Indimenticabile Anne Shirley

Se avete qualche anno, come me, non potete non ricordare Anna dai capelli rossi, cartone animato, o meglio anime del 1978, sulle avventure dell’intrepida ragazzina che già dalla canzone conduceva lo spettatore in un mondo agreste pieno di fiori e colori reso ancora più vivido dalla fantasia della protagonista. Da allora ho letto più volte la storia della piccola orfana capitata per sbaglio o per fortuna ad Avonlea nella casa dei fratelli Cuthbert, ma mai nella versione integrale. E’ stato, quindi, un vero piacere immergermi nell’atmosfera magica di questo libro, che mi ha regalato una sensazione di benessere.

E se all’inizio Anna mi ha ricordato un altro personaggio letterario dall’ottimismo un po’ zuccheroso ed eccessivo, Pollyanna, procedendo nella lettura ho apprezzato la maturazione e crescita della ragazzina.

Anne Shirley è una bambina orfana che arriva ad Avonlea nella casa di due anziani fratelli, del tutto inattesa. Matthew e Marilla Cuthbert volevano infatti un ragazzo che potesse dare una mano nella fattoria e tutto si aspettavano che non trovarsi davanti una ragazzina loquace, anche troppo, con una vivida immaginazione, secca secca, con una gran massa di capelli rossi e tante lentiggini.

Ma la tragica storia di Anne, orfana di entrambi i genitori, data in affidamento a svariate famiglie che l’hanno “usata” come babysitter per i loro figli, il suo sguardo fiducioso e il suo entusiasmo contagioso fanno breccia immediatamente sullo schivo e silenzioso Matthew ma anche sull’impeccabile Marilla.

La ragazzina trova Avonlea e la proprietà di tetti Verdi un Paradiso, ribattezza ogni luogo con nomi evocativi e romantici, come “Lago dalle Acque Scintillanti”, “Bianco Sentiero delle Delizie” “Bolla della Driade” “Sentiero degli Innamorati” e colora ogni cosa, anche le più semplici e banali con i colori della sua sterminata immaginazione. E trova in quel luogo la casa e la famiglia che ha sempre sognato.

Meglio essere Anne di Tetti Verdi piuttosto che Anne di nessun posto

Certo per Marilla non è facile educare una bambina dall’indole focosa, e dalla personalità vitale, che sogna in continuazione ad occhi aperti e che combina guai a non finire: dall’offendere un’ospite importante con una reazione giusta ma inappropriata, a spaccare una lavagnetta sulla testa di un compagno di scuola che l’ha chiamata Pel di Carota, a decidere di non andare più a scuola per un’offesa del maestro; fino a far ubriacare, seppure inconsapevolmente un’amica o balzare sul letto in cui giace una vecchia zia della suddetta amica.

Periodicamente, con una cadenza per certi versi preoccupante, Anne combina qualche guaio, ma ogni volta è anche certa che non commetterà due volte lo stesso errore.

«Oggi ho appreso una lezione nuova e preziosa. Da quando sono arrivata a Tetti Verdi ho fatto degli sbagli, e ogni sbaglio ha contribuito a guarirmi da qualche grande difetto. La faccenda della spilla di ametista mi ha guarito dal vizio di toccare cose che non mi appartengono. Lo sbaglio del Bosco Infestato mi ha guarito dal permettere alla mia fantasia di sfuggirmi di mano. L’errore della torta allo sciroppo mi ha guarito dalla distrazione in cucina. Tingere i capelli ma ha guarito dalla vanità. Ora non penso mai ai miei capelli e al mio naso… o almeno, lo faccio molto raramente. E l’errore di oggi mi guarirà dall’essere troppo romantica. Sono giunta alla conclusione che è inutile cercare di essere romantici ad Avonlea. Forse era facile nella turrita Camelot, centinaia di anni fa, ma il romanticismo oggi non è apprezzato. Sono abbastanza certa che vedrete presto un miglioramento in me, Marilla.»

Anne ha una carica e un’inventiva incontenibile e quando il mondo è troppo grigio può sempre colorarlo grazie ad un’accesa ed incredibile immaginazione. Lei che si sente la banale ed incolore Anne Shirley può diventare Lady Cordelia; i suoi terribili capelli rossi possono diventare una setosa chioma nera e i suoi scialbi abiti in cotonina trasformarsi in abiti in seta dalle maniche a sbuffo, perché nulla è impossibile quando lo si colora con la fantasia.

