La necessità della bellezza

Gli ultimi due anni hanno messo a dura prova la nostra resistenza. Prima un virus sconosciuto che ci ha ricordato la nostra mortalità, la nostra incapacità a trovare una soluzione a tutto. Due anni che hanno limitato la nostra libertà, ci hanno costretti in casa, ci hanno imposto regole e che nonostante tutti i proclami dei primi giorni ci hanno reso meno tolleranti, più rigidi, più assoluti, cancellando la nostra capacità di metterci nei panni degli altri, di accettare chi la pensa diversamente da noi. Poi l’escalation di violenza che ha riportato la guerra in Europa e soprattutto ci ha fatto rivivere l’incubo del nucleare che pensavamo ormai esser solo uno sbiadito ricordo della Guerra Fredda.

Sebbene questa guerra non la viviamo sulla nostra pelle, non possiamo cancellare le immagini dei bambini delle donne, degli ammalati, dei vecchi che lasciano le loro città bombardate, abbandonano le loro case, i loro averi e i loro ricordi, andando vero un futuro da profughi, senza sapere se e quando potranno tornare nella loro terra. Davanti ai nostri occhi si imprimono le immagini dei carri armati, delle esplosioni e devastazioni, dei crateri nelle strade, dei palazzi sbriciolati, di case sventrate, così simili alle nostre. E non possiamo evitare di pensare che possa essere solo l’inizio di un escalation che ci coinvolgerà in prima persona o che su di noi ricadranno le conseguenze di una qualche fuga radioattiva peggiore di Cernobyl o peggio ancora che potremmo “assistere” ad un attacco nucleare che farà terminare la vita sul nostro pianeta almeno per come la conosciamo noi. E così oltre alla paura strisciante di quello che sta accadendo, ci sono le inquietudini impercettibili che aleggiano nei nostri incubi e prendono piede stabile nei nostri pensieri.

Per questo abbiamo bisogno ora più che mai di ritagliarci dei momenti di armonia, perfetta e intatta. Momenti che sono sempre stati estremamente preziosi ma che ora assumono un valore ancor più assoluto.

Ho sempre pensato che non sappiamo godere pienamente di quello che abbiamo intorno. Presi dalle nostre preoccupazioni, dalla fretta e dalle mille cose da fare, siamo sempre di corsa, sempre immersi in mille pensieri da non alzare gli occhi per osservare un albero in fiore o ammirare la bellezza di un cielo al tramonto. Eppure… se dedicassimo un po’ della nostra frenesia ad assaporare la vita, quanto benessere ne ricaveremo?

Tornando a tutto quello che sta accadendo, alle notizie che sovrastano la nostra stessa capacità di accettazione, che ci schiacciano e su cui comunque siamo impotenti, perché al di là di mandare donazioni alle associazioni di beneficenza, raccogliere abiti, cibo o medicinali da mandare in Ucraina, dare la disponibilità ad accogliere un bambino o una famiglia in casa nostra, se possibile, di più non possiamo fare. Le marce della pace, le proteste sono belle, colorate, importanti ma assolutamente inutili dal punto di vista del risultato. Per questo quando si è immersi nell’orrore si cerca la bellezza. Una bellezza che renda un po’ più leggero in nostro cuore, che dia un po’ di pace alla nostra anima.

Dimenticando per un attimo la famigerata frase di Dostoevskij “La bellezza salverà il mondo” che viene citata spesso a sproposito, completamente estrapolata dal contesto de L’idiota in cui è contenuta e a cui il testo attribuisce tutt’altro significato, io la bellezza la ricerco da sempre e ne ho un assoluto bisogno soprattutto ora, soprattutto in un momento in cui siamo così stanchi di preoccupazioni e problemi.

Ho sempre amato stare all’aria aperta e osservare la natura, così come amo la bellezza dell’arte e quell’euforia che mi prende quando vado a scoprire un angolino di mondo. Non importa che sia dall’altra parte del mondo o sotto casa è l’animo della scoperta, dell’avventura che prende il sopravvento.

Ad inizio mese ho trascorso un weekend a Roma, due giorni intensissimi, convulsi, due giorni pieni zeppi di cose viste, di mostre visitate, di chiese, palazzi, piazze. Due giorni in cui ho riempito gli occhi e di conseguenza il cuore di bellezza. Ho fatto il pieno di sensazioni belle, importanti, soprattutto ora. Svegliarmi e girare per un’oretta da sola a Trastevere, senza meta, osservando angolini pieni di rampicanti, stradine, palazzi, entrare nelle chiese, di domenica mattina presto in un momento in cui la città ancora dorme e poche sono le persone in giro, ha rappresentato un momento di rara intensità e mi ha donato una pace interiore straordinaria.

Nelle mia vita ho sempre cercato di fare tesoro di momenti così, momenti in cui la testa si spegne per un attimo, i miei pensieri sono assorbiti solo da quello che ho intorno e la mia inquietudine trova, almeno per un attimo, quiete.

E’ il modo in cui, assorbendo il bello, creo una sorta di cassaforte di momenti preziosi a cui accedere nei momenti no.

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