Ogni lettore sa che ci sono libri che leggiamo spinti da un irresistibile desiderio, libri di cui abbiamo sentito parlare tanto, e altri che prendiamo in mano quasi per caso e che ci colpiscono forse perché non ci aspettavamo nulla da quella lettura.
E’ quello che mi è capitato leggendo La casa dei Gunnar di Rebecca Kauffman, autrice molto abile ad intrecciare storie complesse con più personaggi.
Un romanzo che parte in sordina, prendendosi il tempo di raccontare sprazzi di vita e di passato di Mikey, Alice, Sam, Lynn, Sally e Jimmy, i sei amici che si ritrovano per anni in una vecchia casa abbandonata, detta “dei Gunner”, dal nome dei precedenti proprietari. Sei bambini e poi ragazzini che hanno condiviso uno spicchio di vita, quello dell’infanzia e dell’adolescenza, condividendo paure, sogni e desideri, fino all’improvviso e mai spiegato abbandono da parte di Sally. La ragazzina dai capelli talmente chiari da sembrare bianchi, che un giorno smette di parlare con gli altri, taglia i ponti con tutti, lasciando in ognuno la domanda inespressa e soprattutto senza risposta del perché.
«C’erano una volta sei grandi amici», cominciò. «Erano tutti diversi, ma insieme si trovavano benissimo. Uno di loro amava i numeri e le soluzioni. Una amava la musica e desiderava che il mondo fosse più bello. Un’altra era una leader senza paura che voleva proteggere tutti quanti. Uno di di loro voleva sempre far ridere tutti. Uno era gentile ed insegnava agli altri a volersi bene. L’ultima era … un mistero. I sei avevano bisogno gli uni degli altri. Erano fatti gli uni per gli altri».
Nonostante siano cresciuti insieme e abbiano mantenuto dei rapporti fugaci, attraverso soprattutto le mail, si ritrovano insieme, solo dieci anni dopo, proprio al funerale di Sally, a confrontarsi sulle scelte fatte, sul passato e soprattutto sul mistero legato all’amica scomparsa. Ognuno convinto di essere stato la causa dell’abbandono del gruppo da parte dell’amica. Emergono, così, aneddoti, segreti, sentimenti nascosti, ma affiora soprattutto l’affetto che li ha legati e continua a legarli. Il rapporto imprescindibile di chi ha condiviso un momento così fragile e allo stesso importante della vita, dove tutto è assoluto, ma dove l’indifferenza degli adulti, la solitudine, l’abbandono pesano infinitamente. Ed è proprio grazie a questo incontro che ognuno può finalmente fare i conti col passato, perdonarsi e in qualche modo ricominciare.
La casa dei Gunner è un romanzo corale dove spicca soprattutto Mikey, l’amico più sensibile, più introspettivo, il vero collante del gruppo, uno spirito puro a cui è impossibile non affezionarsi. L’unico rimasto a vivere in città, quello che desiderava il dono dell’invisibilità.
A fare da contraltare la vivace ed irresistibile Alice, sicura di sé e sempre pronta a farsi avanti senza paura. Accanto a loro il realizzato Jimmy, l’insicuro Sam, e la sognatrice Lynn. Tutti carichi dei loro demoni a pronti a guardare al futuro in modo nuovo.
La casa dei Gunner è un romanzo che da circa metà in poi, inchioda alla pagina e travolge per la sua dolcezza, ci sono pagine commoventi e riflessioni interessanti sui rapporti e sul modo in cui quello che per uno è liberatorio e positivo, per un altro può essere devastante.
Alla fine Alice disse: «Il fatto che Sally abbia lasciato il gruppo è stata una delle cose peggiori successe a tutti noi. Forse la peggiore. Ma forse è stata la cosa migliore per lei. Come hai detto tu. Non avremmo mai potuto capire le sue ragioni».
Una storia che ricorda il grande potere dell’amicizia, il sentimento che lega persone diverse e dà sapore all’esistenza.
La casa dei Gunner di Rebecca Kauffman [The Gunners 2020] BigSur (2020) – traduzione di Alice Casarini – pag. 293

