Tutte le vite che abitiamo

Ogni storia inizia il giorno in cui si nasce, in cui si muore, in cui si incontra chi resta.

Artam Elum, Per chi resta

Quante volte sentiamo il richiamo delle storie passate, come un’eco lontano di qualcosa che non è solo ricordo di studio, ma è sensazione viva, come se noi quel passato lo avessimo davvero vissuto? Oppure abbiamo il desiderio fortissimo di tornare nel passato per poter ritrovare qualcuno che ci ha lasciato troppo presto e il cui ricordo sta a poco a poco svanendo. O ancora viviamo il presente come vuoto ed inconsistente, incapace di rispondere alle domande che ci agitano.

Parte da qui “Le vite di ieri. Cronache delle Anime e del Caos”, romanzo d’esordio di Marta Mulè e Francesco Salvatore, un romanzo che definire solo fantasy è un oltraggio, perché molte di più sono le “anime” e le sfaccettature che regala questa storia; e dai tre diversi approcci verso il passato che hanno i tre protagonisti Alessandro, Margherita e Lorenzo: tre diciannovenni nella Roma del 1999 che si incontrano nella ex basilica di San Bartolomeo all’Isola, meglio conosciuta da chi la frequenta come ‘La Fondazione’, perché sono “Viaggiatori tra le Vite”, anime capaci di rivivere esperienze appartenute ad epoche lontane.

A poco a poco anche il lettore viene iniziato alla filosofia che permea la Fondazione: l’anima, spirito o fulcro dell’esistenza di ogni essere umano, vive molte vite in corpi, terre ed epoche diverse. Nella generalità dei casi non ricorda queste sue precedenti esistenze, se non tramite quelle strane sensazioni denominate dejavu, ma per alcuni è possibile seguire il filo rosso della propria anima attraverso la storia.

«Dopo ogni fine, l’anima ritorna a un nuovo inizio, arricchita di conoscenze dimenticate ma non perdute. E’ una lunga processione di destini, che non abbiamo ancora del tutto compreso perché travalica i confini di una sola esistenza e intreccia i fili del nostro passato in modi che nemmeno immaginiamo. Queste vite ci influenzano a profondità diverse, ma quasi nessuno se ne rende conto, perché di solito non ci si ricorda di aver già vissuto. Ogni tanto, però, nasce un individuo che può accedere ai ricordi, alle sensazioni delle proprie vite passate, sepolte sotto lo strato d’oblio che ricopre la memoria. Individui come me e te. Viaggiatori tra le Vite, in questa come in tutte le altre che la nostra anima ha vissuto».

E, se è particolarmente fortunato, il Viaggiatore può rincontrare una o più delle sei “Anime Affini”, anime con cui ha condiviso esperienze cruciali, e addirittura la settima, l’Anima Gemella, opposta e complementare, con cui ha un legame unico, profondo ma anche indefinibile.

Due anime gemelle che incendiano l’aria, scuotono le maree, danno un senso alle attese, al tempo, alle distanze. La terra che dona un confine al cielo, la notte che trova risveglio nel giorno. L’unica vera rivoluzione che nessuno smette mai di cercare, e allora anch’io non smetterò mai di farlo.

Alessandro, Margherita e Lorenzo si conoscono proprio nella sede de La Fondazione, impegnati a esplorare questo strano “potere” e a capire come gestirlo, senza farsi sopraffare da esso.

Alessandro è il più scettico dei tre, affascinato da questo mondo ma anche pieno di domande e poco disposto ad accettare tutte le spiegazioni e soprattutto le omissioni che percepisce nelle lezioni che i Viaggiatori Superiori e i membri della Fondazione forniscono ai più giovani.

A contare davvero per lui erano le sensazioni che il passato gli comunicava, spesso tramite gli oggetti, perché in un attimo cancellavano la distanza dei secoli e costruivano un ponte effimero come un tempo lontano. Era proprio l’instabilità di questa connessione a renderla preziosa.

“Le vite di ieri” è un romanzo di formazione, che pone domande esistenziali su chi siamo, cosa ci facciamo al mondo, se esiste un’altra vita dopo la morte, se la nostra anima continua a vivere in un altro modo. Se siamo attori che recitano lo stesso copione o abbiamo un margine di scelta, un’individualità unica. E ci interroga sulla sottile linea che divide il bene dal male, sulla responsabilità individuale, sul caso che sposta in modo impercettibile il nostro futuro e ne determina il corso, sul dubbio che anima ogni nostra possibile scelta.

Il volume è arricchito da esergo che racchiudono massime filosofiche e principi ispiratori della Fondazione, ma che letti attentamente rappresentano anche una sorta di “Easter Egg” da veri estimatori.

I due autori hanno saputo, infatti, costruire un “world-building” affascinante, e dare vita ad una trama complessa anche per i salti temporali e i personaggi diversi di ogni epoca. “Le vite di ieri” è un appassionante viaggio che mescola avventura, profondità psicologica, filosofia, storia, amore per il sapere e la conoscenza, con un finale teso e apertissimo che fa sperare una seconda puntata, necessaria anche per capire molti dei punti oscuri che rendono intrigante la storia. Tra le cui pagine incrociamo Alessandro Magno, la biblioteca di Alessandria, i testi perduti, i Templari…

Per me leggere questo libro è stato un doppio regalo: un romanzo appassionante e ben scritto che conduce dentro la Storia e i suoi misteri, che parla di anime e vite; ma soprattutto la possibilità di veder esaudito il sogno di un’amica, Marta, che ha iniziato a pensare a questa storia vent’anni fa e ha distillato tra queste pagine la sua anima. Chi la conosce ne ritroverà sicuramente qualche traccia.

Fatevi un regalo, leggetelo

Le vite di ieri. Cronache delle Anime e del Caos di Marta Mulè e Francesco Salvatore – Gallucci editore (2025) pag. 477

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