«Esiste un luogo segreto, Christopher, nel nostro mondo – che ci è stato nascosto perché fosse al sicuro – dove tutte le creature del mito vivono e prosperano ancora. I suoi abitanti lo chiamano l’Arcipelago. Sono trentaquattro isole, alcune grandi come la Danimarca, altre piccole come la piazza di una città. Su queste isole si trovano migliaia di creature magiche, che crescono i loro piccoli, invecchiano, muoiono, e poi tutto si ripete dal principio. È l’ultimo luogo magico ancora esistente.»
Christopher è un ragazzino, orfano di madre, con un padre iperprotettivo e un sorprendente capacità di attirare gli animali, durante le sue vacanze in Scozia a casa del nonno si trova coinvolto in una incredibile e stupefacente avventura mozzafiato che lo porterà a conoscere Mal e il suo grifone Gelifen, ad entrare nell’Arcipelago, a lottare per difendere e preservare quel paradiso; a stupirsi di fronte a creature fantastiche come le nereidi dai capelli d’argento, i temibili centauri, gli ippocampi, le driadi; i ratatoska; i longma; a sfuggire agli assalti di un sicario, assoldato per uccidere; ad incontrare una ciurma disposta ad aiutare i due ragazzi a combattere il male; a capire che bisogna lottare, sacrificarsi, a volte anche dover rinunciare a qualcosa che si ama per poter salvare un equilibrio fragile e prezioso.
L’universo dell’Arcipelago, infatti, ma anche la vita come la conosciamo noi, sono in pericolo perché la “Glimourie”, la magia che rende possibile la vita delle creature si sta lentamente sfaldando, qualcuno la sta contaminando e uccidendo.
Christopher e Mal dovranno scoprire chi sia l’ultimo Immortale, l’essere che, di vita in vita, si reincarna per poter conservare e mantenere questa armonia e convincerlo a tornare ad occuparsi dell’Albero della Glimourie celato da un labirinto e protetto da incantesimi e trabocchetti. I due ragazzi dovranno fare i conti con i loro sentimenti più umani, con il dolore e la sofferenza, con la consapevolezza che il motore della storia è la paura sposata con l’avidità e con il potere; che solo un amore feroce e premuroso può fare davvero la differenza.
Una storia a rotta di collo in un universo parallelo al nostro dove ancora vivono le creature del mito, dove è possibile ascoltare la saggezza incommensurabile delle sfingi, se prima si è disposti a rispondere ai loro enigmi; ad assistere al volo dei draghi; ad ammirare la corsa sfrenata degli unicorni, le creature più pure e magiche che ci siano; ma anche a doversi difendere dal terribile kraken che emerge dalle profondità marine o dalle orrende manticore che uccidono per il puro gusto di farlo.
Una storia bellissima in cui mi sono immersa totalmente, lasciandomi prendere dall’intreccio, gioendo e soffrendo con i protagonisti e riflettendo con loro sull’egoismo e la sete di arrivismo che domina l’uomo, disposto a distruggere qualsiasi cosa pur di ottenere non si sa nemmeno bene quale potere in più.
Katherine Rundell si conferma una garanzia, riesce a catturare, coinvolgere ed emozionare, catapultando il lettore in un mondo fantastico da cui si fa veramente fatica ad uscire, facendogli amare i suoi protagonisti, descritti in tutte le loro fragilità, e provando una sorta di malinconica solitudine quando si arriva all’ultima pagina.
Un fantasy per ragazzi che per descrizioni, “worldbuilding”, ma anche costruzione e profondità dei personaggi non ha nulla da invidiare ai libri “per adulti appassionante e straordinario, vivido e totalizzante assolutamente da leggere.
Imperdibile poi il “Bestiario del guardiano”, che all’inizio del libro descrive con dovizia di particolari e bellissime immagini le creature fantastiche presenti all’interno della storia.
Creature impossibili di Katherine Rundell – Rizzoli (2023) – traduzione di Mara Pace – pag. 396