Potevo non essere attratta da una serie di gialli ambientati nell’Inghilterra del secondo dopo guerra e con una protagonista giovanissima ed intraprendente? Assolutamente no
Alan Bradley ha creato l’anomalo personaggio di una ragazzina, orfana di madre, con due terribili sorelle, e un padre disinteressato a ciò che lo circonda. L’ha inserita in un contesto agreste, una grande villa, la tenuta di Buckshaw, edificio georgiano che ha sostituito l’originale elisabettiano, che cade a pezzi e avrebbe bisogno di sostanziale e dispendiosa manutenzione, e con intorno la campagna inglese che riveste un ruolo essenziale quanto gli abitanti del piccolo villaggio limitrofo. L’ha dotata di un cervello sopraffino, una grande capacità di analisi, spirito di osservazione, insofferenza alle buone maniere, piena di ironia e curiosità ma anche sprezzo del pericolo e grande capacità di mettersi nei guai, nonché uno smodato interesse per la chimica e una passione sfrenata per i veleni.
Quando scriverò la mia grande opera “Trattato completo sui veleni” ed arriverò alla voce cianuro, nel capitolo “Usi” inserirò questa frase: “Particolarmente efficace per coloro che ti chiamano tesoro”.
Sempre in compagnia della fedele Gladys, bicicletta appartenuta alla madre, dal carattere gaio, con cui sfida strade ghiacciate, temporali e tempeste, sembra avere l’incommensurabile capacità di essere al posto sbagliato al momento sbagliato (non per lei, ovviamente!). Il risultato è una investigatrice in miniatura alle prese con problemi più grandi di lei, una sorta di Miss Marple versione ridotta ma molto più intraprendente e scavezzacollo.
Flavia ha una famiglia non convenzionale: un padre, reduce da un campo di prigionia, incapace di affrontare la morte della moglie e di crescere tre figlie, oberato di debiti, che vive in un mondo suo collezionando francobolli, totalmente avulso dalla realtà e perso nei ricordi; due sorelle con cui non va assolutamente d’accordo, la vanitosa Ophelia dedita alla musica e a conquistare cuori e Daphne consacrata ad una perenne lettura. Accanto a loro un giardiniere-tuttofare, per certi versi unica presenza affettuosa, anche se soffre di amnesie e di crisi legate alla guerra, e una governante loquace a totalmente incapace di preparare piatti appena appena commestibili.
Flavia de Luce a soli undici anni, quando non investiga e mette il naso dove non dovrebbe ama trascorrere il tempo nel vecchio laboratorio di chimica del prozio Tarquin per fare esperimenti soprattutto sui veleni e in poco tempo, grazie anche alla biblioteca e ai taccuini dello zio è diventata un vero portento nel campo.
Nonostante lo zio Tar fosse morto da più di vent’anni, il laboratorio che gli aveva costruito un padre indulgente era talmente in anticipo sui tempi che persino adesso, nel 1951, lo si poteva considerare un’autentica meraviglia. Dal luccicante microscopio binoculare Leitz alle file e file di sostanze chimiche in bottiglia, dalla foresta di beute e caraffe al gascromatografo – costruito in base alle indicazioni del grande Michail Semenovic Cver – il laboratorio di zio Tar, questo mondo di vetro e di meraviglie, adesso mi apparteneva.
Nonostante gli intrecci gialli a volte non siano proprio eccezionali, la forza di questa serie sono la peculiarità dei protagonisti e l’ambientazione. Grande rilievo è dato alla caratterizzazione dei personaggi: oltre alla famiglia di Flavia, libro dopo libro facciamo la conoscenza con il vicario, l’ispettore Hewitt e la moglie Antigone, un giovane tedesco, prigioniero di guerra, amante della letteratura inglese e delle sorelle Bronte in particolare, e molti altri, ognuno perfettamente descritto e caratterizzato. Ma ad emergere è soprattutto il mondo della campagna inglese del secondo dopoguerra. Nobili decaduti che non hanno soldi per poter mantenere le loro ingenti proprietà; veterani di guerra che hanno incubi ricorrenti su quello che hanno vissuto o dovuto fare; piccole comunità dove il pettegolezzo, la diceria, il commento non richiesto ne spesso malevolo la fa da padrona. La bravura dell’autore è tratteggiare con estrema bravura questi paesaggi agresti, superficialmente bucolici, ma in realtà pieni di rancori e di segreti e inserire al centro della scena una bambina intelligente, curiosa e sola, che si mette sempre in un mare di guai. Gialli di “atmosfera”, che richiamano il microcosmo inglese, idilliaco solo all’apparenza, narrato con estrema abilità da Agatha Christie.
Ecco i titoli usciti finora, tutti pubblicati in Italia da Sellerio:
Flavia de Luce e il delitto nel campo dei cetrioli[The Sweetness at the Bottom of the Pie 2009 ] pag. 425
La morte non è una cosa per ragazzine [The Weed that Strings the Hangman’s Bag 2010 ] pag. 404
Aringhe rosse senza mostarda [A Red Herring Without Mustard 2011] pag. 440
Il Natale di Flavia de Luce [I Am Half-Sick of Shadows 2011] pag. 313
A spasso tra le tombe [Speaking from Among the Bones 2013] pag. 404
Lo strano caso del cadavere di rame [The Curious Case of the Copper Corpse 2014], racconto breve inserito nella raccolta La scuola in giallo
Un segreto per Flavia de Luce [The Dead in Their Vaulted Arches 2015] pag.336
Flavia de Luce e il cadavere nel camino [As Chimney Sweepers Come to Dust 2017] pag. 432
Il gatto striato miagola tre volte. Un romanzo di Flavia de Luce [Thrice the brinded cat hath mew’d 2019] pag. 360
Un posto intimo e bello [The grave’s a fine and private place 2020] pag. 400
Le trecce d’oro dei defunti [The Golden Tresses of the Dead 2022] pag. 360