Sophie Anderson ha la rara capacità di scrivere delle bellissime favole.
Se La casa che ti porta via rimane personalmente il suo libro migliore, un vero e proprio gioiellino, pieno di magia e di spunti di riflessione, Il castello incantato di Olia riprende alcuni dei temi già affrontati e trasporta il lettore in una terra in cui la magia scorre liberamente ed è possibile incontrare personaggi del folklore slavo e russo e vivere un’avventura a rotta di collo.
Magnolia, detta Olia, vive con la sua famiglia, composta dai genitori, la sorellina Rosa e la magnifica e saggia nonna Babusya, in un magnifico castello con 33 cupole e infinite guglie che risplendono al sole, si innalzano verso il cielo e scintillano alla luce della luna. Un luogo che trasuda magia, ma che nasconde anche non pochi misteri. Misteri che Olia con la sua innata curiosità è intenzionata a svelare. Sono tantissimi gli angoli della sua dimora che ancora non conosce, per lei ogni occasione è buona per esplorare una stanza, un soppalco e scoprire qualche angolo della casa ancestrale della sua famiglia. E’ il luogo in cui sta crescendo e che vuole far conoscere alla sorellina Rosa, non appena sarà abbastanza grande da poterla portare con sé alla scoperta di Castel Mila.
Alla vigilia della festa del Plenilunio, occasione di festa per tutto il villaggio riunito nella Sala Grande, però, una misteriosa ed inquietante tempesta comincia a scuotere il castello. E’ l’inizio di un viaggio che porterà Olia a scoprire cosa si nasconde nelle cupole, qual è la misteriosa storia della sua famiglia e a prendere decisioni difficili ma necessarie per il bene della sopravvivenza di tutti.
Come dicevo all’inizio una vera e propria fiaba, di iniziazione e di crescita, un percorso di consapevolezza che la protagonista dovrà fare, aiutata da una miriade di personaggi che incontrerà via via sul suo cammino. Un viaggio popolato da animali e figure di ogni sorta: dal “domovoi”, (spirito della casa) Feliks, alla “Rusalka” (spirito dell’acqua) Cascadia, dall’enorme gigante dalla testa staccata Golov, al “leshiye” (spirito degli alberi) Dub, dalla “kikimora” Ludmila, allo stregone Chernomor, per finire ai cavalli volanti, alla casa dalle zampe di gallina dove vive il vecchissimo Deda Yaga.
La sua è una corsa contro il tempo, determinata a salvare la sua casa, ma anche a fare la scelta giusta per il benessere di tutte le creature.
Estremamente interessante il modo in cui l’autrice spinge la ragazzina e, di conseguenza, il lettore a domandarsi se quello che appare come giusto lo sia davvero fino in fondo. Un modo per far comprendere come spesso sia necessario conoscere tutte le versioni di una storia e osservare un problema da ogni possibile prospettiva perché la realtà è ben più complessa e composita di quanto apparentemente sembri. E quello che balza immanentemente agli occhi, non è detto che sia sempre la scelta corretta.
“Ricordati di guardare le cose da ogni angolatura, di vedere con il cuore e di credere in te stessa” le parole di Babusya sono un monito e un incoraggiamento per Olia, ma ricordano anche a noi, come spesso ci lasciamo condizionare dal pregiudizio senza analizzare bene i problemi e prendere decisioni davvero meditate.
“Mi sono sentita in colpa stamattina, dopo che sono entrata nella Sala Grande. Tremo ancora al pensiero della caduta. Koshka mi guarda confusa. «È stato il primo dei molti errori che ho commesso oggi», spiego. «Ho camminato su un pavimento instabile, sono precipitata da un’altezza assurda e ho ferito la mia migliore amica. Mia nonna, Babusya, ha detto solo: “Vivere significa commettere errori”. Non avevo capito cosa intendesse, ma ora sì. Sbagliare significa che ci stiamo provando, che stiamo facendo qualcosa, vivendo un’avventura e imparando. Significa che stiamo vivendo. Ho commesso così tanti errori in questo viaggio, ma ho conosciuto questa terra, e la magia, e ho capito chi sono e chi voglio essere. Mi sono resa conto che sono in grado di fare più di quanto abbia ritenuto possibile, ma che devo ascoltare il mio cuore, e non essere precipitosa nelle decisioni…»”.
Un’immersione straordinaria e vertiginosa nel folklore russo, una storia di crescita e di cambiamento, con una sorpresa finale per chi ha letto e amato La casa che ti porta via.
Il castello incantato di Olia di Sophie Anderson – Rizzoli (2021) – pag. 359