Un’occasione mancata

Carmen Korn dedica la sua trilogia al femminile a quattro donne nate all’inizio del novecento, alle prese con le vicende storiche che hanno coinvolto l’Europa e in particolare la Germania nell’ultimo millennio.

Un racconto al femminile, in cui donne forti decidono di scrivere la propria storia, di prendere in mano il proprio destino, scegliendo di studiare per avere una professione, di essere indipendenti, in cui il matrimonio e i figli non sono la regola, ma frutto di una libera scelta. Donne con una mentalità nuova che si contrappongono ad altre ancora legate ad uno stile di vita fatto di agi e privilegi da cui fanno fatica a distaccarsi.

Le protagoniste sono quattro giovani che muovono i primi passi nell’Amburgo degli anni Venti: Henny, nonostante il padre morto nella grande guerra e una madre dai modi bruschi ed autoritari che cerca di condizionare la vita della figlia, vuole solo diventare una buona ostetrica; la sua migliore amica nonché collega Kathe, comunista convinta, più emancipata e appassionata militante; Ida, rampolla di buona famiglia, ricca e viziata, che nasconde un animo ribelle sotto strati di convenzioni; e Lina, indipendente e anticonformista, deve tutto ai suoi genitori, che sono letteralmente morti di fame per garantirle la sopravvivenza. Insieme crescono e vedono il mondo trasformarsi, mentre le loro vicende personali s’intrecciano in una rete intricata di relazioni clandestine, matrimoni d’interesse, battaglie politiche e sfide lavorative, lutti e perdite, eventi grandi e piccoli tenuti insieme dal filo dell’amicizia.

Nel primo libro Figlie di una nuova era, a fare da cornice 30 anni di storia della Germania, dal 1919 con un paese uscito dalla prima guerra mondiale, offeso e ridotto alla fame, fino al 1948, con un paese ancora più allo stremo dopo il delirio e la follia del nazismo. In mezzo le leggi razziali, i bombardamenti, le delazioni, il terrore, la perdita di qualunque certezza.

Accanto alle protagoniste principali Henny, Käthe, Ida e Lisa, tanti comprimari, e tantissimi altri personaggi, uno fra tutti, il mio preferito, il dottor Kurt Landmann, che restano però appena tratteggiati.

La sensazione di fondo è di troppa carne al fuoco, troppi anni e troppi temi: l’emancipazione femminile, l’aborto, la maternità, la fame, la morte di persone care, i traumi, l’omosessualità, l’antisemitismo, il comunismo, le coppie interrazziali. Sembra quasi che Carmen Korn abbia impilato argomenti e temi senza dedicare a nessuno il giusto spazio. E la sensazione di avere di fronte una storia che avrebbe potuto essere molto più coinvolgente la fa da padrone, perché nell’affrontare alcuni argomenti come omosessualità e antisemitismo durante il Terzo Reich la frettolosità diventa superficialità. E, appena chiusa l’ultima pagina di questo libro ho immediatamente pensato che fosse un gran peccato che l’autrice, avendo a disposizione tanto materiale così interessante avesse deciso di trattarlo in modo così superficiale e frettoloso.

Le cose belle avevano un senso e non era un tradimento cercarle, immaginare un futuro migliore.

E’ tempo di ricominciare parte esattamente da dove avevamo lasciato il primo volume dedicato alle quattro donne di Amburgo. Le ritroviamo alla fine degli anni ’40, in un atmosfera ancora funestata dalla guerra: le macerie degli edifici, le strade distrutte sono ancora lì a dimostrare i bombardamenti subiti dalla città e ogni famiglia porta in sé lutti e dolori dei cinque anni precedenti.

Come dice il titolo però è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e ricostruire vite, case, carriere, professioni. Così se Henni trova l’amore nella persona che era da sempre, probabilmente, a lei destinata, Lina e la sua compagna Louise aprono una libreria. Ida, nonostante l’amore di Thian e la nascita della figlia, ha sempre quell’irrequietezza che l’aveva caratterizzata fin dall’infanzia e che riuscirà a placare solo iniziando a lavorare in un ambiente a lei congeniale, quello della moda, e vedendo la bellissima figlia farsi strada come fotomodella ricercata ed apprezzata.

