Che cosa si può fare per superare il dolore indicibile di una morte assurda? Cosa può fare un ragazzino di dodici anni che ha visto morire il fratello maggiore, Khalid, stroncato da un infarto, così all’improvviso, se non cercare di ritrovare una sua eco in ogni cosa, nei ricordi, negli ammonimenti e persino nelle libellule, visto che una di loro si è appoggiata sulla sua bara prima della sepoltura?
King e le libellule di Kacen Callender inizia così, con tutta la tristezza e l’incertezza che una morte inaspettata porta con sé. King ha visto cambiare all’improvviso tutta la sua vita e tutte le sue certezze e si aggrappa a quello che può per rimanere a galla. Anche arrivando a mettere da parte la sua amicizia con Sandy Sanders, per non deludere il fratello. Khalid, infatti, poco prima di morire gli aveva fatto promettere di non frequentare più Sandy, dopo aver sentito per caso la confessione di quest’ultimo sul suo orientamento sessuale: “Non vorrai mica che pensino che sia gay pure tu, vero?”. Perché in Louisiana non è facile essere neri se a questo ci si aggiunge anche essere gay…
“Come facevi a sapere che eri gay?” gli chiedo. […] “Non lo so,” dice. “È solo una sensazione, credo.” “Che tipo di sensazione?” “Il tipo di sensazione che le persone descrivono nei film, nei programmi televisivi e nei libri. Quella che ti fa sentire nervoso ed emozionato allo stesso tempo. È la sensazione che provo per i ragazzi e non per le ragazze, così ho capito che sono gay. Non ho mai provato la stessa cosa per le ragazze.”
Ma tutto cambia quando Sandy scappa di casa per sfuggire ad un padre violento e razzista e King non può più stare ad osservare senza prendere posizione.
King e le libellule di Kacen Callender è un libro che pone molti temi sul piatto: dall’accettazione di se’, ai problemi dell’adolescenza, l’età più irrequieta e complessa che ci sia, quando il gruppo, l’omologazione, il colore della pelle, la confusione di capire quale sia il proprio orientamento sessuale si mischiano insieme, ma che riflette anche sull’elaborazione del lutto, la violenza, l’amicizia, la difficoltà di accogliere se stessi e le proprie scelte anche andando contro chi si ama.
Impossibile non affezionarsi al protagonista un ragazzino che si sente combattuto tra l’essere fedele al fratello che non c’è più o all’amico in grave difficoltà; che crede che nascondere quello che prova e pensa sia un modo per rendere felici tutti, ingenerando solo caos e dolore; che prova a trovare la sua strada, ma prima deve trovare il coraggio per imboccarla, perché crescere vuol dire anche questo: capire che non si può far felici tutti, che essere se stessi richiede fatica e dolore, ma anche che chi ci vuole bene, forse faticherà, ma alla fine capirà cosa è meglio per noi.
King e le libellule è un romanzo che mette al centro la difficoltà di crescere, affrontando i propri sentimenti, le proprie paure e soprattutto l’essere diversi. E ci fa ragionare su temi importanti, perché nel percorso di vita non è da vigliacchi cambiare opinione; è umano commettere errori, anche se è giusto ammettere di averli commessi; tenendo sempre presente che l’amicizia è il sentimento imprescindibile ed importantissimo per condividere esperienze e trovare il giusto sostegno. Un romanzo che pone parecchie domande a cui è complicato trovare una risposta, a volte anche da adulti. E soprattutto che invita a volersi bene, ad accettarsi, perché ognuno di noi è speciale proprio nel suo essere unico, inimitabile, diverso.
King e le libellule di Kacen Callender [King and the Dragonflies 2020] UP Feltrinelli (2022) traduzione di Maurizio Bartocci pag. 187