Quanta gioia regala questo libro e quanta tenerezza fa questa ragazzina speciale.
Pollyanna, orfana di madre, ha vissuto per anni con il padre in una missione, ricevendo dei barili della beneficenza, accontentandosi di vestiti usati, di cose lasciate da altri, avendo come riferimento le “signore della beneficenza”, signore che preferiscono fare del bene lontano, anziché aiutare chi hanno davanti. Alla morte del padre viene mandata dall’unica parente che ha, una zia, che vive sola, rigida e piena di regole, che le impone di non parlarle mai del padre né della vita che conduceva prima. La bambina non si abbatte per lei “il gioco dell’essere semplicemente felice” che ha ideato suo padre è il modo per accettare la realtà e vedere sempre il lato migliore di ogni cosa. A poco poco l’atteggiamento della bambina fa cambiare tutta la piccola comunità, perché tutti, in qualche modo, iniziano a fare il suo gioco. A tutti Pollyanna regala il suo sguardo fiducioso, la sua idea che in ogni cosa, anche nella più brutta si può vedere qualcosa di buono e di conseguenza esserne felici. E anzi più brutta è la realtà, più difficile è il gioco, più soddisfazioni dà alla fine.
«L’intero paese sta giocando al gioco, e l’intero paese è perfettamente felice… e tutto grazie ad una ragazzina che ha insegnato alla gente un nuovo gioco, e come giocarci»
Che strano libro!
Per certi versi irritante, perché cosa ci può essere di bello nella morte di un genitore, nel vivere della beneficenza altrui, nel vedere in ogni cosa anche la più banale qualcosa di eccitante e di cui essere contenta. Eppure anche estremamente positivo, perché spesso tendiamo a crogiolarci nel dolore, nelle mancanza, in quello che vorremmo avere e non abbiamo: nei soldi che ci mancano, nel lavoro che non è all’altezza delle nostre aspettative, nell’amore che non arriva, nelle preoccupazioni quotidiane, e così facendo perdiamo completamente di vista il bello delle piccole cose. Sembra filosofia da quattro soldi, ma imparare a vivere la vita di ogni attimo e assaporare la bellezza di quel momento può essere davvero istruttivo e soprattutto salvifico. Può farci accantonare il livore, la rabbia, l’insoddisfazione, l’inquietudine che non ci dà nulla e avvelena la nostra esistenza e cominciare a vedere il bicchiere mezzo pieno.
Eppure apprezzare la forma strana di una nuvola in cielo, assaporare un caffè particolarmente buono, godere di una passeggiata, di una chiacchierata con un’amica, di un bacio rubato, o della gioia dei momenti trascorsi con le persone che abbiamo accanto, rende migliore qualunque giornata e ci regala ricordi preziosi a cui accedere ogni volta che ne abbiamo bisogno.
In una società fondata sull’insoddisfazione, sull’ansia di avere sempre di più e sul voler essere sempre meglio degli altri, in un’assurda e per certi versi incomprensibile competizione, il messaggio di Pollyanna è balsamo, è vedere la vita con occhi nuovi, è sorridere delle piccole cose, è accettare ogni regalo della vita con animo grato e viso sorridente.
Il volume è arricchito dalle illustrazioni di Massimiliano Modica
Polly-Anna di Eleanor H. Porter – Caravaggio Editore (2020) – pag. 300