Miss Marple riceve un incarico alquanto insolito. Jason Rafiel miliardario da lei conosciuto durante il viaggio e relativa indagine ai Caraibi ha affidato ai suoi esecutori testamentari l’incarico di consegnarle una lettera per chiedere che svolga un’indagine per lui. Un’indagine al buio però: nessun indizio nemmeno sul tipo di reato che sarebbe stato compiuto né sulla vittima o il possibile colpevole.
Miss Marple è naturalmente incuriosita e al tempo stesso preoccupata. Come può indagare se non ha nemmeno un appiglio, un elemento su cui cominciare ad investigare? Ma la anziana signora di St. Mary Mead inizia a ragionare sulle possibili piste, mentre l’eccentrico miliardario defunto pare mandarle indizi e spunti dall’aldilà, tra cui l’invito a partecipare ad un tour nelle ville e i giardini che fanno parte dell’Historic Houses, Castels e Gardens. Tra i quindici partecipanti alla gita ci sarà qualcuno che può metterla sulla strada giusta? Oppure in quel composito e poco amalgamato gruppo si nasconde un assassino? Mentre si guarda intorno e cerca di non stancarsi troppo, visto che l’età e gli acciacchi non giocano certo a suo favore, intuisce che Elizabeth Temple, una delle partecipanti, insegnante in pensione, non è lì per visitare magioni e giardini ma sta compiendo una sorta di pellegrinaggio. Nel frattempo Miss Marple riceve l’invito a fermarsi per qualche giorno a casa di tre sorelle, anche loro conoscenti di Rafiel. E lì l’acuta signorina inizia a intravedere quale potrebbe essere l’oggetto della sua indagine. La morte di una giovanissima ragazza, fidanzata al figlio scavezzacollo del miliardario e probabilmente uccisa proprio da lui.
«Io» riprese la signorina Temple «ho vissuto a lungo fra i giovani. Secondo me la vita di un individuo è un periodo di tempo completo in se stesso. Ha ragione T.S. Eliot, che dice “la vita della rosa e quella del tasso hanno la stessa durata”.»
«Capisco cosa intendete dire» mormorò Miss Marple. «Una vita è un’esperienza completa, qualunque sia la sua durata: ma a voi non è mai sorto il dubbio che una vita sia incompleta, quando viene interrotta troppo presto? Secondo me è così.» Tacque e guardò i fiori che le stavano intorno.
A Old Manor House, un vecchio maniero che sicuramente ha visto momenti più lieti, vivono tre sorelle Clotilde, Lavinia e Anthea.
La più anziana, una donna molto attiva, è tornata nella casa di famiglia dopo la morte del marito. La più giovane, pare una versione matura di Ofelia e fa strani discorsi, ma quella che la colpisce di più è Clotilde, una bella donna, fiera e decisa.
Clotilde, invece, avrebbe potuto essere Clitemnestra. Era il tipo di donna che pareva capace di pugnalare allegramente il proprio marito. Ma dato che non si era mia sposata, il caso non poteva essersi verificato. Miss Marple non la credeva capace di ammazzare qualcun altro che non fosse il marito, e in quella casa non c’era mai stato un Agamennone.
Miss Marple sente una strana atmosfera nella casa. Le tre sorelle le ricordano sia quelle descritte da Cechov che le streghe del Macbeth, anche se non sa esattamente perché in quella vecchia dimora si respiri un’aria così misteriosa.
A poco poco viene a conoscenza di cosa lega il vecchio miliardario alle tre sorelle. Clotilde aveva preso sotto la sua protezione la figlia di vecchi amici tragicamente defunti in un incidente aereo. La ragazza si era innamorata del figlio di Rafiel, Michael, reputato inadatto per i suoi trascorsi e la sua indole, e i sospetti avevano avuto purtroppo una conferma dal momento che la ragazza era stata ritrovata strangolata e con la faccia ridotta in poltiglia e lui accusato di omicidio e rinchiuso a scontare la pena in un istituto.
Mentre Miss Marple ragiona su quanto è venuta a sapere, le viene comunicato che Elizabeth Temple è rimasta ferita in un terribile incidente e ricoverata in ospedale vuole parlarle.
E così per Miss Marple l’indagine iniziata nella più completa inconsapevolezza inizia ad avere un senso. Sa su cosa deve fare luce e su che cosa deve indagare: la morte di Verity e la colpevolezza o meno di Michael Rafiel.
In questo romanzo del 1971 Agatha Christie dà alla sua protagonista una storia contorta e misteriosa, in cui Miss Marple deve incarnare niente po’ po’ di meno che la dea della giusta vendetta Nemesi, diversa dalla Dike, la giustizia esercitata secondo le leggi e i codici giuridici. Nemesi è una dea più primordiale e per certi versi radicale, occupandosi di delitti irrisolti o impuniti. E infatti qui Jane Marple deve portare giustizia dove non c’è stata e riequilibrare così gli avvenimenti.
A differenza di altre indagini il romanzo è più cupo e complesso, atmosfere gotiche, storie sepolte, vecchie magioni, figure femminili inquietanti e tantissimi riferimenti letterari, da Shakespeare alla tragedia greca, dal già citato Cechov fino all’omaggio a Thomas Eliot. Un romanzo che si perde come spesso capita nelle opere di Christie in mille rivoli e mille sospetti, ma che a differenza di altre opere, trova compiutezza nel finale.
Miss Marple qui nonostante gli anni e gli acciacchi dimostra di saper osservare e seguire le piste, anche quando sono sepolte da anni e non è così facile far luce sui misteri.
Consigliato.
Miss Marple: Nemesi di Agatha Christie [Nemesis 1970] – Edizioni CDE (1998) – traduzione di Diana Fonticoli pag. 167