Chissà perché Agatha Christie decise che Sleeping Murder, scritto negli anni quaranta, dovesse invece essere pubblicato solo postumo… Il romanzo uscito nel 1976 pochi mesi dopo la morte dell’autrice inglese infatti non tratta della morte della detective dilettante, acuta osservatrice Miss Marple, come potrebbe far intendere il titolo in italiano, anzi la vede perfettamente in forma, non ancora acciaccata dai malanni ed impedimenti dell’età, lucida e piena di iniziativa, molto più che in altre opere scritte successivamente e pubblicate prima.
Un romanzo che come altri nella sterminata produzione di Zia Agatha tratta di un cold case, un delitto o presunto tale avvenuto bene diciotto anni prima.
L’inizio è insolito una giovane donna Gwenda appena arrivata dalla Nuova Zelanda dopo il matrimonio sta cercando un’abitazione adatta per potercisi trasferire con il marito: non ha fretta vuole trovare la casa giusta nel posto giusto. Dopo aver visto parecchi edifici è conquistata da una villa vittoriana, piccola e bianca, alla periferia di Dillmouth, una cittadina di mare a sud di Londra. Si sente attratta da quella casa, la sente già sua e così decide di acquistarla. E lì iniziano strane coincidenze, ha l’impressione che una porta dividesse salotto e sala, ricorda: una carta da parati particolare con piccoli mazzi di papaveri alternati a fiordalisi, il basamento di mogano del bagno e una terrazza che degrada verso la spiaggia. Quando gli operai che lavorano in casa trovano la carta da parati da lei immaginata in un armadio chiuso la scoperta la turba e la inquieta, così decide di accettare l’invito di Raymond West e la moglie e recarsi a Londra. Qui viene condotta ad assistere ad una rappresentazione teatrale de La duchessa di Amalfi di John Webster. Ma quando sente la battuta «Copritele il volto, ho gli occhi abbacinati; è morta giovane» ha una crisi di nervi e scappa da teatro. Quella frase ha fatto affiorare nella sua memoria l’immagine di una donna di nome Helen strangolata ai piedi della scala della casa appena acquistata. A casa dei West trova a rassicurarla Miss Marple zia di Raymond in visita anche lei. L’anziana signora tranquillizza la giovane che non è pazza, né in preda al delirio, sicuramente tutti quegli episodi così insoliti sono associati al fatto che stanno emergendo dei ricordi rimossi e probabilmente la verità è che lei ha già vissuto in quella casa. Ma chi è Helen?
Inizia così una sorta di indagine che vede coinvolti sia Gwenda che il marito Giles, incuriosito dai racconti della moglie, con l’assistenza diretta di Miss Marple che decide di prendersi una vacanza e andare anche lei a Dillmouth.
E a poco a poco emerge che effettivamente da bambina aveva vissuto in quella casa con il padre e la giovane moglie di lui, Helen, sposata dopo essere rimasto vedovo della madre di Gwenda.
In breve i tre individuano alcune delle persone che hanno lavorato nella casa all’epoca e possono dare qualche informazione in più. Rintracciano anche il dottor Kennedy, fratellastro di Helen, ed è lui a svelare parecchie cose: Helen è scappata probabilmente con uno dei suoi amanti e, pur avendo mandato alcune lettere subito dopo la fuga, ha deciso poi di far perdere le proprie tracce. Racconta anche che il padre di Gwenda in preda ad una sorta di delirio credeva di aver ucciso la moglie e per questo era stato ricoverato in una struttura psichiatrica e lì era morto dopo pochi anni. Kennedy pare sinceramente affezionato alla sorella e sconvolto da quello che è accaduto, ma anche assolutamente convinto che lei sia fuggita. Emerge anche che all’epoca tre erano gli uomini che per motivi diversi gravitavano intorno alla donna: l’incolore avvocato Walter Fane, promesso sposo abbandonato, lo spaccone J.J. Afflick, suo primo fidanzato e l’affascinante Richard Erskine, un uomo sposato di cui la donna era stata innamorata. Ma che fine ha fatto Helen? E’ ancora viva oppure l’immagine che è apparsa nella mente di Gwenda corrisponde alla realtà e la donna è stata uccisa e il suo corpo fatto sparire tanti anni prima?
In questa indagine Miss Marple è in pieno spolvero, attenta ed accurata a notare tutto, pronta a mettere in guardia i due giovani dal credere a tutto quello che viene detto, perché spesso le convinzioni si basano su ciò che è stato riferito e non sulla realtà dei fatti.
«Sono contenta di sentirvelo dire» intervenne Miss Marple. «Ero piuttosto preoccupata, sapete, quando ho visto che voi due eravate piuttosto inclini ad accettare per vere tutte le cose che vi raccontavano. Io sarò diffidente per natura ma, soprattutto quando c’è di mezzo un delitto, non credo mai a niente di ciò che mi viene detto, a meno che non lo si possa controllare.»
Addio, Miss Marple è tra i romanzi più gradevoli e riusciti della serie dedicata all’arguta vecchietta di St Mary Mead. L’iniziale aura di mistero, il senso di deja-vu che rende incredula e sbigottita la protagonista, ma anche lo sgomento che investe la giovane donna nel vedere cose che non esistono, creano la giusta suspense che prosegue in un’analisi psicologica accurata che incolla il lettore e rende l’ultima avventura pubblicata di Miss Marple uno dei migliori con lei protagonista.
Addio Miss Marple di Agatha Christie [Sleeping Murder 1976] – Edizioni CDE (1998) – traduzione di Diana Fonticoli pag. 150