Accanto ai protagonisti del primo trovano spazio le nuove leve i figli di Henni: Marike, sempre accanto all’uomo che ha scelto da bambina e non ha mai lasciato, suo fratello Klaus, la prorompente Florentine figlia di Ida e Thian, l’affascinante musicista Alex.

A fare da baricentro la sempre generosa Guste, con la sua pensione e i suoi modi ospitali, sempre pronta ad accogliere in un abbraccio persone in cerca di rifugio. E poi tanta musica, la radio (non per niente quattro dei protagonisti lavorano proprio in una radio), l’avvento della tv, i Beatles e il loro concerto ad Amburgo, ma anche le tensioni sociali, le prime avvisaglie di quanto avverrà negli anni settanta, e gli avvenimenti politici: la tensione tra occidente e unione sovietica, la crisi dei missili a Cuba, la morte di Kennedy, ma anche la costruzione del muro di Berlino e la divisone in due della città. Come già nel primo volume le vicende storiche per quanto importanti e a volte determinanti rimangono sempre sullo sfondo, non sono il punto focale della narrazione, rappresentano semplici avvenimenti che fanno da cornice alle vicende delle quattro amiche.

E così anche vicende capitate alle protagoniste, come l’alcolismo di Louise, le difficoltà di Ruth sono frettolosamente accantonate. Rispetto al primo però questo secondo capitolo mi è piaciuto decisamente di più: sarà che mi sono affezionata ai protagonisti, che sono entrata nel ritmo sincopato della narrazione, che ho capito che tra queste pagine non troverò certo introspezione o profondità. Certo vista la frettolosità con cui, soprattutto nel primo ha trattato tanti argomenti, qui alcune parti potevano decisamente essere un po’ sforbiciate, ha spesso ripetuto temi e argomenti senza aggiungere nulla di nuovo.

Infine sono arrivata al termine di questa saga famigliare. E dopo essere rimasta irritata e poco convinta dal primo, tiepida verso il secondo, ho apprezzato il terzo. Un romanzo per certi verso malinconico: le ragazze che abbiamo visto crescere e maturare nel corso degli altri libri sono ormai anziane. Louise non accetta gli anni che passano, si rifugia nella chirurgia plastica e nell’alcool. Lina cerca di assaporare gli ultimi anni di vita al meglio. Ida si rifugia nel passato. Kathe, nella consapevolezza di rimpianti che l’hanno sviata, sente che il suo tempo ormai è compiuto. Henny è la più equilibrata, quella a cui la vita dopo tanti dolori ha offerto una sorta di risarcimento.

Nuovi personaggi e nuovi amori diventano i protagonisti di queste pagine, ma i legami di amicizia creati negli anni coinvolgono e aiutano anche i più giovani.

I difetti di cui avevo già parlato per i primi due permangono, poco scavo psicologico e nessuna o quasi descrizione storica, seppure l’ambientazione nella Germania dalla fine della prima guerra mondiale agli anni ottanta avrebbe dato la possibilità all’autrice di rendere un quadro estremamente interessante dei cambiamenti del paese.

Sconsigliato a chi ama i romanzi storici e cerca un approfondimento, è però una lettura piuttosto piacevole, perché pagina dopo pagina ci si affeziona ai personaggi, si vuole saperne di più sulle loro scelte, e si viene trascinati nella “famiglia di amici” raccontati da Carmen Korn.

Alla fine rimane l’amarezza di avere tra le mani un bel canovaccio che in mano ad un autore più capace sarebbe diventato una bella storia: davvero un’occasione mancata.

Figlie di una nuova era di Carmen Korn – Fazi editore (2018) – pag. 522

E’ tempo di ricominciare di Carmen Korn – Fazi editore (2019) – pag. 562

Aria di novità di Carmen Korn – Fazi editore (2020) – pag. 525

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