Un’indagine dell’animo

Nel mio primo percorso psicologico, fatto ormai più di vent’anni fa, la psicologa mi parlò per la prima volta delle costellazioni familiari, un metodo di esplorazione delle dinamiche psicologiche che ci muovono, basato sull’osservazione dell’individuo inserito all’interno del “proprio sistema”, ossia la famiglia di appartenenza. Famiglia perché ognuno è frutto dell’educazione, esperienze, emozioni, situazioni vissute all’interno del nucleo familiare, che spesso si trasmettono del tutto inconsciamente ed inconsapevolmente di generazione in generazione. Le costellazioni familiari servono quindi, secondo le teorie del suo sviluppatore Bert Hellinger, a portare alla luce dinamiche inconsce che causano sofferenza nella vita. Una terapia di gruppo in cui, a turno, ciascuno dei partecipanti espone il problema da risolvere, sviscerandolo davanti agli altri e scegliendo, poi, tra i presenti le persone che interpreteranno il ruolo dei familiari e degli amici coinvolti in quella storia, il tutto tramite un facilitatore che aiuta l’impersonificazione e la definizione dei ruoli e della dinamica successiva che si sviluppa.

E proprio con la partecipazione della protagonista ad una “costellazione” che essa stessa definisce con spregio “una sorta di terapia psicologica, una dinamica di gruppo poco convenzionale… associata alla New Age”, un fenomeno che a suo parere rasenta l’esoterico, si apre Il colore del silenzio di Elia Barcelò.

Un romanzo di scavo sia nelle ombre che dominano la produzione artistica di Helena Guerrero, la volitiva e determinata pittrice di successo, protagonista del romanzo, sia nel passato di quest’ultima legato a filo doppio alle vicende storiche della Spagna franchista.

«Quella curiosa mania degli esseri umani di cercare il senso delle cose, quell’impulso che ci fa vedere figure sulle nuvole in estate, nelle macchie sul soffitto di una stanza, sulle crepe delle pareti, fino alla superficie della luna. Pareidolia si chiama. Lo stesso impulso che ci fa credere che la nostra vita sia un tutto coerente, che abbia un senso, che tutto quello che è successo sia servito a qualcosa di positivo, qualcosa che non avremmo se non avessimo attraversato tutti quei momenti di dolore, di sacrificio, di fallimento, di rinuncia.»

Helena è una donna dura, razionale, che ha lasciato la Spagna e la famiglia per dedicarsi alla sua arte e a più di sessantanni ormai si sente perfettamente realizzata, vive ad Adelaide e non sente nessun bisogno di chiarire, se ce ne fosse bisogno, quali sono i traumi o i misteri che ha dietro alle spalle. La partecipazione alle “costellazioni”, fatta solo per accontentare il compagno Carlos, però, dischiude, suo malgrado, la porta dei ricordi e dei segreti.

La sua vita, infatti, si è spezzata con la morte della sorella Alicia, avvenuta a Rabat in Marocco la notte dello sbarco sulla luna, il 20 luglio 1969. Una morte avvolta nel mistero che ha causato il disfacimento della sua famiglia.

Il viaggio a Madrid in occasione del matrimonio della nipote e la consegna, una volta arrivata là, di due scatole piene di carte, lettere, foto e documenti, da parte della cugina per conto della defunta madre di Helena, aprono la strada ad una sorta di indagine sul passato della famiglia e sugli avvenimenti che portarono alla morte della sorella.

“Maledetti i ricordi! Maledetti i segreti sepolti, le bugie familiari, le domande senza risposta.”

Elia Barcelò scrive un romanzo magnetico, una storia di famiglia, e una riflessione su quanto poco sappiamo di chi ci sta intorno, di quanti segreti si annidino in ogni storia familiare e lo fa attraverso una protagonista con cui si ha difficoltà ad empatizzare: una donna egoista, incapace di slanci di affetto, presa dalla sua arte, scostante, che ritiene del tutto inutile analizzare il passato.

