Inutile ribadire che Bianca Pitzorno è una vera e propria garanzia, tra le sue pagine si è certi di trovare una storia appassionante con un finale pazzesco e tante sotto trame degne di nota. Non fa eccezione questo libro scritto nel 2000 ma che, per temi, violenza verbale, ignoranza, demagogia sembra scritto oggi.
Colomba è una ragazzina di dieci anni la cui vita viene travolta dall’improvvisa morte del padre, un violinista sulle navi da crociere. Questo avvenimento sconvolge soprattutto la madre, che dall’oggi al domani, non riesce più ad occuparsi di niente e siede catatonica davanti alla tv, drogata da tutti i programmi che le propongono: dalle storie strappalacrime di incontri e riconciliazioni, ai programmi politici in cui si dà la caccia allo straniero, fino alle televendite che propongono di tutto e di più. Persa a guardare il suo presentatore preferito, Riccardo Riccardi e a sognare il mondo illusorio e fasullo contenuto in quella scatola.
A cambiare le cose giunge un’inaspettata eredità lasciata da uno dei pochi sopravvissuti al naufragio della nave su cui lavorava il padre di Colomba. Il conte Rainoldi ha infatti lasciato alla moglie e ai figli dell’amico defunto una palazzina nel cuore di Milano che permetterà alla famigliola una vita più che dignitosa.
L’arrivo in quella che verrà ribattezzata l’Ostinata Dimora è una ventata d’ossigeno per Colomba, per suo fratello Leo. A Milano abitano anche le zie, le dinamiche sorelle del padre, Dinuccia e Mitì, e i loro fidanzati e nel palazzo c’è un’allegra combriccola di ragazzini di varie età e varie etnie che soddisfano perfettamente la voglia di amicizia dei due ragazzini.
Ma la casa rappresenta anche una sorta di pugno in un occhio, unica casa popolare in un quartiere bene, oggetto del desiderio di lottizzatori senza scrupoli che vogliono sloggiare gli affittuari e rivendere gli appartamenti a prezzi d’oro, ripulendo anche il quartiere dalle diverse etnie che popolano l’abitazione.
Ma quello che speculatori e razzisti non vedono è che l’Ostinata Dimora è un luogo speciale, dove convivono persone diverse che hanno trovato un luogo da chiamare casa, dove i profumi delle diverse cucine esotiche si mischiano, le lingue e i colori si sommano, in un colorato e irriverente circo di bambini, strilli e risate, dove e si fa subito amicizia. Una casa capitanata da un vecchio soprannominato Victor Hugo, che non esce mai di casa, e dalla sua scatenata nipote Pulce.
Ma l’avventura di Colomba, Leo, pulce e tutti i bambini che abitano quella magica dimora e che si sono ribattezzati Mostri Selvaggi, proprio per contrapporsi ai loro “avversari” diretti avversari i Predators, ricchi ragazzini che non fanno altro che tormentare “quei cavolo di stranieri”, è solo all’inizio. Dovranno disfare i progetti non proprio puliti di chi si vuole arricchire sulle spalle delle persone meno fortunate. Combattere contro il razzismo, l’ignoranza e la superficialità di tante persone che dicono combattere per la “civiltà”, per evitare invasioni e corruzioni culturali. E riunire persone che la vita ha allontanato, oltre a salvare la madre di Colomba dalle mire di chi dice di amarla.
Un romanzo colorato e pieno di personaggi, di storie, di incontri, di ritorni, di lacrime ed allegria, di condivisione e tolleranza che si contrappongono ad un mondo pieno di paure, violenza verbale, prepotenza e arroganza. In cui gli ideali che animano Colomba e i suoi amici sono una sorta di boccata d’aria fresca rispetto alla società che li circonda in cui i soldi e il potere dominano su tutto.
Bianca Pitzorno in un libro, che è anche estremamente politico, dipinge una società ammaliata e drogata di televisione. Una televisione che riesce attraverso il luccichio che lascia intravedere a fare una sorta di lavaggio del cervello ai suoi telespettatori, che fa politica, creando consenso attraverso le sue mirabolanti promesse di denaro, successo, felicità in realtà fittizi; che prende partito, manipola le coscienze, s’avventa sul dolore; arringa ed incita, aizzando contro il diverso e creando nemici dove non ci sono altro che disperati o persone in cerca di un futuro migliore e di una possibilità.
Un romanzo scritto dopo la discesa in campo di Silvio Berlusconi che mette in evidenza il potere che l’informazione ha sulla massa nel creare una “opinione” e come questa possa essere manipolata e indirizzata per spostare voti da una parte o dall’altra. Una realtà in cui siamo sempre più immersi, che può essere contrastata solo imparando a ragionare con la propria testa, confrontando le informazioni che ci arrivano, senza lasciarsi sedurre da slogan o proclami, senza credere al primo ciarlatano o demagogo che ci promette la luna.
Tornatras di Bianca Pitzorno Oscar Mondadori (2003), illustrato da Quentin Blake pag. 401