L’indimenticabile “cilenita”

Può un ragazzo che ha l’unico sogno di vivere a Parigi conquistare una ragazza ineffabile, complessa, inquieta, desiderosa di stabilità economica, ma anche di avventure che le facciano battere il cuore?

Avventure della ragazza cattiva dello scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 2010, è centrato proprio su questa innegabile e impossibile storia.

“Accaddero cose straordinarie in quell’estate del 1950”, l’estate in cui Ricardo, il protagonista, nonché narratore in prima persona, conosce a Miraflores due sorelle Lily e Lucy, due giovani che sono appena arrivate dal Cile, esotiche quanto basta, bellissime e audaci, diverse dalle altre compagne e amiche. Per Ricardo, quindici anni, Lily diventa un’ossessione, per tre volte le chiede di diventare la sua ragazza, per tre volte non riceve un “sì” come risposta, ma per lui conta poco perché la reputa la sua fidanzatina. Poi uno scandalo allontana la ragazza e Ricardo, seppur innamorato cotto, deve riprendere in mano la sua vita lontano da lei.

Lo ritroviamo qualche anno dopo, finalmente a Parigi, la città dove vuole andare a vivere da sempre.

“Da quando avevo l’uso della ragione sognavo di vivere a Parigi. Probabilmente era colpa di mio padre, di quei libri di Paul Féval, Jules Verne, Alexandre Dumas e tanti altri che mi fece leggere prima di ammazzarsi nell’incidente che mi lasciò orfano. Quei romanzi mi riempirono la testa di avventure e mi convinsero che in Francia la vita era più ricca, più allegra, più bella e più tutto che in qualunque altra parte.”

Ricardo non ha grandi ambizioni per lui vivere nella città dei suoi sogni è già il massimo di quanto possa aver fantasticato, cerca solo un lavoro stabile che gli permetta di realizzare il suo desiderio. Diventa amico di Paul un suo connazionale, aspirante rivoluzionario, che organizza soggiorni a Cuba, il cui governo offre borse di studio per addestrare alla guerriglia giovani peruviani. Parigi in quel momento pullula di giovani venuti dai cinque continenti che, come Paúl, sognavano di ripetere nei propri paesi le gesta di Fidel Castro.

Ricardo dà una mano, ma senza farsi coinvolgere più di tanto. Rincontra la Lily, che da quando ha perso, vive comunque nei suoi sogni, ora si fa chiamare Arlette e pare decisa ad andare a Cuba per diventare rivoluzionaria. Ricardo cerca di dissuaderla, ma non può offrile granché. Per cui la perde di nuovo.

Da questo momento capitolo dopo capitolo rincontreremo Ricardo in varie situazioni: diventato interprete dell’Unesco viaggia per l’Europa e il resto del mondo, passando dalla Swinging London a Tokyo, di nuovo a Parigi e infine a Madrid. E ogni volta, in occasioni bizzarre, per caso, o per una sorta di incredibile destino ritroverà in quei luoghi la sua “niña mala”, ogni volta con un altro nome, un altro aspetto, un’altra storia.

Lily la Cilenita, Arlette la Guerrigliera, Madame Arnoux, Mrs Richardson, Kuriko, Otilia la Peruanita, tanti nomi, acconciature e guardaroba diversi, una trasformista capace di assumere aspetti, prendere accenti e crearsi passati, facendo perdere ogni volta le proprie tracce. Uniche certezze: il riscatto dal suo umile passato e il cinismo di arrampicatrice sociale. E una domanda che tormenterà il povero protagonista ma che pungolerà anche il lettore: chi si nasconde dietro ai tanti nomi e personalità della niña ala?

Perché Ricardo, totalmente e a volte incomprensibilmente innamorato, è il niño bueno, in contrapposizione con la niña mala, travolto dalla passione irresistibile per quella “cilenita”, unico amore della sua vita, per cui è disposto a fare qualsiasi cosa, sicuramente a perdere la dignità, i soldi, il sonno. Incapace nonostante gli sforzi di allontanarla da lui, di non cadere ogni volta di nuovo nella sua rete. Passivo comprimario che viene sedotto, irretito, ammaliato, illuso, e sempre scaricato senza spiegazioni, perché la niña ala è a suo modo onesta: non nasconde mai a Ricardo che non può legarsi a lui, che non lo ama, anche se prova tenerezza per le sue “huachaferias”, che desidera un’esistenza insieme agiata ed avventurosa che lui non le può garantire. La niña ala ogni volta si allontana e ogni volta ritorna perché lui è l’unico che possa darle sostegno, affetto, aiuto.

Raccontato così Avventure della cattiva ragazza parrebbe un semplice romanzo d’amore, oltretutto anche abbastanza ripetitivo, perché ogni capitolo inizia con Ricardo che si sta riassestando dopo l’ennesima fregatura ricevuta dalla niña mala, deciso a dimenticarla e a non correre più in suo aiuto, e finisce con lui di nuovo coinvolto, innamorato, incapace di dimenticarla. In realtà Mario Vargas Llosa, capitolo dopo capitolo, mentre segue le disavventure di Ricardo racconta spaccati di vita del secolo scorso, Cuba rivoluzionaria, Parigi pullulante di frenesia, Londra in pieno movimento hippy, Tokio frenetica, Madrid modesta e intanto ripercorre le vicende del suo paese. Un paese scosso da violente e sanguinose guerre civili, caratterizzato da molteplici golpe militari, ribaltamenti di governo, elezioni pilotate e descrive i movimenti rivoluzionari e i sogni e le disillusioni, che li accompagnarono. Capitolo dopo capitolo ripercorriamo la storia peruviana dalla dittatura di Manuel Odría alla rivoluzione armata di “Sendero luminoso”, ideali agli antipodi ma entrambi da condannare, entrambi disinteressati alle disuguaglianze economiche e sociali, allo sfruttamento del popolo, e alla mancanza di occasioni che porta i giovani ad emigrare in cerca di un futuro migliore.

Mario Vargas Llosa ha un’incredibile capacità di descrivere i vari luoghi e i vari periodi storici con rapide pennellate: dalla Miraflor degli anni cinquanta, a Parigi animata da discussioni soprattutto nei locali frequentati da artisti, intellettuali, poeti; da Londra in piena rivoluzione dei figli dei fiori, centro di avanguardia artistica, novità musicali, libertà sessuale e droghe psichedeliche, a Tokio sobrietà e perbenismo di giorno, contrapposta alla perversa ed infuocata vita notturna e infine Madrid appena uscita dal periodo franchista.

Un romanzo strano che attraversa il tempo e lo spazio, ma che lega alle pagine, perché una volta iniziato si ha solo voglia di sapere che cosa ancora combinerà la niña mala e quali angherie subirà ancora il niño bueno, leggendo nel contempo uno spaccato di storia recente.

Avventure della ragazza cattiva di Mario Vargas Llosa [Travesuras de la niña mala 2006] traduzione di Glauco Felici – Einaudi Super ET (2007) – pag. 357

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *