Come si può non rimanere affascinati dalla storia delle sorelle Brontë?
Pare uscita dritta dritta da un romanzo.
Una famiglia numerosa, la madre morta lasciando sei bambini piccoli, i fratelli che fanno squadra e crescono insieme, raccontandosi fiabe, correndo nella brughiera, osservando la natura. La necessità di lasciare l’amato nido per andare in una scuola lontana da casa, dove le premesse sono un luogo lugubre e gelido che serve pasti insufficienti, con una disciplina ferrea, e malattie incombenti. E andando avanti l’incombente peso di doversi comunque mantenere. La vita dura in un luogo che a volte pare dimenticato persino da Dio, ma dove la presenza di una natura incontaminata e selvaggia ricompensa e placa.
Nella vita delle sorelle Brontë tre sono gli elementi costantemente presenti: il loro indissolubile legame, l’indiscutibile talento e la morte aleggiante sulle loro brevi esistenze da sempre.
Tutto questo fuoco di Angeles Caso ripercorre proprio la vita delle tre sorelle Brontë. Tre ragazze che scrivevano insieme attorno ad un tavolo perché il loro bisogno di raccontare era maggiore di qualunque altra limitazione imposta dalla società, dai tempi, dall’essere donne. Tre autrici che costituiscono un caso unico nella storia della letteratura e una vera e propria rivoluzione.

Charlotte, Emily ed Anne rappresentano un vero e proprio spartiacque. Un elemento di rottura sia per la determinazione ad essere prese sul serio, a pubblicare, a vivere della propria arte, sia per il contenuto dei romanzi che pubblicano.
Jane Eyre che ha in sé il germe dell’autodeterminazione femminile.
La signora di Wildfell Hall che dà spessore ad un personaggio femminile assolutamente anticonvenzionale.
E Cime tempestose che è un romanzo impossibile da definire, un unicum.
Tre sorelle cresciute a pane e letteratura, questo forse proprio grazie alla morte della madre che probabilmente le avrebbe indirizzate verso attività più muliebri o avrebbe cercato loro un marito. L’educazione data dal padre fu più “libera” per certi versi e permise loro di leggere tantissimo, studiare tantissimo ed esercitarsi tantissimo, tramite versi e storie, alimentano un fuoco che avevano dentro. Una passione enorme che scaturisce da tutte le loro opere. Il padre non aveva fatto nulla per spegnere quel fuoco che vedeva nelle figlie, anzi lo aveva incoraggiato ed alimentato. E così facendo le aveva rese “appassionate, riflessive, isolate ed eccentriche”.
Lui, invece, aveva cresciuto tre figlie interessate solo all’intelletto e alla creazione. Fin da quando erano bambine, non solo aveva permesso, loro di leggere quello che volevano, ma le aveva anche incoraggiate a leggere cose a cui le ragazze, e anche le donne adulte, normalmente non avevano accesso: le innumerevoli crudezze della Bibbia, le descrizioni dei vizi umani fatte dai Greci o da Shakespeare, la visione satirica ed acida del mondo di Harry Fielding o Jonathan Swift. A diciassette anni le sue figlie dibattevano sulle decisioni di governo con la stessa passione che molte altre avrebbero messo nel dibattere se i fiori che si sarebbero messe tra i capelli quella sera dovessero essere color malva o gialli…
Una passione che non voleva, però, rimanere chiusa tra quattro mura, Charlotte ed Anne – Emily, dato il carattere schivo e la paura di essere giudicata dagli altri, scriveva soprattutto per se stessa – volevano vivere del loro lavoro, scrivevano per essere lette, per far circolare i propri scritti e le proprie idee. E per farlo dovettero, come molte donne dell’epoca ricorrere anche ad uno pseudonimo. Charlotte, infatti, si rese conto che le opere femminili erano immediatamente giudicate in modo diverso, non oggettivo, non venivano prese sul serio, c’era un immediato atteggiamento snobistico che faceva storcere il naso e dire “ma sono donne!”, come se gli eventuali difetti di un’opera o il loro valore non fosse qualcosa di intrinseco ma dipendesse dal sesso dell’autore! E ne ebbe la conferma proprio con la pubblicazione di Jane Eyre accolto con favore dal pubblico e dalla critica.
Tra le pagine di Tutto questo fuoco emergono anche le differenze tra le tre sorelle.
Charlotte sicuramente la più piena di entusiasmo, la più determinata, una donna però inquieta dall’anima scissa che aspira alla calma ma che desidera anche l’azione. Un mix di modi di essere che confluirà, come molti degli episodi della sua vita, nella sua eroina Jane Eyre.
Charlotte Brontë non smetteva mai di pensare a quanto fosse difficile essere una donna. Se fosse nata uomo, se fosse stata Branwell, per esempio, la sua vita sarebbe stata così diversa, così ricca, così piena di azioni e di imprese, e anche di presunzione. Niente e nessuno avrebbe potuto sottometterla o farle abbassare la testa, se non la propria dignità.
Emily, un essere selvaggio, che trova sintonia con la natura, affascinata dagli spettacoli estremi a cui assiste. Una ragazza dall’animo appassionato e ribelle, che non vuole vincoli, regole, ritrosa per natura e con uno spirito indomito alimentato dalle leggende e dalle storie della brughiera.
Infine Anne la più tenera e tranquilla tra le tre. La meno incline all’eccesso, quella che forse, più delle altre, avrebbe auspicato ad una famiglia, un matrimonio, dei figli, un’esistenza più “normale”, comunque sempre pronta ad unirsi alle altre due e a farsi travolgere dalle loro idee.
Nel libro c’è anche la presenza di Branwell il fratello. Colui, che secondo il padre avrebbe dovuto emergere, diventare qualcuno, lui doveva studiare e diventare un sommo poeta o scrittore, ma che, nonostante le maggiori possibilità offerte rispetto alle sorelle, sciupò il suo talento, finendo in preda all’alcool e al laudano, sempre ubriaco e attaccabrighe. Disprezzato per questo da Charlotte e protetto da Emily, che lo andava a prendere alla taverna, lo ripuliva dal vomito, lo compativa.
Angeles Caso, storica dell’arte e di storia moderna, ci regala un libro composito e bellissimo, metà romanzo metà saggio, e un ritratto veritiero delle tre donne. Nella postfazione l’autrice dice che come storica si è sentita in dovere di rispettare i fatti più importanti e l’atmosfera del tempo, ma come romanziera rivendica il diritto di offrire una propria visione di ciò che sta narrando. Il risultato è un gioiellino: Charlotte, Emily ed Anne risplendono.
Charlotte ebbe la sensazione che lì dentro, in quelle fragili pagine di carta, fosse racchiusa gran parte delle loro anime, la passione di Emily, la calma di Anne e la sua stessa ribellione. Il magnifico potere dell’immaginazione, il rifugio e il tormento delle sorelle Brontë.
Tutto questo fuoco di Angeles Caso [Todo ese fuego 2024]– Marcos y Marcos (2024) – traduzione di Claudia Tarolo pag. 221