“Cuccioli di mastino.”
“A ottimi prezzi, bellissimi bulbi, nostra selezione speciale.”
“Si vende credenza a Sheraton. Raro pezzo di famiglia, autentico. Signora Lucas, Dias Hall.”
“Un delitto avrà luogo Venerdì 29 Ottobre, ore 18:30 a Little Paddocks. Si pregano gli amici di voler prendere nota di questo avvertimento che non sarà più ripetuto.”
In mezzo ad annunci di vario genere della rubrica “messaggi personali” i lettori del giornale locale North Benham News and Chiapping Cleghorn Gazette, nota in paese come semplicemente Gazette, restano sbigottiti da questo annuncio così inconsueto e strano.
La reazione di tutti oltre che di stupore e meraviglia è di curiosità: sarà sicuramente una sorta di gioco del delitto. Certamente un modo inconsueto e stravagante di diramare gli inviti.
Inizia così il giallo di Agatha Christie Un delitto avrà luogo, quarta avventura della impareggiabile Miss Marple.
E come prevedibile alle 18,30 ecco comparire a Little Paddock, la magione della sessantenne Letitia Blacklock, tutti i conoscenti che hanno letto l’annuncio. La padrona di casa – che vive con la svagata amica Dora Bunner, i lontani cugini Julia e Patrick Simmons, la vedova di guerra Philippa Haymes e la cuoca Mitzi, profuga dall’Europa – ha preparato un piccolo rinfresco, consapevole che quell’annuncio, per quanto non proveniente da lei, attirerà come falene verso la luce, parecchie persone. E alle 18,30, dopo il suono della pendola, qualcosa accade: un uomo si intrufola in casa, fa saltare la corrente e poco dopo si sentono tre colpi di pistola…
Ad investigare è chiamato l’ispettore Craddock, con l’aiuto del sergente Fletcher che intuiscono subito che lo scherzo finito in tragedia nasconde ben altro.
L’autrice inglese descrive con dovizia di particolari il piccolo paese, la comunità di pensionati e vecchie zitelle. Accentra, come già aveva fatto nei precedenti romanzi, l’attenzione su quel piccolo mondo fatto di riti, il tè pomeridiano, le chiacchiere, il giornale locale con annunci che non mancano mai di suscitare commenti più o meno benevoli. E in questo mondo che appare a prima vista idilliaco immette l’elemento disturbante del delitto.
Un villaggio pittoresco, piuttosto esteso. C’è il macellaio, il panettiere, il droghiere, un bel negozio di antichità, due sale da tè. Ha fama di essere un bel posto e offre ogni comodità ai turisti di passaggio. È anche piuttosto votato come centro residenziale. Una volta, le sue casette erano abitate da contadini; ora, un po’ ristrutturate, sono abitate da anziane zitelle e coppie di pensionati.
Miss Marple appare ancora una volta come la candida e per certi versi indifesa vecchietta. Non pare in grado di venire a capo di un delitto. Eppure proprio perché è un’ottima osservatrice, ma poco si fida del genere umano e molto sa di cosa si agita sotto le forme dell’umana apparenza, vede le incongruenze, nota i particolari, ricorda fatti simili che le permettono di vedere analogie e cogliere contraddizioni e svelare il colpevole.
Miss Jane Marple era molto simile, se non perfettamente identica, all’immagine che Craddock si era fatto di lei. Aveva un’aria molto più benevola di quanto avesse pensato, ma era anche parecchio più anziana. A dire la verità, sembrava vecchissima. Aveva i capelli candidi come la neve, il viso roseo ma rugoso, e due occhi azzurri ingenui e dolcissimi. Era, letteralmente, sepolta sotto cumuli di morbida lana. C’era lana intorno alle sue spalle, sotto forma di leggiadro e spumoso scialletto, ed era lana quella che stava lavorando a maglia e che sembrava una specie di copertina da neonato.
Un giallo intricato in cui è essenziale il contributo di Miss Marple per sbrogliare la matassa. E’ la vecchietta di St. Mary Mead a riuscire a mettere in fila tutti gli indizi e scoprire ancora una volta il chi e il perché del delitto.
“Non sottovalutate le vecchiette in questo vostro villaggio, ragazzo. Se questo dovesse rivelarsi un mistero insolubile (cosa che, per il momento, non credo), ricordatevi di un’anziana zitella che lavora a maglia e coltiva il suo giardino, la quale è molto più abile di qualsiasi sergente della polizia. Saprà dirvi cosa poteva o doveva succedere e, infine, ciò che realmente è successo! Non solo, ma saprà anche dirvi perché è successo.”
Agatha Christie ci regala un’altra indagine top e una serie di riflessioni su un mondo che nel momento in cui stava scrivendo stava lentamente svanendo. Scrisse, infatti, questo romanzo nel 1950 a pochi anni dalla fine della guerra, sottolineando come fosse difficile capire se chi si aveva di fronte fosse sul serio chi diceva di essere. Con il conflitto erano saltati quei legami che permettevano di stabilire una conoscenza radicata nel passato, di sapere con esattezza l’intero albero genealogico e avere qualcuno che presentasse e in qualche modo legittimasse la persona. In quel momento storico chiunque avrebbe potuto presentarsi dando informazioni false, assumendo l’identità di qualcun altro e di conseguenza imbrogliando chi aveva di fronte.
Un delitto avrà luogo di Agatha Christie [A Murder is Announced 1950] – Oscar Mondadori (1984) traduzione di Grazia M. Griffini – pag. 236