Per Anne prendere le cose con calma sarebbe stato cambiare la propria natura. Tutta “spirito e fuoco e rugiada”, com’era, i piaceri e i dolori della vita le giungevano con intensità triplicata. Marilla lo percepiva, e ne era in qualche modo preoccupata, comprendendo che gli alti e bassi dell’esistenza sarebbero probabilmente stati duri da sopportare per quell’animo impulsivo, e non capendo a sufficienza che l’egualmente grande capacità che aveva di rallegrarsi poteva compensare più che in abbondanza qualche tristezza. Perciò Marilla riteneva fosse suo dovere educare Anne ad una tranquilla uniformità di indole tanto impossibile e aliena da lei quanto per un danzante raggio di sole nelle acque basse del torrente. Non faceva grandi progressi, come tristemente ammetteva a sé stessa. Il crollo di qualche speranza o progetto gettava Anne negli “abissi della disperazione”. Il suo compimento la esaltava fino ai vertiginosi reami della delizia. Marilla aveva quasi iniziato a disperare di poter plasmare quella piccola reietta del mondo nella sua ragazzina modello dai modi contegnosi e dal portamento misurato. Né era sicura che Anne le sarebbe piaciuta molto di più se lo fosse stata.

Questa sua natura che le procura tanti guai, la rende anche un’amica eccezionale, una compagna sempre pronta a coinvolgere tutti nei suoi racconti fantastici, nelle incredibili e appassionanti storie che costruisce grazie alle quali fa vivere indimenticabili avventure. Anne prende tutto di petto: ama, odia, vive sempre tutto in modo smisurato. Trova che ci siano persone, come Matthew, Diana o la signora Allan, che le sono “spiriti affini”, sensibilità a lei vicine con cui sente nel profondo un legame e un affetto smisurato. Altri invece riscuotono la sua totale antipatia come Josie Pye o Gilbert Blythe che prende all’ingiù talmente tanto da non riuscire a cambiare l’atteggiamento scostante che ha verso di lui, anche quando lei stessa si rende conto di esser ingiusta ed eccessiva.

Per Marilla quella ragazzina così vivace e fantasiosa, che si perde nelle sue fantasie ad occhi aperti, va ridimensionata e calmata; reputa che sia suo compito cercare di farla diventare una giovane donna giudiziosa e tranquilla. Eppure quando riuscirà nel suo compito e Anne, intelligente, volenterosa e attenta, diverrà la giovane donna generosa e altruista che ha sempre immaginato, che saprà fare le scelte giuste, anche rinunciando a qualche sogno, una leggera malinconia scenderà su di lei, come sul lettore, in qualche modo rimpiangendo quella Anne, piena di fuoco, appena arrivata a Tetti Verdi.

«Ho pensato che Marilla Cuthbert fosse una vecchia sciocca, quando sentii che aveva adottato una ragazza da un orfanotrofio» disse a se stessa, «ma scommetto che dopotutto non è stato un grande errore. Se avessi una ragazzina come Anne sempre in casa sarei una donna migliore e più felice.»

Anne di Tetti Verdi è un romanzo di formazione appassionante e divertente, non si può rimanere indifferenti al temperamento di Anne, né non ridere di tutte le incredibili disavventure che le capitano. Eppure tra queste pagine c’è anche la sofferenza di un’orfana che per sopravvivere al nulla che la circonda utilizza l’immaginazione per edulcorare la realtà, per renderla per lo meno accettabile. Una ragazza che riesce sempre a vedere il meglio in ciò che le accade e che sa utilizzare i doni di cui è dotata nel migliore dei modi. Un esempio da cui prendere spunto.

Lo stile di Lucy Maud Montgomery è ricco di descrizioni e aggettivi che ben si sposano con la personalità estrosa e fantasiosa della protagonista e con il paradisiaco paesaggio agreste di Avonlea così abbondante di alberi, fiori e scorci caratteristici.

L’autrice ci regala una storia indimenticabile e un romanzo che immerge completamente nella storia grazie soprattutto ad un personaggio davvero riuscito, sfaccettato e reale.

Anne di tetti Verdi di Lucy Maud Montgomery – Letture Animate Editore (2018) – a cura di Enrico De Luca – traduzione di Oscar Ledonne e Enrico De Luca – pag. 340

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