Quanto è difficile vivere con un “potere” che ci rende diversi dai nostri coetanei?
E’ quello che prova quotidianamente Briseis, una ragazzina che ha un dono fuori dal comune: far crescere le piante, che percepiscono i suoi stati d’animo e reagiscono alle sue emozioni.
Le sue mamme hanno un negozio di fiori, ma è difficile far passare come normali la rinascita di piante secche e morte o il propagarsi di butti e bocci come in una foresta tropicale.
L’arrivo inaspettato di un’eredità – da parte della zia Circe, sorella della mamma che l’ha data in adozione -, potrebbe cambiare le cose: sistemare i problemi economici della famiglia, allontanare Briseis da vecchie amicizie e permettere una ripartenza diversa, con un approccio più spontaneo e meno controllato anche nei confronti del suo dono.
Parte così, con tutte le fragilità e le incertezze di una adolescente alle prese con l’accettazione di sé e della sua diversità, Cuore di veleno di Kalynn Bayron, autrice di cui avevo già apprezzato il retelling di Cenerentola in ‘Cenerentola è morta’.
L’arrivo a Rhinebeck, la scoperta di aver ereditato una proprietà immensa, comprensiva di una casa che pare un castello, un giardino pieno di alberi, una serra, e addirittura un laboratorio dove poter distillare essenze e seccare piante, aprono un’infinità di domande in Bri e nelle sue mamme.
Misi da parte il libro e continuai a guardare tra gli scaffali. C’erano altri libri antichi, alcuni avvolti nella plastica, con i dorsi sfasciati e mucchi di pagine staccate. Arrivai a una sezione che conteneva una mezza dozzina di rilegature identiche. Ogni volume rilegato in pelle era pieno di elenchi di erbe e piante, e ciascuno conteneva istruzioni dettagliate sui loro vari usi e sulle modalità di coltivazione. Ogni erba, pianta, albero o arbusto che mi venisse in mente era descritto in dettaglio, insieme a decine di altri che non riconoscevo. Accanto a ciascuna voce c’erano le istruzioni per l’utilizzo. L’intera opera era dedicata alla preparazione di rimedi erboristici per disturbi che andavano dalla sindrome premestruale all’artrite. C’erano pomate per lividi ed eruzioni cutanee, tinture per il mal di stonaco e per il mal di testa.
La cittadina pare accoglierle. Bri fa subito conoscenza e amicizia con un coetaneo e scopre che la casa era conosciuta perché riforniva di erbe gli abitanti. Circe, infatti, curava malattie, distillava essenze, preparava pozioni. Allo stesso tempo qualcosa di strano aleggia nell’aria e le domande senza risposta aumentano. Così come i misteri legati al giardino segreto protetto da chiavi e custodito dai rami di piante velenose.
Riuscirà Briseis a capire l’origine del suo potere? E soprattutto a controllarlo? E a capire quale sia lo scopo del giardino segreto e delle erbe lì custodite?
Kalynn Bayron intesse una trama coinvolgente, una sorta di thriller, dove pare impossibile capire chi sono i buoni e chi i cattivi, e soprattutto cosa nasconda la casa e il suo giardino. E vi inserisce elementi di mitologia greca: la storia di Medea, maga della Colchide, di sua zia Circe, la maledizione che in qualche modo avvolge i loro nomi, la paura che provocano e su cui grava una sorta di “damnatio memoriae”, e gli immensi poteri della dea Ecate, la più misteriosa ed antica tra gli dei, sicuramente preesistente al culto degli dei olimpici, dea della magia e dei crocicchi, potente signora dell’oscurità, invocata da chi praticava la magia. Figure capaci di curare, ma anche di avvelenare e maledire. Streghe, maghe, o solo potenti speziali? Rappresentanti di quel potere femminile che fa comunque paura.
La bravura della scrittrice statunitense sta nel riuscire a intrecciare le varie anime della storia senza forzature, ma rendendo credibile quello che rimane comunque un fantasy appassionante e coinvolgente.
Il finale rimane aperto, ma ho scoperto che negli Stati Uniti è già uscito il seguito, ‘This Wicked Fate’, di cui non ci resta che attendere l’uscita in Italia, speriamo a breve.
Ringrazio la casa editrice Fandango per la copia
Cuore di veleno di Kalynn Bayron [The Poison Heart 2021] – Fandango Weird Young (2025) – traduzione di Silvia Rosa – pag. 345