«E allora signore Tal dei Tali,
mi sono veramente sforzato, per quel che la vecchiaia mi consente, di capire il motivo per cui mi hai inviato un foglio bianco. Dev’esserci sotto un bel problema, e non posso certo risponderle alla leggera.
La conclusione a cui sono giunto, dopo aver profondamente riflettuto, facendo lavorare questa mia testa rimbambita dall’età, è che lei non abbia una mappa.
Volendo paragonare le persone che mi hanno chiesto dei consigli a dei bambini che si sono persi, nella gran parte dei casi avevano una mappa, ma non provavano nemmeno a guardarla, oppure non capivano quale fosse il luogo dove si trovavano.
Ma lei probabilmente non appartiene a nessuno dei gruppi. La sua mappa è ancora bianca. Per questo si trova in una condizione dove non riesce a decidere dove dovrebbe andare, e non sa la strada per arrivarci.
È ovvio che lei si trovi in difficoltà visto che la sua mappa è bianca. Chiunque altro non saprebbe cosa fare.
Ma provi a cambiare punto di vista. Il foglio è bianco, quindi può disegnarci qualsiasi mappa. Sta a lei scegliere. Ha la completa libertà, e le possibilità le si spalancano davanti senza alcun limite. È una cosa stupenda. Prego con tutto il cuore che lei abbia fiducia in sé e che possa vivere senza mai avere rimpianti.
Credevo che non avrei più scritto una risposta ad una richiesta di consigli. Le sono profondamente grato di avermi posto, proprio all’ultimo, un quesito così straordinario».
Emporio Namija
Un piccolo emporio di una piccola cittadina che ormai non offre che poche mercanzie fuori moda, il cui proprietario, ormai anziano, decide di trasformare in una sorta di ufficio consulenze. Quello che all’inizio è solo un gioco, con i consigli attaccati direttamente su una bacheca proprio per far sorridere i ragazzini, che pongono domande, tipo: “come prendere un buon voto a scuola senza studiare”, diventa a poco a poco il modo attraverso cui chi ha dubbi esistenziali e scelte determinanti da prendere, chiede un aiuto su cosa fare. Il proprietario cerca di portare buon senso e saggezza nelle risposte che dà. E’ consapevole che chi è in un momento critico, ha bisogno soprattutto di uno sguardo disincantato e domande che lo portino a ragionare su cosa realmente voglia dalla vita. Senza presunzione, con pazienza, cerca di far emergere la volontà di chi gli ha posto la domanda, mettendo sempre in rilievo le criticità di una scelta o dell’altra.
Un romanzo che invita a riflettere sulle scelte che si fanno, sui bivi che spesso ci si presentano davanti e che, proprio nella necessità di dover scegliere, ci riempiono di dubbi. Non per niente ad ogni scelta corrisponde, in un processo matematico perfetto, una rinuncia. Quanto sarebbe utile in queste occasioni avere di fronte un signor Yuji che, con domande mirate, rendesse più chiaro ciò che non lo è, aiutandoci a discernere il vero dal falso, quello che davvero vogliamo, da ciò che faremmo solo per abitudine, pigrizia o per compiacere gli altri.
C’è una cosa che ho compreso in tanti anni che leggo queste richieste. In molti casi chi chiede consiglio ha già preso una decisione. Vuole soltanto accertarsi che sia quella giusta. Per questo tra loro c’è chi mi scrive di nuovo dopo aver letto la risposta. Probabilmente perché il contenuto è diverso da quello che si aspettava.
In questo romanzo oltre alla storia principale se ne dipanano altre secondarie che alla fine si ricollegano tutte come una sorta di puzzle e che solo alla fine rivela la sua immagine completa. E’ comunque un romanzo, come spesso capita alla narrativa giapponese, che invita a riflettere, ad ascoltare maggiormente se stessi e a darsi sempre una possibilità, anche quando sembra non essercene nessuna.
L’emporio dei piccoli miracoli di Keigo Higashino – Sperling & Kupfer (2018) – pag. 342