“Alla tua età, e con la tua esperienza, dovresti sapere che il passato non si può cambiare, che non si può neanche comprendere, che la maggior parte delle cose sono svanite, e alla fine tu stessa non sai se furono come le ricordi, o se col tempo e la narrazione sono cambiate poco alla volta e hanno finito per diventare un’altra cosa, un’altra storia, quella che hai scelto di raccontare a forza di omettere dettagli, di riassumere, di provare a dare coerenza a ciò che è accaduto”.

Eppure nel corso del romanzo l’atteggiamento della donna, seppur impercettibilmente, cambierà. Il viaggio dall’Australia alla Spagna e poi in Marocco, l’incontro con la famiglia, i ricordi accantonati che un po’ alla volta che tornano prepotentemente in scena, cambieranno il suo modo di essere, permettendole di fare pace con il passato e in qualche modo con se stessa.

“Ogni essere umano è uno spirito enorme chiuso in un corpo molto piccolo che invecchia in fretta, in un cerchio familiare ridicolo, in un piccolo circolo di amicizie…e nessuno sa niente di nessuno. Nessuno. Sa. Niente. Di. Nessuno. Mi capisci? Non lo sa e non lo vuole sapere. Perché sapere fa male. Fa male e ti fa cadere addosso i castelli che ti eri costruito amando qualcuno. Più cose sai di qualcuno, meno puoi idealizzarlo. Per questo uno decide che è meglio non sapere. Tutti sconosciuti. Chiusi in noi stessi. Eterni solitari. Che gridano disperatamente, ognuno con i propri poveri mezzi, per raggiungere gli altri, per fare in modo che ci capiscano, che ci amino.”

E alla fine, l’autrice spagnola ci consegna una storia potente, un’immagine in controluce delle contraddizioni che agitano ognuno di noi e intanto riflette sulla Spagna, sul suo passato franchista, sugli abusi e misfatti di una dittatura durata trentasei anni. E nel farlo ci regala pagine con descrizioni stupende, soprattutto quelle legate al Marocco, alla vecchia residenza di famiglia, immagini piene di sole, di luce. Un romanzo psicologico e un’indagine sul passato davvero ben costruito e appassionante.

Il colore del silenzio di Elia Barceló [El color del silencio 2017] – Traduzione di Pierpaolo e Andrea Marchetti – elliot edizioni (2023) pag. 470

2 commenti su “Un’indagine dell’animo”

  1. Rossana Maselli

    Ciao Laura, mi incuriosisce moltissimo, soprattutto la contrapposizione di una protagonista così ermetica che partecipa alle costellazioni familiari, tecnica veramente viscerale.
    Mi ha colpito il oassaggio che hai riportato qui in ultimo: “Ogni essere umano è uno spirito enorme chiuso in un corpo molto piccolo che invecchia in fretta, in un cerchio familiare ridicolo, in un piccolo circolo di amicizie…e nessuno sa niente di nessuno. Nessuno. Sa. Niente. Di. Nessuno. Mi capisci? Non lo sa e non lo vuole sapere. Perché sapere fa male…. “Per questo uno decide che è meglio non sapere. Tutti sconosciuti. Chiusi in noi stessi. Eterni solitari. Che gridano disperatamente, ognuno con i propri poveri mezzi, per raggiungere gli altri, per fare in modo che ci capiscano, che ci amino” Ultimamente mi ritrovo tantissimo in queste parole, schiette, dure ma vere.
    Grazie per averlo consigliato…. domani in libreria!!!!
    Ti abbraccio

    1. Un romanzo davvero profondo e particolare.
      La protagonista è una donna dura, se poi lo leggerai capirai perché per me non è stato facile empatizzare con lei e se ne hai voglia ne riparleremo più approfonditamente. Con un passato che si snoda un po’ alla volta e fa capire parecchie cose.
      Bellissima anche l’ambientazione, mi ha fatto venire una voglia matta di andare Marocco, paese bellissimo di cui ho visitato solo Marrakech…
      Io te lo consiglio
      Un abbraccio

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