Dopo aver letto I tonni non nuotano in scatola ed essere stata trasportata nella meraviglia dell’isola nell’isola di San Pietro e aver deciso che sarà meta di una mia prossima (spero a breve) vacanza, mi sono immediatamente catapultata a leggere Dallo scoglio si vede tutto di Carla Fiorentino. Avevo voglia di ritrovare la sua protagonista Vetta, la sua immaginazione fuori dal comune, la sua incredibile capacità di creare storie e di vedere misteri anche dove apparentemente non ci sono, di sapere come andavano le cose con “l’uomo con cui divideva il fardello dell’esistenza” e se la sua idiosincrasia al matrimonio era ancora così radicata.
E ho trovato un’altra storia piacevole, un altro intreccio riuscito, un altro romanzo in cui ironia e un pizzico di giallo si intersecano alla perfezione.
Vetta torna a Carloforte dopo tre anni di assenza per partecipare ad un matrimonio, un invito a prima vista inconsueto e una coppia che lo è ancora di più: il pescatore in pensione Bastiano Rosso, noto come Zio Guru, sta per sposare una donna giapponese mai incontrata prima.
L’isola di San Pietro, insolito luogo al di fuori dal tempo dove si parla il dialetto ligure e si mangiano quintali di focacce, occupava un posto importante nel mio cuore.
Vetta ritorna sull’isola, in compagnia di Federico, la cui relazione consolidata pare ultimamente un po’ stagnante, piena di curiosità per il matrimonio inaspettato, e con svariati desideri, da quello, nemmeno troppo inconscio, di dare una sferzata alla sua relazione – e magari riuscire a convincere Federico ad acquistare insieme una casetta sull’isola –, a quello di rivedere Pietro che in un angolino del cuore non ha dimenticato e con cui sente di avere un legame indefinito, sospeso tra parole non dette e sotterranea attrazione; e non ultimo riabbracciare Caterinetta la creatrice di velieri, caustica e pungente ma anche accogliente ed intuitiva. Lì troverà altre storie adatte alla sua incommensurabile curiosità e misteri che devono essere svelati: come scoprire chi abita nella casa recentemente ristrutturata, che si affaccia su uno dei luoghi più suggestivi dell’isola, Cala Vinagra, scontrandosi ancora una volta con la ritrosia degli abitanti e in particolare di Caterinetta sul fare luce sulla questione.
E intanto dovrà capire chi sono e quali segreti nascondono i giapponesi sbarcati per il matrimonio, che nonostante le incommensurabili differenze, scopriranno di avere anche tante affinità con gli abitanti dell’isola, come se essere isolani li accomunasse e parecchio, nonostante la distanze e le differenze culturali e non.
L’odore pungente di sale, ricci e alghe morte impregnava la pelle e i vestiti. Solo adesso mi rendevo conto di quanto mi fosse mancata quella sensazione. I ricordi di me stessa bambina e di me stessa più adulta, ferme entrambe lì, mi facevano fremere. Non so se tutti abbiano nella loro vita un posto così, un posto così, un posto che ti riconosce sempre a prescindere dal tempo e dai cambiamenti.
Carla Fiorentino ancora una volta unisce ironia, descrizioni di paesaggi mozzafiato, ad una storia agrodolce sui sentimenti, sulla difficoltà di farli vivere e mantenerli intatti, sulle differenze che uniscono e dividono coloro che si amano, sul tempo che modifica, modella, un po’ come fa il vento con gli scogli, le relazioni, regalando una parabola sui sentimenti e le storie d’amore impossibili, imperiture, imperfette.
Su una cosa Federico avevo ragione, ero una cacciatrice di storie. Mi piaceva così tanto scoprire un intreccio insolito, un dettaglio nascosto, un legame apparentemente impossibile, che talvolta mi lasciavo prendere la mano. Dopotutto, dal mio lavoro avevo imparato che quasi niente è inevitabile e che le cose che accadono, anche le più terribili, altro non sono che la risultante di una serie di fili tirati in un dato modo piuttosto che in un altro. Ebbene, risalire quei fili era la mia ossessione e mi aveva permesso di scrivere gli articoli più belli della mai carriera. E anche questa volta qualcosa sarebbe venuto fuori. Ne ero certa.
Attraverso la bellezza del paesaggio: i cespugli, le scogliere, le distese di mare “così blu da fermare il cuore o farlo tornare a battere” ci porta ancora una volta verso l’altrove, il luogo magico dove i sogni possono avverarsi e l’anima tribolata trovare conforto. E nel farlo solletica i nostri sensi, con quel «continuo e costante profumo di cibo» che pare uscire dalle pagine, con la descrizione di tante chicche culinarie che fanno venire più volte la voglia di prender un aereo e andare ad assaporare i sapori unici della tradizione di San Pietro e conoscere così lo spirito dei tabarchini, gli abitanti dell’isola.
E tramite le mille riflessioni di Vetta, il romanzo scandaglia anche l’umano sentire: racconta l’amicizia, l’amore, la fiducia, il tradimento, ma anche la capacità di voltare pagina una volta capite le prove della vita e chiariti i propri desideri.
Avevo ormai capito che, per vivere sereni in una relazione longeva, bisogna fare pace col fatto che resteremo sempre degli sconosciuti agli occhi della persona che amiamo. E che forse sta proprio qui la forza degli amori che durano. Nei loro segreti.
Dallo scoglio si vede tutto di Carla Fiorentino Fandango Libri (2024)