Se siete alla ricerca di un libro a tratti surreale, che vi chiederà in più occasioni una sospensione dell’incredulità, ma vi regalerà anche sorrisi e riflessioni tutt’altro che banali Una catastrofe divina di Thomas Montasser potrebbe essere proprio il libro giusto.
Ambientato in Borgogna nell’abbazia di Notre-Dame-de-Bleaumont, un luogo idilliaco immerso nella natura, pieno di pace e di spiritualità ma anche gravato da debiti a non finire e gestito da uno scarno gruppo di suore piuttosto attempate che fanno di tutto per cercare di tenere a galla il convento è la lettura perfetta per svuotare la mente.
Sulla faccia della terra non esistono molte regioni che il Signore abbia plasmato con maggiore dedizione della Cote-d’Or, il cuore della splendida Borgogna. Anche se da secoli largamente ignorata dal resto del mondo, i borgognoni conoscono i tesori della loro terra natia. Se ne prendono cura con l’amorevole nonchalance di cui solo i francesi sono capaci e mostrano il loro apprezzamento con l’amore noncurante di coniugi viziati che non nutrono alcun dubbio sulla reciprocità del loro affetto.
Il monastero in cui sono rimaste solo tre arzille suore campa grazie ad un rinomato formaggio, il Blue de Beaumont, considerato dagli esperti una vera prelibatezza per la crosta di erbe aromatiche speziate con un muffa blu delicata ma di carattere. Dopo la morte di Suor Agathe depositaria della ricetta, però, non ha più la squisitezza e particolarità che aveva prima, nonostante gli sforzi di Suor Lucie a cui la defunta ha affidato la ricetta prima di morire, che si affanna a cercare di capire che cosa non vada e perché pur essendo buono il suo Blue non sia più sublime.
Oltre a suor Lucie, che si occupa del formaggio, nell’abbazia ci sono suor Madeleine che cura un rigoglioso e meraviglioso giardino di erbe aromatiche, con addirittura trentasei varietà di origano, e suor Sophie, incassata in una sedia a rotelle, organista provetta e addetta all’amministrazione. Una piccolissima comunità assottigliatasi via via negli anni ma comunque sempre arzilla e piena di gioia di vivere e di godere in piccolo dei piaceri del creato, come un buon pezzo di baguette, un bicchiere di vino o il famosissimo e delizioso liquore alle centotrenta erbe distillato ben quattro volte dai fratelli certosini di Grenoble.
Certo, tre vecchiette non hanno bisogno di molto, soprattutto se conducono un’esistenza da Spose di Cristo. E le piccole gioie che può offrire una vita di preghiera e di lavoro non sono affatto da sottovalutare. Con un buon bicchiere di vino, una delle famose baguette di suor Brigitte, un pezzetto di formaggio e un po’ musica, più o meno sacra, fra le quattro mura domestiche si può comunque condurre con gioia e gratitudine un’esistenza per il resto frugale.
La pace del luogo è scossa dall’arrivo inaspettato di Louise detta Lou, nipote di suor Madeleine, una ventenne piena di piercing e tatuaggi vestita di nero e totalmente fuori luogo nell’abbazia, costretta, per qualcosa che ha commesso, a vivere in convento per dodici settimane.
All’inizio la ragazza arrivata dalla banlieue è sconcertata dalla mancanza di segnale per il cellulare, la doccia gelata, la cella dove deve dormire microscopica e spoglia, le letture sacre durante la cena e le sveglie all’alba, ma il piccolo giardino di erbe aromatiche provvisto di cannabis, l’incredibile talento per la musica delle tre suore risveglia in lei un progetto per certi versi folle che porterà le tre consorelle a Parigi, addirittura a soggiornare al Ritz, e farà conoscere loro un “accrocchio piuttosto variopinto” di varia umanità, scoprendo che l’apparenza spesso inganna, la spiritualità può trovarsi ovunque e anche se “la vita è fatta di catastrofi”, “a volte però una catastrofe sopraggiunge anche dal cielo. Una catastrofe divina”.
Thomas Montasser scrive un romanzo pieno di joie de vivre, dove il bello e il buono possono capitare all’improvviso perché la vita regala sempre qualcosa di inaspettato. E nonostante nel leggerlo avessi immaginato una trama diversa, la parte che ho preferito sia quella legata alla descrizione del monastero e alla pace del luogo, e la parte centrale in alcuni momenti rasenti davvero l’inverosimile, questo romanzo ironico e leggero mi ha regalato un paio d’ore di benessere. A volte la lettura è anche questo.
Una catastrofe divina di Thomas Montasser [Eine Himmlische Katastrophe 2019] – traduzione di Gloria Cecchini- Feltrinelli (2024) – pag. 172