Ogni vita nasconde qualcosa un dolore, una gioia, una disillusione, una promessa. Basta saper osservare, ascoltare o solo immaginare. E’ quello che fa Marco Balzano in questo smilzo libretto: osserva, ascolta o solo immagina tanti piccoli spezzoni di vite. Vite che non sono la nostra, ma che potrebbero esserla, sentimenti che non abbiamo provato ma che potremmo provare, sensazioni che ci hanno attraversato almeno una volta: inadeguatezza, desiderio, confronto e soprattutto inquietudine, che accomuna un po’ tutti, che pare esplosa, come non mai, dopo la pandemia. Perché essere rimasti chiusi in casa, senza sapere che cosa sarebbe accaduto, se quel maledetto virus avrebbe colpito anche noi o i nostri cari, ci ha resi fragili, ci ha fatto vedere tutta la nostra finitezza e ha fatto esplodere risentimento, voglia di cambiare, di non accettare più una vita fatta di gesti ripetuti, di affetti tiepidi, di non scelte.
«E’ successo perché non mi parli più. Non mi racconti cosa fai fuori casa, non mi chiedi come sto, non chiudi più la porta per baciarmi. Prima facevamo tante cose dietro la porta. Era bello rubare quei momenti, farla sotto gli occhi ai nostri figli come da ragazzi ai nostri genitori. Capisci cosa sto cercando di dirti? Non voglio un marito che mi chiede ancora dove vanno i nostro vestiti, ma soprattutto non voglio nello stesso letto un uomo che non ha più niente da confidarmi. Siamo diventati ombre. Non solo ignoriamo i nostri desideri, ma perfino le nostre giornate. […] Col tuo silenzio, invece, hai lasciato cadere polvere dappertutto, Il tuo silenzio, mettitelo in testa, non è affascinante, non mette pace e non fa nemmeno riflettere: ha solo il sapore del sotterfugio. All’università mi dicevi che le cose che non accadono nelle parole sono vere a metà. Noi due, allora, siamo veri a metà. Io, invece, anche se sto diventando vecchia, voglio vivere per intero. Con qualcuno, o da sola, ma per intero.»
Marco Balzano ci racconta sprazzi di vita. Racconti minimi. Fotogrammi. Porzioni di esistenze che gravitano intorno ad una strada di Milano, via Marghera, e ad un bar, il Café Royal.
C’è chi cerca un riscatto. Chi è stanco della solita vita. Chi si sente incompreso. Chi vorrebbe essere più giovane. Chi vuole sentirsi di nuovo intero. Chi cerca un amore. Chi una possibilità. Piccole storie di inciampi e di pasticci, di debolezze e rimpianti.
Un’umanità variegata, diversa per età, istruzione, reddito, professione, il cui smarrimento, però, ce li fa sentire vicini. Storie in cui possiamo riconoscerci come no, ma che comunque ci mandano un’eco perché quello che raccontano, dal tempo che passa inesorabilmente ad un matrimonio che non funziona, dalla ricerca di una passione che dia un senso e una prospettiva alla nostra vita alle incomprensioni in famiglia, dalla noia che ci coglie alla voglia di riscrivere episodi del passato, sono esperienze che con diverse gradazioni ognuno prima o poi si trova ad affrontare.
Un caleidoscopico girotondo di figure che a volte si intersecano a volte no. Ma quando succede, quando abbiamo l’opportunità di leggere la storia da tutti e due i punti di vista dei protagonisti, osserviamo come il cambio di prospettiva cambi tutto. E ci rendiamo conto che spesso le mancanze che noi vediamo negli altri, le delusioni, le incomprensioni sono specularmente le stesse che gli altri vedono in noi.
Un libro lieve e profondo insieme, con un persistente e sottile profumo di malinconia, da assaporare come un caffè o un prosecco ad un tavolo di bar.
Café Royal di Marco Balzano – Einaudi editore (2023) – pag. 120