Che delizia questa fiaba scritta dall’autore de Il mago di Oz per raccontarci le origini di Babbo Natale.
Inizio fiabesco in piena regola, con un bambino abbandonato ed una bellissima fata che lo salva e lo accoglie.
«Dopo essere stato adottato come bambino della foresta ed essere stato compagno di giochi delle ninfe, sarai sempre, in qualche modo, speciale rispetto agli altri esseri della tua specie.»
Il mondo descritto è popolato da elfi, nani, gnomi, fate, ninfe e creature di ogni specie fatata. C’è anche Ak che regna all’armonia di questo universo immortale. Ed è quest’ultimo che porta il bambino a vedere i suoi simili, gli umani, che di tutto questo splendore non hanno altro che qualche vago sentore. Il piccolo sensibile rimane colpito dalla miseria e dalla povertà che contraddistingue la vita umana, decide che deve portare anche a loro un po’ di quanto ha ricevuto e cercare di renderli almeno un pochino felici. Installatosi nella Valle Ridente comincia a costruire animali in legno molto verosimili e, aiutato dagli elfi che gli donano i colori necessari a restituire agli animali i loro veri colori, li rende meravigliosi.
Le bambole, aveva scoperto, erano i giochi preferiti delle bambine. Claus allora decise di farne molte, di tutte le forme, e di vestirle con abiti dai colori vivaci. Ai bambini – ma anche ad alcune ragazze – piacevano i pupazzi a forma di animale; così costruì altri gatti, elefanti e cavalli. E molti dei suoi piccoli amici amavano la musica e desideravano tamburi e corni e cimbali e fischietti. Così produsse un’intera serie di tamburi giocattolo, con piccole bacchette, e costruì fischietti col legno dei salici e corni con le canne di palude e cimbali con pezzo di metallo battuto.
Inizia così a regalarli ai bambini che ne rimangono estasiasti. Prima solo ai bambini poveri, poi a tutti i bambini perché ogni bambino ricco o povero che sia deve avere un briciolo di felicità.
«E ora dimmi,» le disse Claus, «devo dare i miei giocattoli anche ai bambini ricchi?»
«Noi della foresta non sappiamo nulla della ricchezza. A me sembra che i bambini sono tutti uguali, perché sono tutti fatti della stessa materia, e le ricchezze sono come un abito, che può essere indossato o messo da parte, lasciando il bambino immutato […] perché, siano ricchi o poveri, è naturale che tutti i bambini desiderino un giocattolo. Il cuore della ricca Bessie soffre quanto quello della povera Mayrie – anche lei può sentirsi sola e infelice o allegra e contenta. Penso, mio caro Claus, che sia tuo dovere rendere tutti i bambini felici indipendentemente che vivano in un palazzo o in una catapecchia.»
A poco a poco quello che è nato come un passatempo, si trasforma in un vero e proprio lavoro in cui coinvolge anche le creature immortali della foresta.
Riesce anche ad ottenere dai nani il permesso di utilizzare le renne che riescono a portarlo in paesi via via più lontani per riuscire a regalare ad ogni bambino il suo momento di gioia e di spensieratezza.
Ma Claus è umano e il tempo passa inesorabilmente anche per lui. Si avvicina il momento in cui dovrà lasciare la terra e di conseguenza anche smettere di distribuire doni ai bambini del mondo. L’intervento di Ak sarà risolutivo per il destino di Claus ma anche per l’inizio di una delle più belle tradizioni di ogni tempo: una slitta fatata guidata da un vecchio dalla barba bianca vestito di rosso che in una notte speciale distribuisce doni a tutti i bambini dl mondo ed esaudisce i loro piccoli o grandi desideri.
In questo piccolo libriccino, poco più di centotrenta pagine, l’autore de Il meraviglioso mago di Oz ci regala una fiaba natalizia in piena regola, che ci offre un’ulteriore immagine per comprendere come all’origine di Babbo Natale ci sia un uomo che fa della generosità, del dono, il senso della sua esistenza.
Dalla creazione dei giocattoli, all’aiuto degli elfi, dalla slitta tirata dalla renne, al passare per i camini, dall’origine della notte di Natale, al perché si chiama Santa, fino alle tradizioni delle calze appese e dell’albero di Natale, tutto viene raccontato in questa meravigliosa fiaba.
La vita e le avventure di Babbo Natale di L. Frank Baum – Mattioli 1885 (2010) – traduzione di Nicola Manuppelli – pag. 139