Erano anni che avevo questo romanzo in libreria. Lo avevo acquistato quando era uscito attirata dalla bellissima copertina e dalla trama inusuale. Poi come mi capita spesso non ho mai trovato il momento giusto per leggerlo, doveva arrivare Mariella @attorcigliata a propormi una lettura condivisa e un gdl, a farmi decidere che era arrivato il momento perfetto per conoscere la storia di Nella.
Oltretutto sarà che ho sempre avuto una passione per gli oggetti in miniatura, da piccola la casa di bambola arredata con i mobili in legno e i piccoli accessori che la completavano era uno dei miei giochi preferiti, come si può notare dalla foto, che comprende oggetti recuperati dalle scatole dei giochi dei figli, ma che, in realtà, sono miei giocattoli che hanno resistito al tempo.
E pensare a cosa doveva essere una casa con quelle caratteristiche e quale fosse l’abilità degli artigiani che riuscivano a rendere perfettamente gli oggetti di uso comune rimpicciolendoli e creando piccoli e meravigliosi capolavori, mi ha completamente conquistata.
E una volta iniziato, sono stata risucchiata dalle pagine di questo romanzo. L’atmosfera di mistero che aleggia tra le sue pagine, la storia che nasconde più che svelare mi ha catturata.
Un romanzo, ambientato nel 1686 ad Amsterdam, che riecheggia le atmosfere de La ragazza dall’orecchino di perle, nel silenzio della casa, in quei grandi quadri raffiguranti le nature morte, nel freddo che si insinua dagli spifferi, nella descrizione dei canali che durante l’inverno gelano e coprono tutto quello che scorre dentro, negli sguardi curiosi e malevoli di chi sbircia dalle finestre, nel benessere economico dei mercanti e nella pochezza morale dell’amministrazione cittadina, attaccata ad un perbenismo di facciata che non si ferma di fronte a nulla. Eppure ne Il Miniaturista c’è molto di più, oltre alle descrizioni che rendono vivido e permettono di immergersi completamente nella storia, c’è una trama piena di misteri, di ambiguità che avviluppano il lettore.
Un romanzo avvolgente e di atmosfera, che racchiude una marea di segreti, di cose non dette, in cui nessuno è come appare a prima vista.
E’ la storia di Petronella, detta Nella, una giovane piuttosto ingenua che viene dalla campagna e arriva ad Amsterdam dopo essersi sposata con un uomo più vecchio di lei, un mercante abile e ricco, che le dona, come regalo di nozze, la miniatura della loro casa, un’opera di stupefacente bellezza e straordinario valore. Una casa di bambola da arredare e arricchire a suo piacimento. Un dono che lascia la giovane stupefatta, affascinata ma anche perplessa per lo strano dono. Una casa di bambola come regalo di nozze ad una giovane donna, che non dovrebbe più giocare con le bambole, ma occuparsi di una casa sua, è per lo meno strano. L’arrivo della casa la metterà in contatto con il miniaturista del titolo, un artigiano di indicibile valore, capace di riprodurre magistralmente qualsiasi oggetto miniaturizzandolo. Ma anche una persona sfuggente e misteriosa che pare avere la capacità di cogliere fatti e avvenimenti ancora prima che accadono, che pare sapere molto più di quanto non dovrebbe, che nel mandarle gli oggetti con cui arredare la casa in miniatura, dimostra una conoscenza approfondita e, per certi versi, inquietante della casa, e i suoi abitanti e dei tanti segreti che quelle mura nascondono. Elemento che ovviamente affascina ma altrettanto turba la giovane che a poco a poco penetra nei misteri e segreti della famiglia e della casa in cui è arrivata.
Impossibile dire di più senza svelare una trama che invece deve rimanere il più possibile celata.
Jessie Burton, oltre a catturare il lettore con il magnetismo delle descrizioni e immergendolo in questo clima di detto non detto, che incuriosisce ed inquieta, ci regala dei personaggi complessi che appaiono in tutte le loro contraddizioni e sfaccettature e che evolvono con lo sviluppo della storia.
Oltre a Nella, giovane ingenua, che sarà costretta a crescere e a prendere su di sé il peso della famiglia, facendo i conti con una realtà meno edulcorata di quello che credeva, il marito Johannes Brandt, uomo affascinante, aperto al mondo che ha scoperto grazie ai suoi numerosi viaggi, sua sorella Marin, ieratica e distaccata, che pare avere il controllo assoluto della casa che dirige e di cui fanno parte i due servitori Cornelia, giovane orfana, accolta in casa, affezionata e fedele, sebbene molto curiosa e Otto o Toot, un giovane nero comprato nel Suriname e divenuto parte integrante della famiglia.
Un romanzo in cui l’atmosfera conta, per certi versi, più della trama, che comunque regala colpi di scena e stravolgimenti.
E offre un interessante riflessione sull’ipocrisia imperante oggi come allora, in cui la religione diventa metro di giudizio per condannare senza appello le scelte personali. Il peccato, che si intreccia all’avidità, la posizione sociale e il successo che generano incredibili invidie.
Il Miniaturista di Jessie Burton – Bompiani (2015) -pag. 440