Avete voglia di imbarcarvi in un’avventura a perdifiato, in una sorta di giallo che troverà soluzione solo nelle ultime pagine, con una protagonista assolutamente originale? Allora La scimmia dell’assassino di Jacob Wegelius potrebbe fare al caso vostro.
Ecco, sento dei passi sul ponte, sopra di me. Sono saliti a brodo i nostri ospiti! Queste saranno dunque le ultime righe che scrivo con la mia Underwood N.5. Tanto ormai è tempo di chiudere. Ho finito quello che mi era ripromessa di fare: ho detto la verità sull’omicidio di Alphonse Morro. Ci sono voluti tre mesi, trecento fogli e quattro nastri ad inchiostro: scrivere non è servito a spazzare via del tutto gli incubi, ma almeno si sono diradati ed è già qualcosa.
Queste sono le ultime righe con cui la narratrice della storia Sally Jones conclude il lungo racconto che l’ha vista protagonista. Sally Jones è macchinista sulla nave Hudson Queen e compagna inseparabile del comandante finlandese Henry Koskela, soprannominato il Capo. Particolare inusuale Sally Jones è una gorilla che ovviamente non parla ma sa scrivere, leggere ed è molto brava nei lavori manuali. Pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, impareremo a conoscerla, scoprendo una creatura leale, generosa, intelligente e dotata di molta più “umanità” di tanti uomini e finiremo per affezionarci a lei.
L’avventura di Sally inizia quando, dopo che la loro imbarcazione è affondata, Koskela viene accusato di omicidio e Sally additata di essere “la scimmia dell’assassino”. Per sfuggire ad una cattura e all’imprigionamento nello zoo, Sally è costretta a nascondersi, vivendo sui tetti, e uscendo solo di notte, fino a quando la voce di una giovane donna la attira. Nascerà una bellissima amicizia con Ana, la donna dalla voce soave, e una storia che ci porterà da Lisbona fin nella lontana India, alla corte di un ricchissimo Maharaja sulle tracce di una verità davvero difficile da afferrare.
Ce la farà Sally Jones, con l’aiuto di Ana, a provare che il Capo non è davvero un assassino?
Lo sapremo solo al termine di un viaggio avventuroso e ricco di colpi di scena. Un viaggio che ci condurrà nella bottega di un abile riparatore di strumenti musicali, il signor Fidardo, brusco ma di buon cuore; nei locali più malfamati di Lisbona; nei luccicanti teatri d’opera, sui ponti delle navi, nei porti commerciali, nei palazzi da Mille e una notte e nell’harem del Maharajah del Rajasthan. E lungo il viaggio rimarremo ammaliati dalla voce dolcissima di Ana che incanta con malinconici fado; proveremo l’ebbrezza del volo su un aeroplano giallo e rosso, scopriremo infine il mistero che si nasconde nella storia. Il tutto imbattendoci in una carrellata di personaggi intriganti ed indimenticabili, e provando una varietà infinita di emozioni e sentimenti come l’amicizia, il dolore, il tradimento, la speranza.
Il grande merito di questo romanzo è la cadenza narrativa perfetta che permette di leggere più di cinquecento pagine, senza annoiarsi mai, scoprendo i vari snodi della trama, facendosi portare a spasso per il mondo e affezionandosi alla protagonista, che, sebbene non parli, riesce a comunicare perfettamente i suoi stati d’animo e a dimostrare determinazione e coraggio nell’affrontare prove impegnative per salvare il suo amico umano dalla terribile vita a cui una lunga pena in carcere lo condanna. E alla fine rimane la sensazione di aver letto un degno successore dei tanti romanzi d’avventura letti da ragazzi. Le descrizioni, le avventure, gli intrecci ricchi di mistero, con un tocco di giallo che non guasta mai, i colpi di scena, non possono non riportare alla memoria, Salgari, Stevenson, Verne…
Ulteriore valore aggiunto le pagine iniziali con i ritratti dei personaggi che compariranno nella storia e che ci permetteranno di conoscere meglio i protagonisti di cui leggeremo.
La scimmia dell’assassino di Jacob Wegelius [Mordarens apa 2014] – traduzione di Laura Cangemi – Iperborea – Miniborei (2020) – pag. 538