Se dovessi definire con un’unica parola questo romanzo questa sarebbe: contrapposizioni. Contrapposizioni di luoghi, di personalità, di classi sociali, di modi di vivere.
Sebbene venga definito una storia d’amore, tra queste pagine c’è molto di più.
C’è il fortissimo contrasto tra il Nord e il Sud, il Nord industrializzato in cui la lotta di classe l’antagonismo tra padroni ed operai è fortissima e il Sud agricolo e pacifico, più legato all’andamento naturale, alla periodicità dei lavori agricoli. Ma anche la contrapposizione di entrambi con la Londra dei salotti, dell’alta società, delle cene o dei balli in cui si parla di tutto e di niente.
Un contrasto che è fatto anche di descrizioni di paesaggi: il Nord grigio e nebbioso anche a causa dei continui fumi che escono dalle ciminiere delle fabbriche, delle case costruite una a ridosso dell’altra che lasciano ben poco spazio ai colori del cielo e dove il sole è quasi una chimera e il Sud in cui la natura offre appagamento alla vista e all’anima: gli spazi aperti, le fattorie circondate di pascoli, puntellati di fiori, diversi a seconda delle stagioni, i boschi, che rappresentano macchie di colori diversi e il sole presenza ristoratrice costante.
A questa differenza di climi si contrappongono quasi inevitabilmente anche modi di vita diversi per chi vi abita. L’operosità del Nord, che, in piena rivoluzione industriale, mostra anche l’aspetto più duro del lavoro, spesso sottopagato, senza nessuna assicurazione sociale, dai ritmi e gli orari massacranti e un costante antagonismo di classe, tra padroni e operai, i primi che chiedono solo di produrre di più ad un costo minore, i secondi che rivendicano migliori paghe e maggiori garanzie, che sfocia in scioperi, lotte manifestazioni e violenze. E il Sud comunque povero per la costante necessità di scandire e adeguare il lavoro ai ritmi stagionali e climatici.
Personaggio centrale del romanzo è Margaret Hale, fulcro ed elemento che accomuna Nord e Sud. Una ragazza che cresce tra la bucolica bellezza della campagna di Helstone, dove il padre è sacerdote, e Londra, dove vivono la zia e la cugina. Quando quest’ultima si sposa fa ritorno alla sua casa, un luogo in cui Margaret si sente in pace con se stessa, in totale armonia con la natura, circondata dalla bellezza del creato, dove può condurre una vita più libera e semplice, lontana da quella piena di rigide convenzioni e regole sociali che scandiva il suo soggiorno a casa della zia. Ma la sua tranquillità è scossa dall’annuncio del padre, che, a seguito di una crisi di coscienza, sceglie di abbandonare il ruolo di pastore, lasciare la canonica e raggiungere Milton, una popolosa città manifatturiera del Nord, dove potrà trovare impiego come precettore privato, su consiglio di un vecchio amico di Oxford, Mr Bell.
Per Margaret il cambiamento è radicale, dall’aria pura della campagna, alla nube di calugine prodotta dalle fabbriche che avvolge tutto, dal verde degli alberi e gli spazi dove l’occhio corre libero, alle strade piene di merci, di carretti e le case una accanto all’altra affastellate a coprire ogni angolo di visuale. A poco a poco però la sua voglia di aiutare i genitori ad integrarsi e scoprire cosa nasconda la nuova città hanno la meglio. L’incontro con Bessy Higgins e con suo padre Nicholas, sindacalista impegnato in maniera attiva nel movimento operaio, la portano in contatto con un mondo nuovo.
Un mondo che vede i padroni, che hanno investito capitale e tempo nell’organizzazione industriale contrapposti agli operai che possiedono solo la loro forza lavoro. I primi sono terrorizzati dallo spettro degli scioperi e dal fallimento che ne potrebbe derivare, i secondi dalla fame per se’ e i propri figli, in caso di una paga inadeguata. Margaret assiste ai contrasti tra i primi e i secondi, rivendicando una sua idea e un suo costante desiderio di mediare tra le due posizioni.
Qui incontra anche John Thornton, un uomo che si è fatto da solo, che è giunto a possedere una fabbrica e a ricoprire un ruolo sociale solo grazie alla determinazione e all’impegno che ci ha messo.
Margaret e John sono personaggi differenti per origini, educazione, e formazione. E le loro idee così diverse inevitabilmente si scontrano. Difficoltà a confrontarsi, segreti impossibili da rivelare, preconcetti, insomma orgoglio e pregiudizio da parte di entrambe le parti. Lei appare fredda e altezzosa, lui arrogante e presuntuoso. Eppure, in fondo in fondo c’è una scintilla tra questi due personaggi che per quasi cinquecento pagine si incontreranno, scontreranno e rincorreranno a perdifiato.
Margaret è una donna moderna, decisa, intraprendente, per tanti versi estremamente distante dalle dame in crinolina, ingessate e costrette in rituali e regole rigide, si muove con una certa libertà nel mondo degli uomini, rivendicando un ruolo e un’autonomia ancora piuttosto rari nella società vittoriana.
Nord e sud è sicuramente un romanzo di formazione – Margaret cresce, si evolve, matura, la sofferenza, i cambiamenti, le scelte che la vita le imporrà metteranno il suo sigillo sulla trasformazione di questa ragazza in una donna decisa e sicura di sé – ma anche di critica sociale, una fotografia dell’Inghilterra di metà ottocento, dominata dalla rivoluzione industriale e funestata dalla contrapposizione sempre più pesante tra ricchi e poveri, tra chi emerge e chi affonda, con al suo interno la nascita di una storia d’amore.
Aveva capito cos’era l’amore: un acuto dolore, un’esperienza atroce, in mezzo alle fiamme del quale era costretto a dimenarsi! Ma avrebbe attraversato quella fornace lottando e avrebbe raggiunto la serenità della mezza età, molto più ricco e umano per aver sperimentato quella smisurata passione.
Elizabeth Gaskell, sebbene meno conosciuta di Jane Austen, o delle sorelle Brontë, nonostante fosse amica di Charlotte, di cui scrisse la biografia e conoscesse anche Charles Dickens, sul cui periodico settimanale Household Words pubblicò a puntate dal 1854 al 1855 questo romanzo, che voleva intitolare Margaret Hale in onore alla protagonista, è sicuramente un’autrice da recuperare.
Nord e Sud di Elizabeth Gaskell – elliot (2019) – pag. 508