Era da tanto che volevo leggere Annie Ernaux, ero attratta da quei titoli brevi e dal modo in cui chi l’aveva letta descriveva la sua prosa: secca, tagliente, essenziale. Dopo che ha vinto il Nobel per la letteratura mi sono detta che era arrivato il momento di scoprirla e ho chiesto ad Elena @lettricegeniale se mi suggeriva da quale partire. Risposta? Inizia da Memoria di ragazza, se ti piace, vai avanti…
Ho letto questo memoir che ripercorre un particolare episodio della giovinezza dell’autrice, accaduto nel 1958, mentre la Francia era alle prese con la guerra d’Algeria, il 1968 con le sue rivolte ed aperture era ancora solo un miraggio e la massima aspirazione per una donna era fare l’insegnante, e mi sono trovata completamente assorbita. Scaraventata nella ricerca, per certi versi, ossessiva che l’autrice francese dedica ad un ricordo e alla ragazza che era.
L’autrice francese sente la necessità di andare a cercare nella memoria la Annie dei 18 anni, cresciuta in una famiglia proprietaria di un piccolo emporio. Una ragazza che per la prima volta assapora la libertà di un’esperienza lontana da casa; in un ambiente nuovo, con nuove conoscenze ed esperienze da fare e confonde la libertà con una sorta di sfrenatezza, che la porteranno ad essere additata, a vivere esperienze, che sono a metà tra essere scelte ed essere subite. Una ragazza per certi versi confusa, che attende che la vita si appalesi, che le spieghi o le mostri ciò che potrà diventare o essere. In quel momento dell’esistenza in cui si procede a tentoni per prove ed errori, senza ancora la completa consapevolezza di ciò che si vuole, nella confusione di idee, aspirazioni, desideri, che si mischiano alla necessità di crearsi un futuro, di essere indipendenti, di staccarsi dalla famiglia, di uscire dall’infanzia per diventare donna. Una femminilità che dovrà passare la prova del sesso, dell’assenza di mestruazioni, del rapportato complesso con il cibo, rifugio e allo stesso tempo sdegno, che la porteranno ad abbuffarsi e ad imporsi settimane di digiuno e che anni dopo la stessa autrice scoprirà essere una malattia chiamata bulimia. Fino alla scoperta di Simone de Beauvier e della filosofia che sapranno spiegarle meglio di qualsiasi altra cosa il sentiero da percorrere.
Manuela @libraiala vedendo la lettura scelta, mi ha scritto Ernaux mi piace perché “mi smuove sempre qualcosa dentro”. Ecco, è esattamente la stessa sensazione che ho provato io. Mentre leggevo la mia mente ripensava a me ragazza, alle sfide, che come lei volevo affrontare, a quel mix di spavalderia, incoscienza e paura che credo siano il leitmotiv dei 18-20 anni.
E nella massima semplicità di questa storia, nel racconto di un’estate, nel ripercorrere con la memoria la sua esperienza di ragazza, ho intrecciato e rivisto esperienze o sensazioni mie personali. La storia raccontata di Annie si è fusa con i ricordi di Laura. Una sorta di seduta di autoanalisi perché in questo libro l’esperienza individuale diventa una sorta di archetipo in cui chi legge può riconoscere tratti di sé, arrivando quindi a dire qualcosa di universale.
Memoria di ragazza di Annie Ernaux – L’Orma editore (2017) – pag. 236