Settima avventura del duo Cormoran Strike e Robin Ellacott, gli investigatori privati usciti dalla penna prolifica e mai deludente di J.K. Rowling, che qui scrive sotto lo pseudonimo di Robert Galbraight. Sepolcro in agguato, titolo quanto mai particolare che è legato ad un verso di una poesia Dylan Thomas.
Dopo gli inizi traballanti le innumerevoli qualità dei due soci sono venute via via alla luce e la loro agenzia ha liste d’attesa lunghissime e clienti disposti a pagare qualsiasi cifra pur di veder risolti i loro problemi esistenziali e non.
Strike e Ellacott stavolta sono assoldati da un anziano uomo Sir Colin Edensor che vuole far di tutto per “liberare” il figlio Will da una strana e misteriosa setta la UHC (Universal Humanitarian Church), che sta aumentando la sua influenza e il giro degli adepti, anche grazie al carisma del suo leader, ma che nasconde non pochi misteri, nonché morti a dir poco sospette.
L’unico modo per scoprire cosa nasconda veramente la UHC è entrare nella setta, fingere di essere interessati a diventare seguaci, andare in una fattoria sperduta nel cuore del Norfolk, e vedere di persona quale trattamento e quale eventuale lavaggio di cervello subiscano gli adepti. Robin è pronta a farlo, sebbene debba agire sotto copertura, senza cellulare e senza sapere bene cosa l’aspetti davvero. La preparazione, per quanto accurata, potrebbe non essere sufficiente ad affrontare le sfide che le si presenteranno.
E così mentre Robin dovrà stare attenta ad ogni minimo particolare per non tradirsi e mantenere lucidità e controllo, quando la carenza di cibo, gli indottrinamenti, l’isolamento, le umiliazioni, il lavoro duro faranno vacillare la fiducia di se’; Cormoran condurrà le indagini dal di fuori, cercando testimoni, tentando di far parlare i pochi che si sono allontanati dalla setta, senza poter contare sul continuo confronto con la socia che per lui è sempre più essenziale professionalmente e non.
Solo grazie alle informazioni apprese nella fattoria il giallo vedrà a poco a poco una soluzione in cui tutte le tessere del mistero andranno finalmente al loro posto.
Un caso complesso, sfuggente e per Robin anche estremamente pericoloso. Quello che viene analizzato in questo libro, proprio grazie all’esperienza che ne fa la detective privata, è la capacità delle sette di minare le basi del nostro io più profondo, andando a manipolare ricordi, conoscenze e rendendo talmente fragili le nostre certezze da sostituirle con una fedeltà assoluta, irrazionale e cieca nella setta, unico luogo dove possiamo essere apprezzati e considerati. E’ la capacità di plagiare le persone, di portarle a dimenticare i loro legami familiari e personali per sacrificare denaro e vita in favore di una presunta pace e armonia universali.
Il viaggio verso il puro spirito è essenzialmente un processo verso una vita sempre più attiva. Preghiera, meditazione, studio: sono tutte azioni. Il rimpianto è inazione ed è utile solo nella misura in cui ci spinge in avanti, ad agire di più.
Ancora una volta Robert Galbraight fa centro, nonostante la mole, 1100 pagine che non annoiano mai, anche grazie all’alchimia che c’è fra i due protagonisti. Un’intesa che è cresciuta libro dopo libro e che dovrà prima o poi essere risolta dall’autrice.
E’ ormai chiaro, almeno ai lettori, un po’ meno probabilmente ai due soci, che la profonda amicizia che li lega nasconda anche un sentimento più complesso che deve necessariamente essere risolto. Il tira e molla tra di loro comincia a mostrare la corda, ma il finale, stavolta spiazzante e aperto, lascia intravedere uno spiraglio che si spera venga analizzato nel prossimo romanzo. Sia Cormoran che Robin sono pronti, hanno lasciato andare parecchi fardelli del loro passato e soprattutto Cormoran è consapevole che per essere felici bisogna fare delle scelte che possono richiedere fatica.
La felicità è una scelta che a volte richiede uno sforzo, e per lui era arrivato il momento di fare quello sforzo.
Sepolcro in agguato di Robert Galbraith [The Running Grave (2023)] – Salani editore (2024) Traduttore: Valentina Daniele, Barbara Ronca, Laura Serra, Loredana Serratore pag. 1101