Non è certo una novità che gli dei dell’Olimpo siano contraddistinti dai peggiori vizi di cui un essere umano si può macchiare: invidia, gelosia, odio. La loro potenza e il loro fulgore espressione delle forze naturali e delle disposizioni dell’animo, delle inclinazioni, entusiasmi, furori umani si disperdono spesso in beghe di poco conto, in zuffe da condominio, in atteggiamenti che tutto sono tranne che divini.
Non è quindi difficile immaginare la loro essenza divina imprigionata in spoglie mortali fatte di carne, ossa, ma soprattutto sentimenti, pregi e difetti di cui l’essere umano è caratterizzato.
Cosa accadrebbe, infatti, se la famiglia più disfunzionale della mitologia fosse realmente vissuta? Se le vicende di tradimenti, furiosi litigi, vendette e umiliazioni, tramandate da secoli, fossero le vicende reali di una famiglia americana?
E’ quello che racconta Stacey Swann, compiendo una metamorfosi irreversibile e assolutamente originale, in Infelici gli dei. L’autrice statunitense prende gli archetipi del mondo greco, in particolare degli dei dell’Olimpo e li infonde in una vicenda moderna. Così facendo, trasporta il lettore in un assolato e selvaggio Texas in cui la natura appare ancora primordiale, ad una cittadina chiamata Olympus dove vive la famiglia Briscoe. Una famiglia segnata dall’infedeltà del capostipite, che ha avuto sei figli da tre differenti donne, e in cui l’apparente tranquillità è minata dai tanti non detto e dal risentimento che ognuno dei protagonisti sente nei confronti degli altri componenti. Tutti i personaggi sono consapevoli dei demoni interiori che si portano dietro: Peter deve combattere con la lussuria; June con il sentimento che prova per il marito, ma anche con l’ira distruttiva che la rode dentro; Hap, abile artista, con l’invidia per il fratello; Vera con la sua superbia e una fragilità di fondo ben nascosta dalla sua incredibile bellezza; March con la violenza incontrollata che si scatena quando perde il controllo; Arlo con la gelosia verso la gemella Artie a cui lo lega un patto fatto da piccoli; Thea da un fondo di perfezione innata che la porta a disprezzare tutti.
Come in una moderna tragedia, la famiglia Briscoe sente che la resa dei conti è vicina, che tutto quello che è stato nascosto, trascurato o accantonato presenterà l’inevitabile conto. Sente che sta correndo a perdifiato verso una rottura che, oltre al dolore, porterà un nuovo equilibrio e una definitiva catarsi finale.
Tra scene di caccia, tradimenti, barbecue, omicidi, scazzottate, litigi, funerali, confessioni da cene della domenica, rivelazioni improvvise e deliri collettivi, tra le pagine di questo romanzo si assiste alla trasposizione del mito: Artemide e Orione, con il loro amore spezzato dalla gelosia di Apollo, l’ ”affollato” matrimonio tra Zeus e Era e tutti i figli che il re degli dei ha sparpagliato per il mondo; la relazione tra Ares e Afrodite di cui si fa beffe, dileggiando anche se stesso, Efesto.
Un romanzo amaro che può essere letto come storia a se’ di una famiglia complessa in via di disfacimento, oppure andando a caccia dei mille riferimenti alla mitologia di cui è disseminato.
Per chi ama i miti il piacere sarà duplice, perché oltre a cercare indizi e caratteristiche legati alle divinità, sarà l’ennesima dimostrazione di come il mondo greco e i suoi riferimenti culturali siano ancora metro e fondamento della nostra cultura.
Infelici gli dei di Stacey Swann – Bompiani (2021) – pag. 387