La bellezza delle piccole cose

“Circondati di bellezza e non sarai mai sola”

Abituati e circondati da cose nuove, appena uscite da una fabbrica, spesso costruite con materiali scadenti e fatti con lo sfruttamento del lavoro minorile o sottopagato dell’altra parte del mondo, spesso dimentichiamo che esistono un’infinità di oggetti che nascondono una storia.

Oggetti che sono appartenuti a qualcuno, che hanno girato il mondo, che nelle pieghe della stoffa o tra le pagine di un libro nascondono un tesoro preziosissimo: una storia. Una storia che la proprietaria di un vecchio negozio dalla serranda rossa conserva e tramanda tramite piccoli cartellini attaccati agli oggetti che vende. Un antro ricco di oggetti, un luogo magico dove la nonna ha portata la giovane protagonista, quando era bambina, nel suo unico soggiorno cittadino. Perché in quella vecchia bottega di rigattiere, “Il Nuovo Mondo”, gestita da un’eccentrica signora inglese, che porta il nome della protagonista della sua storia preferita, Dorothy, Gea si è sentita accolta e compresa come non mai. Perché “Il nuovo mondo” non è un semplice negozio, ma un luogo dove trovare sé stessi attraverso gli oggetti che si scelgono. Ha indicato una scritta rossa sul muro, proprio sopra la cassa. La grafia era leggera ed elegante, un po’ scomposta: “Qui niente ha un prezzo, tutto ha un valore”.

«Ti presento Il nuovo mondo,» ha detto la nonna.

Si chiamava Il nuovo mondo, eppure era stipato di cose antiche. Nella vetrina, una pila di scatole di latta era in bilico su un tavolino accanto a una lampada a olio, un backgammon e un libro rilegato in cuoio verde foresta. C’erano anche un orso di legno, qualche ventaglio, due dadi di corno, un kimono, cornici colorate… Era una specie di soffitta incantata, uno scrigno di tesori, un mondo parallelo… La nonna mi aveva capita ancora più di quanto credevo!

All’interno del negozio, tre signore chiacchieravano animatamente. La più anziana, incarnato chiarissimo, lentiggini, una lunga treccia bianca e spessa, ci ha notato subito e io sono rimasta colpita che qualcuno potesse essere così sinceramente felice di vedere qualcun altro.»

E’ da qui che parte il nuovo libro di @lorenza.gentile che mi aveva già conquistata la scorsa estate con Le piccole libertà, un inno alla vita, alla voglia di lasciar andare quello che ci condiziona e frena il nostro essere. Qui l’autrice ci spinge a riflettere su quanto le paure, spesso immotivate, o per lo meno non controllabili, ci condizionino e limitino.

La protagonista Gea è una giovane tuttofare che vive sola in un condominio di Milano, nella zona dei Navigli. E’ abitudinaria, frequenta pochissime persone, crede nell’economia circolare e ama ridare una vita alle vecchie cose. Quegli oggetti abbandonati che possono sempre trovare un nuovo padrone, una nuova casa ed essere significativi per qualcuno, così come sono considerati spazzatura per altri.

Alle spalle ha un passato pesante: un padre ossessionato dalla possibilità di essere travolto da un evento improvviso e catastrofico, che ha deciso di ritirarsi dal mondo, in una fattoria protetta dai boschi, detta La Rocca e ha educato i due figli alla totale autosufficienza. Per i due bambini niente scuola, nessun amico, ma prove di sopravvivenza, test da superare, e costante terrore che qualcosa di inaspettato e evidentemente pericoloso possa accadere. La filosofia che ha trasmesso a Gea si basa sul “se”.

Un’ipotesi, una possibile sventura. Se il treno deragliasse. Se la pioggia non smettesse. Se non riuscissi a ottenere nuovi lavori. Se i vicini lasciassero il gas aperto. Se non trovassi l’amore. Se fosse tutta campata per aria, la mia vita?

Infondo ogni istante dell’esistenza può essere sovvertito e ribaltato da quel “se”, letto sempre e solo in negativo, ovviamente.

Gea, si è allontanata da quel mondo, ha deciso che voleva vedere cosa c’era al di là della Rocca, ha avuto coraggio seppur inconsapevolmente, ma si sente diversa dagli altri, per certi versi inferiore, i suoi amici sono Angelina l’energica proprietaria della tavola calda Il Nulla, suo figlio Eugenio, un tredicenne che sogna di diventare autista di corriera, Dalia l’ottantenne portinaia del palazzo e Trofeo che non apre mai bocca. Gea è convinta di non essere in grado di relazionarsi con altri, si sente inadeguata, non sa come rapportarsi con quelli che lei reputa “le persone normali”, ma un evento imprevisto legato al negozio “Il Nuovo Mondo”, ribalterà completamente la sua vita. Perché in quella vecchia bottega di rigattiere, dalla serranda rossa, lei si è sentita accolta e protetta per la prima volta nella sua vita. E ora che il locale è in vendita e tutto quello che vi è contenuto, oltre quello che rappresenta per il quartiere, sta per essere spazzato via, Gea sente una determinazione nuova.

La vita, scopro oggi, assomiglia a certe piante. Passi mesi a concimarle, annaffiarle e poterle e quelle non danno segni di vita. Quando te ne dimentichi, buttano fuori le prime gemme”

Questo innescherà tutta una serie di eventi, che la porterà ad incontrare persone nuove, tra cui Adelaide, commessa per necessità, ma creatrice di abiti per passione e sua figlia Aria; Achille, il geologo che la notte cammina avanti ed indietro turbandole il sonno e Beatrice, l’agente immobiliare da principio soprannominata SetaMistoLana, che è alla ricerca di una nuova strada.

Lorenza Gentile, con la sua prosa semplice, ma ricca di sfumature e di pensieri su cui si torna a ragionare anche a distanza di tempo, ci regala un libro lieve ma profondo, una riflessione su quanto la paura spesso ci impedisca di procedere, di incontrare, di agire, oltre a ricordarci l’importanza della condivisione: se siamo soli spesso possiamo fare ben poco ma se troviamo qualcuno che condivide la nostra idea o il nostro progetto questo può davvero aprire le ali ed iniziare a volare.

Perché i “se” possono essere porte verso un futuro apocalittico o per ogni genere di sciagura o disgrazia, ma possono essere anche opportunità, conoscenze, linfa nuova.

Rimango ad osservarle mentre prende forma dentro di me un pensiero semplice: la vita non si accontenta di qualcosa, vuole tutto. Non possiamo evitare gli ostacoli, né pensare di non fallire mai, ma i nostri limiti sono la nostra ricchezza: ci dicono chi siamo e dove possiamo arrivare se troviamo il coraggio. Raccontano la nostra storia e ci aiutano a scrivere il seguito.

Sbagliamo, a volte per proteggerci, altre per farci spazio, facciamo del male agli altri, spesso a noi stessi, non riusciamo a lasciar andare il passato, manchiamo il presente, perdiamo la speranza nel futuro, ma sappiamo anche ascoltarci, tendere la mano, credere in un progetto e, magari, provare a realizzarlo. In qualsiasi caso esserci l’uno per l’altro.

Queste, ora lo so, sono le cose che salvano.

Le cose che salvano di Lorenza Gentile- Feltrinelli (2023) pag. 310

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