Ci sono libri che emozionano, che lasciano anche a distanza di giorni una sensazione dolce-amara. Perché la storia che scorre sulle righe è talmente vera, i personaggi così vivi, che paiono persone che abbiamo incrociato e che, per uno strano caso, ci hanno regalato, guardandoci negli occhi, il racconto di un pezzetto della loro vita. E’ quello che mi è capitato leggendo questa trilogia, non ho potuto fare a meno di trepidare per il destino di Giovanna, Bianca, Maria, Gilda e tutte le altre e gli altri protagonisti. Ho avuto la sensazione di ascoltare la storia dei nostri nonni o bisnonni e approfondire una pagina di storia di un’Italia che ci appare lontanissima nel tempo ma che dista solo una settantina d’anni da oggi.
Leggere I ricordi non fanno rumore è come sfogliare un album di foto di famiglia o avere la fortuna di ascoltare i racconti dei nostri avi. Si sente l’eco della storia, quella che si legge nei libri, solo raccontata dalla voce dell’autrice: gli sfollamenti, la miseria, la povertà, la mancanza di notizie e poi la ricostruzione, le speranze, i sogni…
Carmen Laterza intreccia, in modo estremamente avvincente e riuscito, la storia italiana, dalla seconda guerra mondiale a fine anni settanta, con le vicende di una serie di donne tutte estremamente ben tratteggiate, la cui personalità, sogni e dolori emergono dalle pagine.
Nel primo romanzo, l’autrice riesce a trasmettere bene il clima di attesa, paura, smarrimento data dalla guerra, dalla miseria, dalla fame. Nelle sue pagine si sente la sofferenza di chi non sa che cosa gli riserva il futuro, di chi tenta un riscatto o torna a casa sperando di essere nuovamente accolto, di ritrovare ciò che ha lasciato.
Un affresco in cui emergono soprattutto le donne che lottano per sopravvivere. Giovanna condannata per un errore di gioventù, che fa di tutto per riscattarsi e dare un futuro a sua figlia. Ida che cresce una nipote e tiene duro nella speranza di rivedere la figlia. La signorina Elvira che vuole insegnare alla sua giovane allieva non solo l’arte del ricamo ma anche quella di saper bastare a se stessa, di essere autonoma ed indipendente. Bianca piccola ed indifesa, i cui occhi colgono tutto ma che non hanno ancora la capacità di comprendere quello che accade intorno a lei. Augusta incapace di affrontare la tracotanza del marito, che preferisce non vedere e finisce per non tendere la mano prima alla sorella poi alla nipote.
Gli uomini in questo affresco sono quasi assenti, figure sbiadite come il signor Colombo, sarto ebreo che cerca di rassicurare la moglie, o feroci, come Ruggero, che prevarica, afferra, toglie, arrogandosi il diritto di avere l’ultima parola. La speranza di una generazione nuova, diversa, più consapevole nasce da Vittorio, prima disertore poi partigiano e da Giuseppe, premuroso, che condivide con la cugina i libri che un maestro accorto gli regala.
Qualsiasi strada comincia con un passo, anche modesto.
Nel secondo capitolo, La perfezione dell’amore, i riflettori si puntano soprattutto su Bianca, ormai lontana dalla cascina, ossessionata dall’assenza della madre, ma anche decisa a costruirsi una vita.
Dopo aver immerso il lettore nella guerra, la miseria, la paura dei bombardamenti, ma anche la vita nei casolari di campagna, contrapposta a quella agiata e un po’ prepotente nelle case bene dei ricchi, Carmen Laterza, in questo secondo capitolo, ci porta agli anni della ricostruzione, quando tutto, dopo l’orrore della guerra, pare possibile, basta lavorare, impegnarsi e si può ottenere un futuro degno di questo nome, un futuro per i figli che nasceranno, per le nuove famiglie che si creeranno.
In questo clima di rinascita e di speranza, ritroviamo Bianca che dopo essere stata allontanata dalla cascina di Garivalda, ha trovato lavoro a Pavia, in casa di una donna senza figli, che la prende sotto la sua ala protettrice. L’incontro fortuito con Ida e Maria le permette di ricreare quella famiglia d’affetto che aveva abbandonato durante la guerra, ma la scomparsa della madre e il non sapere più niente di lei, sono come un’ombra che copre la sua neonata felicità. Felicità accresciuta dall’incontro con Arturo, ragazzo affascinante e pieno di vita che poco a poco fa breccia nel cuore della giovane.
Ma nell’Italia del dopoguerra il lavoro è poco, le condizioni economiche precarie e oltre il confine svizzero sembra esserci la promessa e la possibilità di costruire fintamente qualcosa di duraturo. Certo l’accoglienza riservata non è delle migliori, Arturo e Bianca si scontrano con la diffidenza nei confronti degli immigrati italiani, condizioni di vita miserrime, lavori pesanti e umiliazioni continue, ma dalla loro parte c’è la gioventù e soprattutto l’amore, che è la loro vera forza.
In queste pagine scorre la vita, che prende e che dà, che regala momenti di rara felicità, incontri inattesi, soddisfazioni, grandi o piccole, ma anche toglie con crudeltà o indifferenza, in una sorta di bilancia che per alcuni, alla fine, pare sempre in perdita.
I dolori non si sormontano, ma il tempo ci aiuta a camminarci intorno.
Dopo il finale spiazzante e commovente del secondo volume, il terzo, La perfezione del destino, si apre con un ritorno a casa: Bianca torna a Pavia con sua figlia Gilda e il cuore spezzato e ritrova Maria, Ida, e novità che paiono aprire una breccia nella sua desolazione. Si lancia, prima con timore e grande cautela, in una nuova impresa, sfruttando la sua incredibile bravura e perizia con i pizzi e merletti. Con il tempo riuscirà, nonostante le difficoltà e la diffidenza di un’attività al femminile, guidata da donne decise e determinate, a trasformare un semplice laboratorio artigianale in una vera e propria casa di moda. Bianca dovrà affrontare altre prove, conoscerà ancora dolori e gioie, circondata comunque dalla sua famiglia del cuore, gli amici che l’hanno aiutata e sostenuta, che hanno condiviso con lei l’essenza della vita. Carmen Laterza in questo terzo volume, oltre a raccontarci una pagina di emancipazione femminile ci mostra anche una piccola parte del lato nascosto di tanti giovani che per ribellione scelsero la lotta clandestina degli anni di piombo.
Una trilogia che racconta i cambiamenti dell’Italia, e insieme ci accompagna nella crescita di Bianca Maggi, da bambina a donna matura, forgiata dal dolore della vita ma ancora aperta a quello che può portare. Una potente storia al femminile, che ci porta in un’Italia storicamente vicina, lasciandoci scorgere ciò che si nasconde nelle pieghe delle pagine di storia.
La scrittura di Carmen Laterza è semplice e fluida ma non banale, le sue descrizioni sono vivide ed evocative. Mano a mano che la storia va avanti anche lo stile diventa sempre più intimo, nello scavare i pensieri, le paure, le emozioni più intime della protagonista. Una scrittura coinvolgente che avvolge e cattura il lettore, che ha voglia di conoscere cosa l’autrice ha ancora in serbo per i suoi personaggi.
I ricordi a volte urlano nella mente, per impedirci di lasciare andare un passato di dolore, e a volte sussurrano nel cuore, per spiegarci il presente.
I ricordi non fanno rumore di Carmen Laterza – Libroza (2020) – pag. 265
La perfezione dell’amore di Carmen Laterza – Libroza (2021) – pag. 342
La perfezione del destino di Carmen Laterza – Libroza (2022) – pag. 333