Il viaggio di Coyote prosegue

Uno dei libri più belli letti quest’anno è stato L’imprevedibile viaggio di Coyote Sunrise di Dan Gemeinhart, che unisce avventura, riflessione e una protagonista indimenticabile. Potevo quindi non lasciarmi tentare dal secondo libro con la stessa protagonista? E con il timore che la magia non si ripetesse e potessi fare il cosiddetto salto nel vuoto ho iniziato Coyote Sunrise e il posto perfetto.

Al termine della lettura sebbene questo secondo volume non mi abbia conquistata quanto il primo, devo dire che questo romanzo ha un suo perché. Non era facile scrivere qualcosa di nuovo, cioè non fare una sorta di copia carbone della prima avventura, scavando un po’ di più nella personalità della protagonista ed approfondendo alcuni temi.

La storia inizia con la protagonista che ha finalmente realizzato uno dei suoi sogni: fermarsi, avere nuovamente una casa vera, andare a scuola, provare a farsi degli amici. Ma le cose non vanno proprio come vorrebbe. Quello che tanto desiderava non è esattamente come lo sperava, si sente sola, incompresa, anche perché il padre invece pare proprio, nonostante l’iniziale insofferenza a mettere radici, molto più aperto e propenso di lei a voltare pagina.

Sarà un ritrovamento causale, unito con l’inizio del lockdown causa covid 19 a rimettere Coyote, suo padre Rodeo a bordo dell’autobus Yager, per iniziare una nuova ricerca, con accanto ancora una volta Salvador. Ed inizierà una sorta di caccia al tesoro, con blocchi improvvisi, strade senza uscita ed inaspettati colpi di fortuna.

In un primo momento mi ero fatta l’idea che questa fosse la storia di un viaggio per spargere le ceneri. Poi che fosse la storia di un viaggio alla ricerca di un libro perduto. Poi, per un po’, ho creduto che fosse la storia su come uscire dai pasticci. O su come alle farfalle spuntano le ali. Forse, però, una storia può essere tante cose insieme. Come le persone, del resto.

Se l’inizio appare lento e soprattutto un po’ ripetitivo (il canovaccio iniziale pare la fotocopia del primo libro), andando avanti l’avventura prende quota e la giovane protagonista mostra tutta la sua umanità e fragilità. Perché se Coyote nel primo romanzo pareva una forza della natura, una ragazza capace di prendersi cura anche delle debolezze e delle ferite del padre, qui i suoi pochi anni si fanno vedere. Coyote è un’adolescente, piena di dubbi, di insicurezze, gelosa della possibile nuova vita del padre, gelosa del fatto che l’unico vero amico che ha abbia una ragazza, incapace di vedere una vita futura diversa da quella che ha avuto fino a quel momento. Decisa a portare a termine un’impresa, ma anche insicura che sia la cosa giusta da fare. E questo coacervo di emozioni e sentimenti contrastanti la rende rabbiosa, insicura e a tratti quasi irriconoscibile rispetto alla ragazza gentile, premurosa e attenta del primo libro.

Alla fine Coyote Sunrise e il posto perfetto risulta essere una storia più riflessiva, meno scanzonata della prima, dove i temi più dolorosi venivano smorzati dal clima allegro e dall’atmosfera decisamente più corale. Perché uno degli aspetti che sicuramente si perde in questo secondo è la varia umanità che salendo a bordo dello scuolabus giallo contribuiva all’avventura arricchiva con le sue esperienze, i suoi sogni e i suoi fallimenti il viaggio. Una coralità che dava slancio e profondità al racconto.

Stavolta pur essendoci delle new entry, e avendo comunque tutte una loro importanza nel contesto della storia, queste non risaltano quanto nel primo, perché il focus è soprattutto il rapporto padre – figlia, oltre alle difficoltà di crescere, e allo stesso tempo lasciar andare.

In fondo, questa potrebbe essere una storia sulle mille cose che si possono trovare. Si può trovare una scatola di ceneri, o un libro perduto. Si possono trovare dei nuovi amici. Si può trovare il proprio posto nel mondo, o un indizio importante, o un paio d’ali di farfalla, o la propria strada, e alla fine di può trovare pace. Perché tutti, nel nostro cammino, perdiamo, tante cose. E’ inevitabile. Ma se siamo fortunati, ne troviamo tante altre. Io ero stata fortunata.

Coyote Sunrise e il posto perfetto di Dan Gemeinhart [Coyote Lost and Found 2024 ] -traduzione di Aurelia Martelli – Giralangolo (2024) – pag. 317

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