Un cuore nero inchiostro è il sesto romanzo di Robert Galbraith della serie con protagonisti Cormoran Strike e Robin Ellacott.
Quando prendi in mano un libro di quasi 1200 pagine, a parte il fatto che sai già che sarà un problema portarselo dietro, leggerlo senza rischiare una rottura di qualche osso o lo sfondamento del naso caso mai ti cadesse in faccia mentre sei a letto, dai per scontato che ti ci vorranno minimo due settimane a leggerlo forse di più. Impossibile farlo in meno, no? No se ti trovi tra le mani un giallo intrigante, scritto benissimo, con due personaggi sempre più affascinanti che affronta temi estremamente attuali e non vedi l’ora di scoprire l’assassino, che ovviamente viene svelato a poche pagine dalla fine.
Ho scelto di leggere questo malloppo, a circa un mese dalla fine del precedente Sangue inquieto, un po’ perché ero curiosa di vedere come sarebbero proseguite le dinamiche tra i due protagonisti, un po’ per non perdere le fila di tutte le storie orizzontali che sono sempre disseminate nei libri seriali. E se il precedente seppur interessante, alla fine mi aveva annoiato e avevo trovato le mille pagine decisamente troppe, questo mi ha catturato dall’inizio alla fine.
L’agenzia investigativa di Cormoran Strike e Robin Ellacott è stracarica di lavoro, i clienti accettano lunghe liste di attesa pur di essere presi in carico dai due investigatori e dai loro collaboratori. Per questo quando una donna scarmigliata e sconvolta si presenta in agenzia, scongiurando di aiutarla a scoprire l’identità di una misteriosa figura che la perseguita online, Robin, seppur incuriosita, declina il caso. La donna è Edie Ledwell, una delle creatrici di Un cuore nero inchiostro, una serie animata divenuta famosa su YouTube, poi comprata da Netflix, da cui due fan, Anomia e Morehouse, hanno creato un videogioco, “Il gioco di Drek”, basato sui personaggi della serie. Anomia, particolarmente attivo e seguito sul web, in particolare Twitter, dopo un iniziale entusiasmo, è diventato sempre più violento nei confronti della donna: la sua è diventata una campagna di odio. Ed Edie è intenzionata a scoprire chi si nasconde dietro a quel nickname, convinta che sia qualcuno che la conosce perfettamente nella vita “vera”, visto che conosce molti particolari del suo privato.
Quando la donna viene ritrovata uccisa nel cimitero di Highgate dove è ambientata la serie e il suo socio ferito gravemente, Strike e Robin vengono incaricati di scoprire chi si cela dietro il nome di Anomia e se lui sia responsabile della morte della donna.
Inizio un’indagine serrata, in cui tutti possono essere colpevoli, resa più complicata dalla necessità di scoprire chi si nasconde dietro i vari nickname dei moderatori del gioco e delle pagine di Twitter. La narrazione vera e propria è infatti intervallata da pagine in cui vengono trascritti gli scambi tra i vari personaggi sulle chat del gioco e riprodotti i tweet di commento, che rendono la lettura più variegata seppur a volte leggermente straniante.
I due investigatori si troveranno alle prese con un giallo estremamente attuale, che fa riflettere sulla forza dei social e sul loro impatto nel mondo circostante, su quanto anche una singola parola possa diventare dirompente se comunicata con i mezzi giusti, sull’effetto boomerang di quel che diventa virale. E rappresenta anche una riflessione su quanto si cela dietro uno schermo, di come identità, aspetto fisico, biografia, in una parola l’intera esistenza, possa essere rielaborata e plasmata, indossando i panni di chi vorremmo essere, perché, nascosti dietro ad una maschera virtuale, tutte le insicurezze e inadeguatezze vengono dissimulate e si può diventare chi si vuole. Inevitabile la critica al mondo dei social e a quell’atteggiamento spavaldo e spesso violento che caratterizza una buona fetta di chi si nasconde dietro una tastiera, utilizzando nomi di fantasia. Tra i temi affrontati, oltre a disabilità, disagio sociale, ideologie estremiste, sessismo, omofobia, spicca il cyberbullismo, e il modo subdolo in cui chi vuole creare dissenso o fare da catalizzatore di certe prese di posizione può farlo, diffondendo notizie, spesso false, influenzando, così, l’opinione di chi legge. Lo schermo virtuale diventa anche reale perché permette una sorta di deresponsabilizzazione di chi inneggia all’odio, perché, nascosto dietro una tastiera, può permettersi di essere coraggioso, di offendere, di insultare, di manipolare, senza assumersi alcun tipo di responsabilità. I I social possono essere una risorsa preziosa, ma allo stesso tempo anche un “luogo” pericolosissimo, terreno fertile anche per tanti movimenti estremisti e terroristi per fare proseliti.
Impossibile a questo proposito non pensare che nel delineare alcune delle critiche e delle incredibili pressioni che subisce la vittima del libro Robert Galbtraith, alias J.K. Rowling, abbia in qualche modo parlato di se stessa.
Un cuore nero inchiostro è, dunque, un romanzo stratificato, complesso, arguto. Un libro caratterizzato da molteplici tasselli che prendono forma e campo. Nulla è dato per scontato e nulla è come appare. Il romanzo risulta godibilissimo, scritto, come sempre magnificamente, con una prosa pulita, e l’autrice riesce a mantenere costante l’attenzione del lettore, che desidera conoscere chi si nasconde dietro Anomia e se ha ucciso Edie.
Ovviamente continuano anche le dinamiche, incomprensibili, dei due soci, amici, innamorati inconsapevoli, che brillano di acume nel risolvere i casi più intricati ma diventano totalmente inetti quando si tratta di fare chiarezza nei reciproci sentimenti.
Un cuore nero inchiostro di Robert Galbraith [The Ink Black Heart (2022)] – Salani editore (2022) Traduttore: Valentina Daniele, Barbara Ronca, Laura Serra, Loredana Serratore pag. 1173