Sarà bellezza?

Leggo Sembrava bellezza a più di due anni dall’uscita. L’ho acquistato subito dopo la presentazione tenuta dall’autrice al Salone del Libro di Torino. Conquistata da lei, Teresa Ciabatti: una forza della natura, sentirla raccontare del libro, ascoltare la sua risata, seguire i suoi ragionamenti sulla forza della letteratura, sulla necessità di rileggere i libri mi ha convinta a cercare di conoscerla meglio anche tramite la pagina scritta.

Sembrava bellezza ha una trama piuttosto semplice: la storia di una scrittrice che narra in prima persona un brandello della sua vita, da quando adolescente complessata, grassottella, con un improbabile zaino a forma di koala, era arrivata dalla Maremma a Roma, addirittura in uno quartieri più in della città, Parioli, ma non essendo bella, né ricca, ne era rimasta ai margini. Unica amica Federica, stessa goffaggine, stesso amaro destino di far da tappezzeria, figuranti intercambiabili di fronte allo sfarfallio delle più belle, delle più ricercate, su cui spiccava la sorella di Federica, Livia. La leader del gruppo: bionda, alta, bellissima, con tutti i ragazzi ai suoi piedi. Un’apparizione che viveva deridendo gli altri, sicura del suo fascino, che diventava potere. Desiderata, desiderabile ed invidiata.

La loro esperienza di adolescenti nel momento in cui Roma vive l’incubo della sparizione di Emanuela Orlandi, le leggende metropolitane che cercano dispiegare l’inspiegabile e la loro voglia di essere al centro della narrazione, non semplici comparse.

Il bruco che diventa farfalla. Prendiamo ancora la farfalla come parametro di esistenza felice. Quindici milioni di lire mi hanno impedito di diventare farfalla, un padre morto che ha lasciato un patrimonio esiguo, una madre angosciata per il futuro tanto da vendere il poco che c’era investirlo in banca…Quindici milioni di lire sono stati la distanza tra me e l’amore.

La sua protagonista di cui non conosciamo mai il nome è caustica, sguaiata, spudorata, scorretta, vuole il successo come forma di risarcimento di quello che non ha avuto da ragazzina. Vuole il riconoscimento da parte del gruppo che l’ha snobbata, non l’ha fatta sentire né amata né compresa. E’ una narcisista ego riferita che valuta e giudica tutto secondo il proprio parametro. Una donna che ha un matrimonio fallito alle spalle e una figlia che non ve vuole sapere di lei, che la giudica eccessiva, opprimente e poco materna.

Per lei la notorietà conquistata è una rivincita nei confronti dell’adolescente che è stata. Il modo per dare finalmente ristoro a quella ragazzina sgraziata con le tette asimmetriche che non ha avuto inviti, approcci, che ha sognato tanto ma realizzato poco.

“Quando mi chiedono cosa si prova a essere famosi, e io rispondo niente, sto mentendo. Voi non immaginate lo stordimento, l’ebbrezza di fronte al pubblico che applaude. Su un palco, dietro un leggio, al di qua di un tavolo, davanti a un microfono come stasera. Non credo di essere la migliore, dico. Solo una persona normale, una donna come tante.”

Nonostante tutto quello che le è successo, che ha visto che ha fatto, nonostante i suoi comportamenti in alcuni casi abbiano avuto anche conseguenze terribili, è lei a ritenersi danneggiata, dalla vita e dal destino. Mano a mano che scorriamo le pagine è ovvio che si insinui il dubbio se la storia sia autobiografica, se la scrittrice che infondo in infondo non è poi così famosa o conosciuta sia la stessa Ciabatti. Che il pessimo rapporto con la figlia, l’amicizia con le sorelle Federica e Livia, gli eccessi, le crisi, l’insicurezza cronica facciano parte della vita della vera Teresa. Autrice capace di manipolare la realtà trasformandola in sogno (o incubo), di istillare le domande: Sarà tutto vero? O è soltanto fantasia rimaneggiata, tagliata e cucita a favore di pubblico? Perché il lettore non può non chiedersi se sia verità, menzogna, o costruzione di una mente fertile.

Sembrava bellezza è anche una riflessione sullo scorrere del tempo, su quanto l’io adolescenziale resti all’interno dell’io adulto, di come quello che siamo stati a 14 anni continui a riverberarsi decenni dopo, caratterizzando la personalità, le scelte, l’atteggiamento nei confronti della vita. Perché se a 14 anni mi sono sentito incompreso, da grande non farò di tutto per ottenere quell’apprezzamento, quell’applauso, quel consenso che non è arrivato quando stavo crescendo?

Torna indietro, scrittrice, torna alla notte di tenebre della tua giovinezza, è forse racchiuso lì il segreto di tutto? Chi sei, ciò che ti terrorizza. Conta le volte in cui nei tuoi libri compare una bambola bionda. Figura evanescente, te stessa, riemersa per dire: è colpa tua.

E mentre il tempo scorre, la vecchiaia incombe, il tempo nella clessidra diminuisce il fantasma di chi si è stati incalza, i sentimenti meno limpidi, quelli più vergognosi, che è meglio nascondere, emergono a ricordarci chi siamo veramente.

Con una scrittura convulsa, in un continuo avanti ed indietro temporale, in uno scavo interiore che apre botole nascoste, Teresa Ciabatti ci trascina nella sua storia e ci lascia con la domanda di cosa sia davvero la giovinezza e cosa la bellezza. Perché infondo la bellezza non può essere solo un involucro a coprire il vuoto.

Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti – Mondadori (2021) – pag. 239

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