie buie e un po’ malate, di incendi, di incesti di “Koble” (così nell’antica Baviera erano anche chiamati i bambini nati dall’unione tra fratelli o tra consanguinei), ma anche di accoglienza e voglia di aiutare chi è in difficoltà.
La parte presente, quella che mi ha coinvolta e convinta maggiormente, soprattutto per il rapporto speciale che si crea tra un padre naif e un figlio fin troppo maturo per la sua età, riflette sui legami familiari, sulle difficoltà che nascono da essi, sui condizionamenti che le storie familiari, anche inconsciamente, portano alle nostre esistenze. Un romanzo che affronta temi importanti con profondità ma attraverso uno stile ironico e “leggero”.
Albert e Fred non sono un padre e un figlio qualunque. Albert non ha mai chiamato Fred papà, ma solo Fred.
Albert ha 19 anni e vive da quando ne aveva tre in un orfanotrofio perché il padre Fred, è una sorta di Forrest Gump o meglio un “Koble”, e alla morte della nonna non è stato assolutamente in grado di occuparsi di lui. Albert, nonostante abbia instaurato un legame speciale con Suor Alfonsa, la direttrice dell’orfanotrofio, ha passato la vita a scappare di lì e poi ad essere punito (una punizione oltretutto assolutamente originale: allacciarsi le scarpe 200 volte) quando veniva riacciuffato. Albert vuole saperne di più sulla madre, sente di avere il diritto di conoscere l’identità di chi lo ha messo al mondo e poi lo ha abbandonato. Quando a Fred viene diagnosticata una malattia per cui gli restano pochi mesi di vita, Albert decide di trascorrerli con lui, anche per cercare di scoprire qualcosa di più sulla donna che lo ha partorito.
Fred, invece, passa la vita a contare le macchine verdi alla fermata dell’autobus, è diventato eroe suo malgrado, custodisce con cura i suoi “beni più preziosi”, vive la vita come una continua avventura e per esprimere il massimo delle sue emozioni usa la parola estasiante!
Fred porta Albert con lui nelle fogne alla ricerca di altri beni da aggiungere al suo baule. Fred non capisce la frenesia del mondo, odia viaggiare e ha un modo unico di approcciare il mondo, per lui “ci limitiamo a spingere la vita di lato”.
Un personaggio naif amabile e a cui è impossibile non affezionarsi, ma con uno sguardo sulla vita più profondo e attento di quanto non sembri.
Il legame tra Fred e Albert è totalmente sbilanciato perché è il figlio che si occupa del padre eppure Fred, nella sua genuina ingenuità, ha trasmesso tanto al figlio.
Il tempo trascorso insieme, sarà un viaggio di ricerca che li porterà a riavvolgere il filo del passato.
«Cosa cercavi nelle fogne?» chiese Klondi.
«La verità».
«Sii sincero, però, vuoi la verità oggettiva? O una tua versione dei fatti»
«La verità è sempre una sola. Altrimenti non si chiamerebbe verità»
«Ho sentito dire» proseguì Klondi ignorando il commento «che Dickens e la Rowling sono molto amati dagli orfani»
«E questo cosa c’entra?»
«Le loro storie possono creare false aspettative» e trafficò con le dita nel posacenere« quanti Harry Potter o Oliver Twist esistono nella vita reale? A quanti capita di scoprire cose eccezionali su di sé, o sviluppare doto sovrannaturali? Di solito gli orfani non sono né principi né maghi apprendisti, sono solo bambini che hanno ricevuto meno amore degli altri»
Accanto a loro tanti personaggi particolari, a partire da Klondi, la vicina di casa, che cerca di non illudere Albert, di fargli capire che la vita spesso è molto più sfuggente e complessa di quanto ci possano dire.
Per Lei la ricerca di Albert di sua madre non ha senso e può portare solo delusione e rammarico al ragazzo:
«Le madri sono sopravvalutate Albert. Se vuoi la mia opinione, sei stato fortunato a crescere senza»
“La vita è così, aveva detto, un mucchio di tessere di un puzzle che non combaciano mai, che riempono la gente di false speranze facendo credere che esista una risposta, una verità. Le ultime parole di Klodi gli restarono scolpite per sempre nella memoria: «Queste malefiche tessere» aveva concluso, «non sono altro che briciole di Hansel».
…
«Briciole di Hansel. Le segui perché pensi che ti aiutino ad uscire dal bosco. Invece ti portano nel cuore della selva. Finché non riesci più a distinguere il giorno dalla notte. E all’improvviso le tracce si interrompono».
Ci sono poi suor Alfonsa, decisa e determinata, Violet, la prima fidanzatina di Albert… per non parlare dei tanti personaggi della storia passata.
Un romanzo corale coinvolgente e particolare. Una storia di legami familiari, di affetti e dolori.
Un libro dolcissimo ed amarissimo insieme.
Quasi tutto velocissimo di Christopher Kloeble – Keller editore (2019) – pag. 382