Inutile dirlo ogni lettore ha una sorta di incredibile fascinazione per i libri che parlano di libri. Come se il godimento della lettura venisse moltiplicato in una sorta di trompe-l’œil, in cui i richiami e i riflessi amplificano le sensazioni provate. E i libri che parlano di librerie? Lì l’effetto è ancora più potenziato: una sorta di abbuffata pantagruelica, di sindrome di Stendhal che produce straniamento e piacere.
Fatta questa pressoché inutile prefazione era tanto che avevo in libreria La Piccola Farmacia Letteraria di Elena Molini e che volevo leggerlo, incuriosita anche dalla storia della libreria che porta l’omonimo nome.
L’autrice è anche la proprietaria della piccola ma assolutamente originale libreria sorta nel quartiere di Gavinana alla periferia sud di Firenze nel 2019, che da pochissimo ha finalmente aperto una sede anche in centro proprio dietro piazza del Duomo.
La Piccola Farmacia Letteraria parte da un’idea tanto semplice quanto geniale. I libri aiutano, i libri possono curare, tra le pagine di carta si possono trovare amici, soluzioni, forza. Non per nulla vi è una branca della psicologia che si chiama biblioterapia, che partendo dall’idea aristotelica di catarsi – che si basa sul processo di liberazioni delle emozioni che scaturisce dalla visione di una tragedia, in cui lo spettatore si immedesima nei personaggi, ne vive emozioni ed esperienze – permette al lettore, che si immerge in un libro, un processo introspettivo che lo induce a riflettere su di sé e lo aiuta a mettere a fuoco ciò che lo turba. Il libro diventa uno sciroppo, una pillola o una compressa in grado di alleggerire il carico di tristezza, ansia, preoccupazione o di infondere forza, resilienza, di dare speranza o gioia, di regalare spensieratezza. E allora perché non mettere per ogni libro una sorta di indicazione terapeutica come i bugiardini delle medicine? E segnalare anche possibili effetti collaterali e dosi consigliate?
In questo romanzo per metà di pura fantasia e per metà ispirato all’esperienza diretta dell’autrice seguiamo le gesta di Blu. Una trentenne dal nome improponibile, una famiglia sfasciata alle spalle e un presente fatto di lavori precari tanti sogni e parecchie disillusioni. Da sempre la protagonista sogna di lavorare nel mondo dei libri, ha già fatto la editor in una casa editrice e lavorato in una catena di librerie, ma ora arranca nella sua piccola libreria, dove fa una fatica boia ad arrivare a fine mese. Una vita incasinata, un piccolo appartamento, con un unico bagno, da condividere con quattro amiche, l’ansia compagna inseparabile e l’idea di star sbagliando tutto, di non essere riuscita a trovare la propria strada.
Succede nella vita di sentirsi perduti, finiti. Sentire che ci siamo frantumati in mille pezzi, girarci intorno e non sapere da che parte iniziare a raccoglierli. Tentiamo di ricostruire quello che si è rotto per farlo tornare il più possibile simile a com’era prima. Ma quei pezzi non riusciamo più a rimetterli insieme: non combaciano in nessun modo. E non lo fanno perché non sono i nostri.
Leggete il prologo e ditemi, non vi ritrovate almeno in parte, in queste righe?
Non vi siete mai sentiti a pezzi, in modo irreversibile, senza sapere se valesse la pena rincollare i pezzi sparpagliati o buttare tutto per aria e ricominciare da capo?
Perché come continua ad osservare la protagonista le crisi sono spesso la nostra grande fortuna. L’importante è capirlo e iniziare a mettere in ordine, cercando di raddrizzare la strada intrapresa.
E piccola cosa su piccola cosa, siamo arrivati a un punto in cui l’intera vita che avevamo costruito non ci appartiene. Poi, quando tutto crolla, ci disperiamo, non intuendo che, in realtà, è la nostra più grande fortuna. Le crisi ci fanno capire che stiamo sbagliando, che la strada che abbiamo deciso di percorrere non è quella giusta per noi. Se riusciamo a capire in tempo che ci stiamo tradendo, allora abbiamo buone probabilità di farcela.
La Piccola Farmacia Letteraria è una sorta di favola, dove tra personaggi immaginari, amici realissimi, crisi d’identità, momenti di panico, situazioni imbarazzanti, la protagonista trova la strada giusta da imboccare e riesce a far quadrare i conti della propria vita.
Un romanzo, narrato in prima persona, che grazie ad una scrittura fresca e frizzante, una storia accattivante, un pizzico di realismo magico, problemi in cui ognuno può ritrovarsi, regala una parentesi di benessere. Chi ha detto che un libro per essere buono deve per forza far soffrire?
Elena Molini racconta anche le difficoltà del gestire una libreria, le presentazioni, gli autori, i clienti alla ricerca del libro giusto e lo fa citando e consigliando romanzi.
Adatto a chi è alla ricerca del suo perché, soffre di inadeguatezza e ha paura di non riuscire a combinare nulla nella vita.
La Piccola Farmacia Letteraria di Elena Molini – Mondadori (2020) – pag. 270