Che Bianca Pitzorno sia una delle autrici di libri per bambini/ragazzi più prolifica e capace non devo certo dirlo io, ma che ogni suo libro regali al lettore, giovane e meno giovane meraviglia, evasione, divertimento e anche qualche spunto di riflessione mi stupisce ogni volta.
Non fa eccezione Polissena del porcello, la storia di Polissena una ragazzina di 11 anni, che dopo aver tanto ragionato, come fanno spesso i bambini, sull’essere o meno figlia dei suoi genitori, si sente sbattuta in faccia, con totale mancanza di tatto, la tragica verità: lei è una trovatella, abbandonata nella ruota delle suore e presa poi in casa dai ricchi mercanti Gentileschi, che quindi non sono i suoi veri genitori, come Ippolita e Petronilla non sono le sue vere sorelle.
Polissena rimane traumatizzata ma reagisce subito, deve assolutamente scoprire chi sono i suoi genitori naturali, e nella sua inesauribile fantasia già si vede figlia di principi, con sangue blu che stilla da ogni sua vena.
Dopo aver appurato che quanto ha saputo corrisponde a verità nel convento vicino alla città dove vive, e preso dalla mani della superiora il bauletto che contiene le cose che aveva con se al momento dell’abbandono, decide di intraprendere la ricerca sulle sue origini. Lo fa in compagnia di Lucrezia, una deliziosa e assennata bambina che capitana la compagnia Giraldi, ora Ramusio: un gruppo di girovaghi con animali acrobatici che si esibiscono nelle piazze, con numeri di acrobazia e buffe scenette interpretate dall’orso Dimitri, il cane Ramiro, l’oca Apollonia, lo scimpanzé Lancillotto e la bertuccia Casilda e a cui si aggiunge Biancofiore il porcello che la madre superiora ha regalato a Polissena perché lo venda e ne tragga quanto le occorre per compiere la sua ricerca; ma che le due bambine decideranno di tenere ed “istruire” nell’arte dell’improvvisazione.
Ogni oggetto porta le due bambine ad una località e ad un personaggio che svela a poco a poco la storia di Polissena. La bambina ogni volta è pronta a buttare le braccia al collo a quello che crede essere il suo ritrovato genitore e anche se sente la mancanza della bella madre e del generoso padre, respinge la nostalgia. Tranne fare un gran sospiro di sollievo quando alcuni dei possibili genitori si rivelano, grazie a Dio, dei perfetti estranei che solo casualmente hanno avuto a che fare con lei.
Da Tempestal, a casa del povero pescatore, a Roccabrumosa dove vivono tredici vecchi pirati ormai in pensione, e dove apprendono la storia del terribile e vanitoso Crudelinfame, il pirata che indossava calze rosse. Dalla fattoria di Pacuvio, generoso e affettuoso sposo che assume la compagnia per allietare le sue nozze, alla locanda La civetta verde, dove la crudeltà sta di casa, sebbene ben celata dai modi raffinati della padrona, fino alla reggia di Mirenai dove conoscono Isabella, la principessa triste, che mal tollera le violenze e i soprusi di cui è testimone a carico del popolo e dove finiranno, addirittura, nelle segrete delle prigioni sotto il castello a far conoscenza con un vecchio medico, pieno di segreti. Il viaggio della composita compagnia prosegue, la storia di Polissena si ingarbuglia sempre più, diviene questione di stato e oggetto di misteriose trame, fino al disvelamento della verità, grazie alla confessione di un monaco stilita.
Divertimento assicurato, trama complessa e fantasiosa, personaggi risusciti soprattutto nel confronto tra le due protagoniste la impulsiva Polissena, sempre pronta a gettarsi a capofitto e ad immaginarsi in mille contesti fantasiosi, e la prudente e giudiziosa Lucrezia, che ama la sua vita all’aria aperta, le possibilità che quella vita da girovaga le consente e che di ogni cosa e ogni conoscenza sa fare tesoro, per accrescere la sua esperienza del mondo.
Leggere un romanzo di Bianca Pitzorno finisce sempre per arricchire e divertire, qui, per maggior libertà, manca qualsiasi riferimento storico o collocazione geografica che permette alla fantasia dell’autrice di andare a briglia sciolta e al lettore di sentire tutta la libertà di una corsa a perdifiato nel leggere le vicende di Polissena, di Lucrezia e dei suoi amici.
Le illustrazioni come sempre assolutamente azzeccate sono di Quentin Blake
Un ringraziamento a Winkie il porcellino che vedete in foto, amico da sempre di mio figlio.
Polissena del Porcello di Bianca Pitzorno – Oscar Mondadori (2011) – pag. 359