Un retelling godibile ed imperdibile

Imperdibile per chi ama l’epica, godibile anche per chi ha solo vaghi e labili ricordi del mondo descritto da Omero, Richard Powell riesce a fondere in maniera straordinaria Iliade, Odissea e Eneide, dando vita ad una storia originale, seppur fondata su un canovaccio conosciuto.

Helios è un ragazzino troiano, cresciuto con Oliana, addetta alla cottura del pane, e Polidesto, capo delle scuderie, ma in realtà figlio di una schiava di Rodi, che affermava essere una principessa, e del re Priamo. Ovviamente la madre nel frattempo è morta e la paternità non è certa, Priamo non l’ha mai riconosciuto formalmente. Per questo, oltre al fatto di essere gracile ed insicuro, è preso di mira dagli altri ragazzi. Ma, come gli consiglia Polidesto o rivendica la sua origine di figlio del re o non è niente e nessuno all’interno della città.

Come spiegarglielo?” borbottava tra se’. “E’ solo un bambino di otto nani. Forse anche a dieci anni, perfino a dodici, sarebbe troppo giovane per comprendere. Ma non gli daranno il tempo di crescere in santa pace. Gli si lanceranno addosso come i lupi con un agnello. Il lupo non cambierà mai, perciò è l’agnello che deve cambiare , se vuole sopravvivere” Si girò di scatto verso di me e tuonò: «Vuoi ficcartela in testa questa cosa, sì o no? O sei figlio di Priamo o non sei niente. Niente!»

L’incontro fortuito con Cassandra gli cambia la vita. Diventano amici e grazie a lei, oltre ad acquisire sicurezza, impara a leggere e scrivere, a lottare, a farsi rispettare. Determinato ad essere riconosciuto da Priamo come suo figlio, assiste all’arrivo di Elena con Paride e ascolta la profezia di Cassandra sulla rovina che la più bella tra le donne farà cadere sulla città.

Svariate vicissitudini lo porteranno ad essere preso come prigioniero dagli achei, sbarcati nella Troade per riprendersi Elena (oltre che per ottenere il controllo dell’Ellesponto), a conoscere Ulisse, che lo prende a ben volere e gli insegna ad usare la spada; scontrarsi con Achille; diventare amico/nemico di suo figlio Neottolemo; seguire il ragazzo a Skiros – dove il padre lo manda dal nonno Licomede per irrobustirsi ed addestrarsi -; conoscere Deira una ragazza impavida e determinata. Tornerà a Troia, dove verrà preso in custodia da Enea che seguirà a Lirnesso ad addestrare cavalli, assisterà alle ultime gesta degli eroi achei e troiani, tra cui la morte di Patroclo e quella di Ettore, prima della caduta della città e dell’incendio che la raderà al suolo, infine partirà con Enea verso occidente, dove nuove imprese lo attendono.

Richard Powell nel seguire la formazione di un giovane, da ragazzo gracile e senza futuro a giovane capace di rivendicare un proprio ruolo nel mondo, riscrive la storia di Troia, non cambiandone in nessun modo l’ossatura, ma rendendola una storia verosimile, senza le esagerazioni del mito. Il famigerato cavallo, il tallone di Achille, le profezie di Cassandra trovano spiegazioni razionali, ma i sentimenti, le rivalità, gli atti di eroismo o di vigliaccheria, le personalità degli eroi sono rispettate.

In queste cinquecento pagine, scorrevoli ed appassionanti, fluisce una storia fatta di conquiste, tradimenti, rivendicazioni del trono, gelosia tra fratelli, potere immenso della seduzione che lega due persone rendendole cieche e sorde all’altrui sofferenza. E ci fa incontrare di nuovo tutti gli eroi descritti da Omero: Achille perso dopo la morte di Patroclo e del nemico Ettore, Paride pavido e vendicativo, Ulisse, scaltro ma anche affettuoso verso il ragazzo a cui si affeziona, pronto ad offrirgli una patria e un nuovo destino. E ancora il luminoso Ettore consapevole dell’inutilità della guerra. Priamo vecchio patriarca costretto ad assistere alla morte di tutti i suoi figli. Cassandra giovane molto più saggia di tanti suoi compatrioti.

Insomma davvero una bella lettura super consigliata per riassaporare ancora una volta l’immortale storia epica che, nonostante le mille letture e riletture, non stanca mai.

Se gli dei ti fanno impazzire di Richard Powell – Marco y Marcos (2023) – traduzione di Federica Aceto – pag. 537

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