Mi sono domandata spesso perché il giallo piaccia tanto. E credo sia soprattutto perché è la rappresentazione di un microcosmo in cui tutti hanno qualcosa da nascondere, un segreto da proteggere, una verità che è meglio non svelare, un passato che è meglio resti sconosciuto. Sta all’investigatore di turno e al lettore, analizzare le dinamiche, scavare nel torbido e portare alla luce i misteri, trovando il colpevole.
E se il giallo classico, quello all’Agatha Christie per intenderci, resta un best che fa sempre piacere leggere, è assolutamente delizioso scovare gialli che per struttura o incastro risultano anticonvenzionali. E’ il caso di L’assassino è tra le righe di Janice Hallett in cui la narrazione procede attraverso mail, sms, post it, articoli di giornale e altri documenti, che rendono la lettura estremamente coinvolgente e veloce.
Il libro inizia con una lettera che il patrocinatore per la corona manda a due sue assistenti, invitandole a leggere una serie di mail e altro materiale cartaceo perché si facciano una propria idea senza preconcetti, prima che lui sveli loro il motivo della lettura, sottolineando che la corrispondenza non è completa.
Fin dalla prima pagina il lettore è quindi parte attiva dell’indagine. Le due assistenti conoscono le stesse informazioni che conosciamo noi. Possiamo calarci totalmente nella parte dell’investigatore e vedere se riusciamo a capirci qualcosa.
Siamo in una piccola cittadina inglese, Lockwood, dove tutti più o meno si conoscono e dove tutto pare girare intorno ad compagnia teatrale amatoriale i Fairway Players, fondata e gestita dalla famiglia Lockwood, di cui Martin è regista e Helen, sua moglie, la star. Un gruppo perfetto per fare conoscenze e distrarsi un po’. Le dinamiche della compagnia, i vari ruoli sono descritti soprattutto da Issy, un’infermiera insicura e pedante, che ha trovato nella compagnia teatrale il modo di sentirsi finalmente parte di qualcosa. Issy ha anche introdotto nella compagnia Sam, una sua collega appena arrivata dall’Africa dopo un lungo periodo trascorso con Medici senza Frontiere e il marito Kel. Questa semi idilliaca situazione è stravolta dalla notizia che alla piccola Poppy, la nipotina di Martin e Helen, hanno diagnosticato un grave tumore cerebrale. Per avere qualche chance di sopravvivenza in più è necessario far arrivare delle cure sperimentali dagli Stati Uniti, che però, hanno un costo proibitivo. Si innesca una gara di solidarietà per cercare di raccogliere fondi e dare qualche possibilità in più alla piccola.
Mail dopo mail i dubbi su quanto sta accadendo, su cosa nasconde il passato africano di Sam, che cosa sa la dottoressa che ha in cura la piccola, quali misteri nasconde il ricco Martin e la raffinata Helen e perché Issy è così ossessionata da Sam, un rapporto lavorativo e di amicizia che pare sfiorare lo stalking, diventeranno pressanti e vorremmo arrivare in fondo il prima possibile per capire finalmente che cosa nascondono i vari protagonisti e cosa è successo.
Come ogni giallo che si rispetta meglio non dire di più. E non togliere a chi deciderà di leggerlo il piacere di scoprire cosa si nasconde tra le pagine, anche perché se è particolarmente attento potrebbe riuscire a scoprire chi sia l’assassino che si nasconde tra le righe.
Janice Hallett scrive un libro dalla struttura davvero particolare, raccontando fatti minimi, mischiando le carte e scomponendo in migliaia di pezzi cosa è successo, invitando così il lettore a ricomporre il puzzle e cercare di venire a capo della vicenda.
L’assassino è tra le righe di Hallett – Traduzione di Manuela Francescon – Einaudi (2023) – pag. 552