Maldoror un regno dimenticato

Maldoror i ragazzi della leggenda di Philippe Lechermeier, copertina incantevole, storia affascinante, scrittura suggestiva, cosa si può volere di più?

C’è tanto in questo romanzo, primo di una trilogia, c’è avventura, c’è magia, c’è una leggenda che affonda le sue origini nell’antichità, ci sono forze potenti e terribili, arcani e carte del destino, c’è una donna dalla pelle completamente coperta di tatuaggi blu, e ci sono soprattutto cinque ragazzini intrepidi e coraggiosi che per svariate vicissitudini si trovano a dover contare solo sulle proprie forze e le proprie risorse per sopravvivere.

Un romanzo che parte lentamente ma dopo pochi capitoli riesce ad incuriosire e attaccare il lettore alle pagine per scoprire che cosa accadrà e in quale modo giovani dalla vita tanto diversa uniranno il proprio destino.

Anja è una giovanissima promettente violinista, figlia di un fisico premio nobel Nathan Blauman, vive a Vienna a è spesso in viaggio per l’Europa. Il padre è riuscito a conquistare per lei ad un’asta un prezioso violino del ‘700: un Giuseppe Guarneri, il più prestigioso liutaio mai vissuto. Anja è una ragazzina cresciuta negli agi, capricciosa e arrogante, che all’improvviso per sfuggire ad un tentativo di furto del suo pregiato strumento si trova separata dai genitori.

Pjotr è un ragazzino analfabeta, per tutta la vita non ha conosciuto altro che violenza. La madre è morta di parto e le cicatrici sulla sua schiena sono l’unica dimostrazione d’affetto che l’Orco, suo padre, gli abbia mai dato. Grazie all’aiuto della nonna, molto vecchia e malata, scappa di casa per andare alla ricerca di alcune erbe, contenute in una lista, che la potranno curare.

I due giovani si incontrano a Kiev dove entrambi si trovano a sopravvivere per strada suonando agli angoli delle strade e cercando di non cascare nelle mani di chi, per motivi diversi, li sta inseguendo.

Nella loro rocambolesca fuga che li porterà da Kiev a Vienna e successivamente ad Odessa, incontreranno altri due giovani fratelli, Pepina e Cavolo, zingari che vivono in un carrozzone rosso e oro, dove preparano erbe e pozioni da rivendere e suonano alle feste. La loro madre è svanita misteriosamente nel nulla, come i genitori di Anja.

A loro si unirà infine Jørn, venduto da piccolo ad un circo dove, nonostante le sue straordinarie capacità di acrobata e addestratore, viene trattato come una nullità.

Non hanno nulla in comune eppure diventeranno una squadra per far fronte alle difficoltà e cercare di risolvere i tanti enigmi e misteri che paiono circondarli.

Ognuno di loro si distingue per una precisa caratteristica: Anja è nata con l’orecchio assoluto, ovvero con la capacità di identificare le altezze del suono, e ciò la rende una promessa nascente della musica e fonte di vanto per l’Impero. Pjotr sa parlare la lingua degli insetti e ha con sé Vera, un ragno protettivo e geloso che ricorda il Campanellino di Peter Pan. Jørn è muto, ma in grado di addestrare ogni animale. Pepina e Čavolo hanno ereditato le conoscenze delle erbe trasmesse dalla madre e Pepina dispone di un paio di scarpe magiche che rendono irresistibile ogni suo ballo.

Pagina dopo pagina le domande che si affastellano nella mente del lettore aumentano: perché il violino di Anja attira tanti interessi? E perché i genitori di Anja e quelli di Pepina e Cavolo sono scomparsi? E quale strano destino attende questi giovani? E soprattutto perché la morte di Anja si è messa sulle sue tracce? Qual è il potere della musica, visto che ognuno di loro suona uno strumento musicale? E il loro incontro è stato davvero frutto del caso? In che modo la storia di Maldoror si intreccia con quella dei giovani protagonisti?

Tutto comincia in un regno tra l’Ucraina e la Russia, la Polonia e la Galizia molto tempo fa, così addietro che questi nomi non esistevano ancora.

Un regno in cui vivevano un re e una regina che si amavano come nessuno si era mai amato.

Di un amore più forte del vento che spazza la pianura.

Più potente della corrente del Dnepr in primavera.

Più caldo delle braci del focolare.

Più immenso del cielo e delle stelle.

Ambientato in un imprecisato momento di inizio Novecento nei paesi slavi e nell’impero austro-ungarico, con accenni e richiami steampunk trascina il lettore in una sfrenata avventura a rotta di collo, con fughe e inseguimenti, momenti di rivelazione e l’accenno ai primi turbamenti sentimentali. I cinque protagonisti dovranno di volta in volta sfuggire alle grinfie della baronessa von Stumpf e della banda dei Cancellatori al suo servizio, agli agenti dell’Ochrana e ai poliziotti dello zar e soprattutto alle mire dello spregiudicato Gran Cofto e dei suoi scagnozzi, i terribili gemelli Ivo e Ava, e i sanguinari Opricniki.

Philippe Lechermeier propone un fantasy con pizzichi di vecchie fiabe, elementi proppiani e misteriose leggende di popoli sterminati ed annientati, un libro dove crudeltà e violenza fanno il pari con magia e un pizzico di soprannaturale, che terrà inchiodati alle pagine fino alla fine. E con la voglia di iniziare subito il volume successivo e vedere cosa capiterà ai protagonisti e in quale modo tutti i pezzi del puzzle andranno a posto.

Edito in Francia per edizioni Flammarion, Maldoror, di cui I ragazzi della leggenda è il primo volume della trilogia, ha vinto il prestigioso Prix de Pépites del salone di Montreuil, dedicato alla letteratura per giovani lettori.

Maldoror. I ragazzi della leggenda di Philippe Lechermeier – L’ippocampo (2023) – Traduzione di Fabrizio Ascari – pp. 368

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